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Accetto i termini e condizioni della Fondazione Ermanno Casoli

5 marzo 2025
PREMIO ERMANNO CASOLI XXIII EDIZIONE

La Fondazione Ermanno Casoli annuncia il vincitore della XXIII edizione del Premio Ermanno Casoli, uno dei più importanti riconoscimenti internazionali dedicati al rapporto tra arte e impresa. Il premio è stato assegnato all’artista polacco Cezary Poniatowski che realizzerà un’opera d’arte site-specific per lo stabilimento di Elica Group Polska, la sede di Elica a Jelcz-Laskowice in Polonia, che quest’anno celebra il suo ventesimo anniversario. Il progetto è a cura di Jakub Gawkowski e Marcello Smarrelli. 

Nella sua pratica artistica, Cezary Poniatowski trasforma materiali e oggetti di uso quotidiano in composizioni scultoree. Traendo ispirazione dalle storie, dalle emozioni e dai ricordi legati alla cultura materiale, l’artista crea opere che risultano familiari e inquietanti allo stesso tempo. “La ricerca di Poniatowski indaga il modo in cui la percezione plasma il significato, come riconosciamo forme familiari in composizioni astratte e come i materiali legati a funzioni domestiche o di uso comune possano assumere una valenza culturale ed emotiva. Questo approccio alla scultura e alle sue relazioni con lo spazio lo colloca tra le voci più interessanti della scena artistica internazionale” – afferma Jakub Gawkowski, co-curatore di questa edizione del Premio Ermanno Casoli.

Marcello Smarrelli, Direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli, aggiunge: “Il Premio Ermanno Casoli ha sempre avuto l’obiettivo di favorire il dialogo tra arte e impresa, utilizzando il linguaggio universale dell’arte per ispirare nuove prospettive e modi di pensare. Lo facciamo in tutti i paesi in cui Elica opera, diffondendone i valori a livello globale e rafforzando il profondo legame tra creatività e innovazione. Grazie alla sua pratica artistica che affronta questioni cruciali quali la condizione umana e il suo rapporto con la tecnologia e l’ambiente, siamo certi che il contributo di Cezary Poniatowski avrà un impatto profondo e duraturo sull’azienda e sui suoi dipendenti.”

Partendo da queste considerazioni, Cezary Poniatowski è stato invitato a ideare un progetto site-specific per lo stabilimento di Elica Group Polska che, come caratteristico del Premio Ermanno Casoli, coinvolgerà direttamente i dipendenti nella creazione di un’opera d’arte permanente. L’intervento di Poniatowski si concentrerà su una funzione vitale come il respiro, sia come processo fisiologico sia come metafora di circolazione, flusso e trasformazione. Interagendo con le tecnologie avanzate di Elica, che regolano e ottimizzano la saturazione dell’aria, il progetto metterà in relazione tali processi con i più ampi scambi metabolici che avvengono nei corpi individuali e collettivi.

L’opera sarà inaugurata a giugno 2025 nella sede di Elica Group Polska a Jelcz-Laskowice, Polonia.

Leggi il comunicato stampa.

20 dicembre 2024
GREETINGS BY ANNA GALTAROSSA

Anna Galtarossa, 2024

 

“Piuttosto che essere normale, scegli di essere felice.”

Una tradizione quella del biglietto di auguri d’artista per la Fondazione Ermanno Casoli, affidati quest’anno all’artista Anna Galtarossa.

In continuità con Smell waves, titolo dell’opera ideata da Anna Galtarossa per la decima edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, questo oggetto realizzato con la carta Fabriano vuole ricordarci l’importanza di coltivare la creatività e la capacità di meravigliarsi.

L’artista per realizzarlo ha attinto al suo mondo fantastico e al repertorio di personaggi bizzarri che lo popolano, realizzando una forma ibrida dal colore acido che evoca una figura liminare tra il mondo vegetale e quello animale a cui è affidato un messaggio: “Piuttosto che essere normale, scegli di essere felice”. Con questo invito ad essere sempre autentici e inclusivi, la Fondazione Ermanno Casoli vuole inviare un messaggio augurale per le prossime festività.

Un biglietto di auguri, un’opera d’arte pensata per trasformarsi in una decorazione per l’albero di Natale.

30 ottobre 2024
Economia della Bellezza, Arte e Cultura asset strategici di competitività

Il nostro Direttore Artistico, Marcello Smarrelli, ha partecipato alla giornata di studi “Economia della Bellezza, Arte e Cultura asset strategici di competitività”, tenutasi il 30 ottobre 2024 presso Villa Fürstenberg a Mestre. L’evento, promosso da Banca Ifis e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ha esplorato il contributo dell’arte e della cultura come leve di competitività per le aziende italiane, anche attraverso la presentazione del report annuale elaborato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis.

I dati del report evidenziano come le imprese che investono in progetti culturali registrino un miglioramento significativo in termini di produttività, posizionamento verso gli stakeholder, valorizzazione delle competenze e delle risorse interne.

È questo anche l’impegno della FEC che, insieme a Elica, da oltre 20 anni promuove la sinergia tra arte e impresa, dimostrando come la cultura possa essere un potente strumento di trasformazione e innovazione negli ambienti lavorativi.

[Leggi la nota stampa]

[Sfoglia il report]

[Guarda la registrazione integrale della conferenza]

12 ottobre 2024
Inaugurata l’opera di Paolo Icaro: Artificio Naturale | Pinacoteca Civica Bruno Molajoli

Artificio naturale è la scultura ambientale di Paolo Icaro acquisita nella collezione della Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano. 

Il progetto, a cura di Marcello Smarrelli, promosso dal Comune di Fabriano e ideato in collaborazione con la Fondazione Ermanno Casoli, è sostenuto dal PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. 

Nato a Torino (1936), Paolo Icaro è protagonista assoluto delle ricerche artistiche degli anni Sessanta. Vicino all’esperienza dell’Arte Povera, sin dagli esordi sperimenta il divenire dell’azione scultorea in relazione alla forma e allo spazio, utilizzando materiali elementari e duttili come cemento, argilla, carta, legno e gesso. Tecniche e materiali si uniscono per esplorare lo spazio attraverso il corpo, lo misurano in senso fisico e mentale, lo attraversano, trasformandolo e ridisegnandolo tramite sculture e installazioni che si sublimano in poesia pura. Ha partecipato alle più significative mostre del Novecento, costruendo nella sua lunga carriera un’identità autonoma e originale che lo ha posto al centro dell’attenzione critica internazionale. Oggi le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. 

Artificio naturale, realizzata nel 2011, riflette perfettamente questa continua ricerca e sperimentazione. L’installazione è composta da cinque massi in pietra, semplicemente adagiati a terra. Quello che potrebbe sembrare un elemento naturale inserito nello spazio “artificiale” di un museo, è in realtà il risultato di un complesso processo creativo. Lo scultore ha inizialmente modellato in argilla una pietra “ideale”, levigandola fino a farla sembrare un sasso perfetto, come se fosse stato plasmato dall’acqua di un torrente. Da questa forma originale sono stati creati cinque esemplari in gesso, poi in cemento, e infine, grazie a una scansione 3D, sono stati scolpiti in pietra di Matraia, un materiale di color grigio-azzurro dall’eccezionale compattezza e resistenza. Pur avendo la stessa forma, i cinque massi appaiono diversi in quanto posti in cinque posizioni differenti, le uniche in cui stanno in equilibrio. 

Descrivendo la dialettica che anima questo lavoro, Icaro spiega: “Il marmo diventa ‘artificio’, nello scontro-confronto tra materia e materialità. Artificio da non intendersi come illusione o finzione, bensì come ‘trasformazione fatta ad arte’, e quindi naturale, che permette di ascoltare la memoria del materiale”. 

Il curatore Marcello Smarrelli sottolinea: “La relazione fra naturale e artificiale che anima l’opera si estende così anche al contesto espositivo, come in una mise en abyme: la natura abita, infatti, il giardino che circonda il museo, ospitando diverse specie di piante; l’artificio è invece rappresentato dall’architettura dello storico edificio che ospita la Pinacoteca – l’antico ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, che sorge sulla centrale Piazza della Cattedrale di Fabriano – insieme alla nuova costruzione in legno e vetro che s’innesta nel cortile. La sequenza potrebbe continuare anche con l’interno dell’edificio, che custodisce l’‘artificio’ per eccellenza, quello dell’arte.”

[Guarda il video]
[Sfoglia il catalogo]

1 ottobre 2024
FECincontra Paolo Icaro

In occasione dell’inaugurazione di “Artificio naturale” – la scultura ambientale di Paolo Icaro acquisita nella collezione della Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano – abbiamo avuto il piacere di porre alcune domande all’artista.

Icaro ci ha offerto riflessioni e confessioni che aprono una finestra sul suo mondo interiore. Le sue parole ci aiutano a comprendere la sua visione della scultura come manifestazione fisica dell’idea, il dialogo tra naturale e artificiale che pervade l’opera, e il suo approccio all’utilizzo di materiali come la pietra e la carta. 

Più che risposte dirette, le sue considerazioni si rivelano frammenti di una poetica in costante evoluzione, in sintonia con la natura aperta e interrogativa della sua arte. 

Il progetto, a cura di Marcello Smarrelli, promosso dal Comune di Fabriano e realizzato in collaborazione con la Fondazione Ermanno Casoli, è sostenuto dal PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. 

 

  1. Nel tuo percorso artistico hai sempre sperimentato materiali e processi diversi, come nasce la tua riflessione sulla scultura e sulla sua relazione con lo spazio?

La Scultura dà corpo all’Idea, la fa esistere nello stesso spazio dell’Uomo. L’idea, messa a fuoco, sceglie il materiale più adatto per venire al mondo. 

  1. “Artificio naturale”, la tua opera che sarà inaugurata a Fabriano, sembra esplorare il confine tra naturale e artificiale. Cosa significa artificiale per te e come si è sviluppata l’idea di questa installazione?

La pietra levigata dall’acqua nel torrente è Natura.  

La pietra fatta di argilla, modellata e levigata da me è Artificio. 

  1. Hai affermato che la scultura è “uno spazio aperto, percorribile e misurabile dallo spettatore”. Come desideri che il pubblico interagisca con questa opera collocata nei Giardini del Poio della Pinacoteca Civica Bruno Molajoli a Fabriano?

Le cinque pietre di “Artificio naturale” stanno in cinque posizioni di equilibrio differenti e sembrano cinque pietre diverse. Abitano lo spazio dello spettatore che cammina fra loro per vedere meglio e scorgere che non sono solo somiglianti, ma in effetti sono identiche: sono cinque repliche di una stessa pietra. 

  1. Nel corso della tua carriera, il rapporto con la pietra è cambiato, passando da un iniziale distacco a una successiva riscoperta. Cosa ha determinato il ritorno a questo materiale e come si inserisce la pietra nel tuo dialogo con lo spazio?

Nel corso della mia vita i rapporti con le idee e i loro possibili corpi sono stati in continuo naturale cambiamento.  

Le idee lapidee mi sono arrivate solo quando ho incontrato le pietre; le prime pietre le saltavo da ragazzo nel greto del torrente.  

Le pietre: ciò che la montagna dice di sé, negli anni, nei secoli.  

(“Le pietre del cielo”, nel canto di Neruda, mi accompagnano.) 

  1. Siamo a Fabriano, città della carta. Nel tuo lavoro, la carta emerge come un materiale significativo in diverse opere. Come esplori e utilizzi la carta nel tuo processo creativo?

Per me la carta è soprattutto un umile ma molto nobile materiale, una superficie tridimensionale non superficiale, ha una polpa e una struttura interna da scoprire.  

È un luogo per meditare.  

L’ho usata per disegnare scrivere con la punta della matita e della penna, ma l’ho anche graffiata, scolpita, strappata, brunita e bruciata, piegata e ripiegata, imprigionata e liberata: l’ho tagliata e cucita, appallottolata e poi scagliata.  

Nell’attesa, l’ho ammirata, rispettata, poi anche bistrattata, macchiata dipinta colorata, incollata inchiodata compressa, accarezzata e, se velina, con le labbra suonata, poi leccata, fumata, poi oltre, basta!!! 

Per ogni verbo c’è un’opera mia, insieme con la carta, realizzata. 

23 settembre 2024
Inaugurazione “Artificio naturale” di Paolo Icaro

In occasione della Ventesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, sabato 12 ottobre 2024, alle ore 11.00, sarà presentata al pubblico Artificio naturale, scultura ambientale di Paolo Icaro acquisita nella collezione della Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano.

Il progetto, a cura di Marcello Smarrelli, promosso dal Comune di Fabriano e ideato in collaborazione con la Fondazione Ermanno Casoli, è sostenuto dal PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Nato a Torino (1936), Paolo Icaro è protagonista assoluto delle ricerche artistiche degli anni Sessanta. Vicino all’esperienza dell’Arte Povera, sin dagli esordi sperimenta il divenire dell’azione scultorea in relazione alla forma e allo spazio, utilizzando materiali elementari e duttili come cemento, argilla, carta, legno e gesso.

Artificio naturale, realizzata nel 2011, riflette perfettamente questa continua ricerca e sperimentazione. L’installazione è composta da cinque massi, semplicemente adagiati a terra. Lo scultore ha inizialmente modellato in argilla una pietra “ideale”, levigandola fino a farla sembrare un sasso perfetto, come se fosse stato plasmato dall’acqua di un torrente. Da questa forma originale sono stati creati cinque esemplari in gesso, poi in cemento, e infine, grazie a una scansione 3D, sono stati scolpiti in granito di Matraia. Pur avendo la stessa forma, le cinque pietre appaiono diverse in quanto poste in cinque posizioni differenti, le uniche in cui stanno in equilibrio.

Il progetto è accompagnato da un programma di incontri pubblicilaboratori didattici per bambini e da una pubblicazione, edita da Chimera Editore, con testi di Marcello Smarrelli e Simone Ciglia.

[leggi il comunicato stampa]

23 settembre 2024
Fare, disfare, rifare, vedere – laboratori per bambini ispirati all’arte di Paolo Icaro

Venerdì 11 e sabato 12 ottobre, presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli a Fabriano, si terranno i laboratori creativi per bambine e bambini (età 5-10 anni), a cura di Francesca Castellani, ispirati all’arte di Paolo Icaro.

Il titolo, che richiama quello di una mostra personale dell’artista inaugurata nel 1968 a Genova, “Faredisfarerifarevedere”, è paradigmatico della sua poetica: Icaro esplora lo spazio attraverso la materia che si presta sempre a nuove formulazioni di un fare, che al tempo stesso prevede il disfare per rifare e vedere, in un processo di trasformazione continua della forma e del pensiero.

Dopo una breve introduzione alla storia della Pinacoteca, i laboratori prevedono una visita guidata all’opera di Paolo Icaro, “Artificio naturale”, allestita nei Giardini del Poio. Successivamente, i partecipanti avranno l’opportunità di mettere in pratica ciò che hanno appreso con un’attività creativa, ispirata allo stile e ai materiali utilizzati dall’artista.

PER INFO E PRENOTAZIONI: 
0732.250658 | pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it

[leggi il comunicato stampa]

18 settembre 2024
Talk con Paolo Icaro e Marcello Smarrelli

Domani, giovedì 19 settembre alle ore 11:45, presso il Palazzo del Podestà di Fabriano, si terrà il talk dell’artista Paolo Icaro in conversazione con Marcello Smarrelli.

Sarà presentato in anteprima il progetto Artificio naturale che verrà inaugurato il 12 ottobre presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli a Fabriano.

Artificio naturale è il titolo dell’opera ambientale di Paolo Icaro recentemente acquisita nella collezione della Pinacoteca Civica grazie al sostegno del PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il progetto, promosso dal Comune di Fabriano, è accompagnato da un ricco programma a cura della FEC, con incontri pubblici, laboratori didattici per bambini e un libro che racconta l’intero percorso.

L’evento si inserisce nell’ambito della seconda edizione di Carta è Cultura, il programma di eventi del Comune di Fabriano che si terrà dal 19 al 22 settembre 2024, parte delle iniziative di Fabriano Creativa UNESCO.

Clicca qui per scoprire il programma completo di “Carta è Cultura”.

6 settembre 2024
FECincontra Andrea Marabini, Chief Quality & Technical Officer di Elica

Incontriamo Andrea Marabini, Chief Quality & Technical Officer di Elica, che ci racconta il ruolo fondamentale del reparto Ricerca e Sviluppo e della collaborazione con l’artista Anna Galtarossa nell’ideazione del workshop THE SMELL FACTORY per la decima edizione di E-STRAORDINARIO for kids, il progetto di FEC a cura di Marcello Smarrelli, pensato per i figli dei dipendenti dell’azienda.

– Qual è il ruolo del reparto di ricerca e sviluppo di Elica e come contribuisce all’innovazione dell’azienda? 

Il ruolo del reparto R&D è cruciale per guidare l’innovazione e sostenere la crescita a lungo termine dell’organizzazione. Ci concentriamo sulla creazione di nuovi prodotti, servizi e soluzioni tecnologiche, puntando al miglioramento continuo. R&D contribuisce a portare innovazione in azienda attraverso diverse modalità: 

  1. Sviluppo di nuovi prodotti e servizi: partendo dalla road map di prodotto definita dal marketing, R&D sviluppa soluzioni innovative per rispondere ai bisogni del mercato e anticipare i trend del futuro.
  2. Miglioramento della qualità: attraverso la sperimentazione e la raccolta dei feedback del mercato sulla qualità dei nostri prodotti, R&D lavora per offrire soluzioni ancora più affidabili ed efficienti.
  3. Innovazione tecnologica: esplorare nuove soluzioni tecniche e materiali inediti, per offrire prodotti all’avanguardia, anche attraverso processi più efficienti. Questo contribuisce a mantenere il posizionamento del brand sul mercato.
  4. Creazione di proprietà intellettuale: il reparto R&D genera brevetti e altre forme di proprietà intellettuale, fondamentali per proteggere le innovazioni messe a punto da Elica e fornire una fonte di vantaggio competitivo sostenibile.

 

– Puoi spiegarci come vengono testati una nuova tecnologia o un prodotto innovativo nel vostro laboratorio? 

All’interno del nostro processo di sviluppo prodotto il laboratorio gioca un ruolo chiave soprattutto nella fase di sperimentazione e approvazione. 

Il prodotto o la nuova soluzione tecnica vengono sottoposti a test rigorosi per garantire che soddisfino tutti gli standard di qualità, sicurezza, e conformità normativa. Questo può includere anche test presso enti esterni, nonché la certificazione da parte di organismi di regolamentazione. 

Anche nella modalità di eseguire delle verifiche è lecito parlare di innovazione: si declina nel processo di miglioramento continuo che, sfruttando feedback e all’analisi del mercato in merito alle performance dei nostri prodotti, determina un continuo aggiornamento delle modalità di testing che vanno ben oltre gli standard normativi. 

– In che modo il vostro reparto di ricerca e sviluppo ha collaborato alla progettazione e realizzazione delle attività del workshop “The Smell Factory”? 

L’artista Anna Galtarossa ha tratto grande ispirazione per l’ideazione del workshop proprio durante la sua visita all’Elica Propulsion Laboratory e al reparto di creazione dei prototipi, dove ha potuto conoscere da vicino le tecniche e i processi che utilizziamo per ideare e perfezionare i prodotti Elica.

Il punto di partenza è stato l’elemento dell’aria, fondamentale nei nostri sistemi di aspirazione, che neutralizzano fumi e odori in cucina. Questo elemento sarà reinterpretato in modo giocoso durante il workshop, diventando “puzze” negli esperimenti con i bambini. 

Nella messa a punto delle attività da svolgere con i bambini, abbiamo collaborato strettamente con l’artista, coinvolgendo i diversi professionisti e progettisti del nostro reparto di Ricerca e Sviluppo per valutare insieme quali tecnologie potessero essere utilizzate nella creazione collettiva dell’opera d’arte, che prenderà vita non a caso da una delle nostre cappe più iconiche. La scelta è ricaduta su tecnologie sicure per i bambini e al contempo efficaci per far comprendere loro la linearità e la sequenza del processo produttivo in un’azienda come Elica. 

Durante il workshop, i bambini avranno l’opportunità di vedere come un’idea può concretizzarsi in un oggetto. Un esempio significativo sarà la dimostrazione di un progettista, che mostrerà come un loro disegno a matita possa essere trasformato in un progetto in CAD per il taglio del cartone. Questi pezzi, una volta sagomati, saranno integrati e assemblati nell’opera finale, permettendo ai bambini di vedere il risultato tangibile della loro creatività. 

Questa esperienza sarà particolarmente significativa per i partecipanti, poiché rivelerà i passaggi che si nascondono dietro la creazione di un oggetto quotidiano, aiutandoli ad apprezzare l’importanza della collaborazione e dell’innovazione tecnologica, valori fondamentali per Elica. 

– Durante la visita al laboratorio EPL, quali aspetti pensi saranno più interessanti e istruttivi per i giovani partecipanti? 

Sono sicuro che i bambini, data la loro indole curiosa, saranno molto presi durante la visita. Cercheremo di rendere l’esperienza il più coinvolgente possibile, stimolando domande ed interazione con il nostro personale che mostrerà il funzionamento dei vari macchinari in uso nel laboratorio. 

Inoltre, volendo semplificare il concetto, il laboratorio è il luogo in cui eseguiamo delle verifiche: ovvero facciamo esperimenti per provare la bontà di una nuova soluzione tecnica. Trattandosi di esperimenti l’esito non è scontato, anzi il fallimento di un test è un aspetto del tutto normale e da mettere in conto. Vorremmo far percepire che il vero valore aggiunto è dato proprio dal processo di analisi che scaturisce in seguito ad un test in KO: porsi le domande giuste per cercare le opportune risposte. 

Se attraverso questa esperienza i bambini saranno maggiormente consapevoli che esplorare, provare e sbagliare è un processo del tutto naturale avremmo raggiunto un grande risultato. 

– Come pensate che le attività proposte possano stimolare la curiosità e la creatività dei bambini riguardo alla scienza e alla tecnologia? 

Le attività pratiche permettono ai bambini di esplorare la scienza e la tecnologia attraverso il “fare”. Quando i bambini manipolano materiali, costruiscono oggetti o vedono eseguire test presso il nostro laboratorio, imparano in modo più efficace perché vedono direttamente le conseguenze delle loro azioni.

2 settembre 2024
E-STRAORDINARIO for kids #10 con Anna Galtarossa

Lunedì 9 settembre torna E-STRAORDINARIO for Kids, il progetto della Fondazione Ermanno Casoli – a cura di Marcello Smarrelli – realizzato in collaborazione con Elica, giunto quest’anno alla sua decima edizione che vede protagonista l’artista Anna Galtarossa.

E-STRAORDINARIO for Kids è un’attività rivolta ai figli dei dipendenti dell’azienda fabrianese che permette ai bambini di vivere un’esperienza formativa con l’arte contemporanea, guidati da un artista.

THE SMELL FACTORY è il titolo del workshop ideato dall’artista Anna Galtarossa che, affiancata dalla sua squadra di giovani assistenti e ricercatori, intende esplorare il mondo degli odori, sperimentando la possibilità di materializzare qualcosa che per sua natura è aerea e immateriale.

Attraverso una serie di attività ludiche e didattiche i giovani partecipanti saranno accompagnati nella comprensione del processo produttivo della fabbrica, presentato nei suoi aspetti più magici e fantasiosi. La giornata culminerà nella creazione di una scultura realizzata utilizzando “Wave”, una delle cappe più iconiche della produzione di Elica.

27 agosto 2024
FECincontra Anna Galtarossa

L’artista Anna Galtarossa, protagonista della decima edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, ci racconta della sua pratica artistica, dall’utilizzo di materiali trovati e riciclati al racconto di storie mitologiche e fantastiche, passando per l’importanza del contatto diretto con il mondo naturale.

Raccontaci la tua pratica artistica. Il tuo lavoro è caratterizzato dall’uso di materiali eterogenei e spesso inusuali, anche riciclati e trovati: come li scegli e che ruolo hanno nel tuo processo creativo?
Credo che siano materiali comuni, di uso quotidiano, ma di solito non so a cosa servono e cerco di dare loro un senso. Funziona ancora meglio quando sono in viaggio in paesi a me poco familiari. Poi, che sia in Messico o in Italia o in Papua, di solito scopro che tutto quello che raccolgo è fatto in Cina e mi chiedo, non è che in realtà sono cinese anch’io?
C’è anche il mondo naturale che nutre le mie riserve sia materiche/strutturali che narrative. Cerco con esso un contatto diretto, spontaneo. Ma la spontaneità può essere difficile da riattivare. Tutto questo entra in dialogo con le mie mani, preferisco usare il loro cervello. C’è troppo rumore nell’altro.

Le tue opere e i tuoi progetti traggono spunto da storie fantastiche e da miti: in che modo queste narrazioni influenzano la tua creatività?
Le storie che mi raccontano gli oggetti e la natura, e le storie che si raccontano gli umani si incrociano e iniziano a completarsi. Si spiegano tra di loro e poi mi dicono dove vogliono andare. Mi dicono cosa ci manca secondo loro e a cosa servivano quando avevano un altro senso da quello che gli diamo noi oggi. Non sempre li capisco quando parlano ma ci provo. Dove posso cerco di togliermi riferimenti culturali di dosso per cercare di restituire un po’ di innocenza alle mie orecchie, per sentirli meglio.

Quanto è importante nel tuo lavoro l’attivazione di momenti laboratoriali, di scambio e di creazione condivisa?
Ah che buffo non sapevo esistesse la parola “laboratoriale”. Bisognerebbe usarla per uno scioglilingua!
Il dialogo è sempre importantissimo e lo scambio di idee attraverso le mani mi piace ancora di più. Più si va avanti con l’età, più la distanza coi bambini aumenta e più diventa essenziale passare del tempo con loro. Gli adulti che non lo fanno rischiano di mummificarsi prima del necessario, non solo gli artisti. E l’atto creativo è uno dei veicoli migliori per dialogare tra le diverse generazioni.

THE SMELL FACTORY è il laboratorio che hai ideato per la decima edizione di E-STRAORDINARIO for Kids per i figli dei dipendenti Elica: che cosa ti aspetti da questa esperienza?
Vorrei che i bambini scoprissero e comprendessero quello che succede nel luogo dove lavorano i loro genitori, ma ci terrei anche ad esporli al fascino di un’azienda come Elica, dove in qualche modo l’atto creativo è di gruppo e dove ogni persona ha un ruolo per far funzionare il tutto. Inoltre, vorrei che prendessero coscienza della quantità di lavoro e delle complessità che stanno dietro ad un oggetto quotidiano come una cappa aspirante – anche se queste sono le Rolls Royce delle cappe aspiranti! Esploreremo anche il mondo degli odori, che è così importante, eppure, anche quello lo diamo per scontato.

Come è nata l’idea di esplorare il mondo degli odori e cosa speri che i bambini portino via da questa esperienza?
Nasce sempre dall’intenzione di far capire ai bambini cosa succede dentro quest’azienda dove immagino che il vero protagonista sia il naso. Ma in generale vorrei che prendessero coscienza dell’olfatto e della sua importanza nella vita quotidiana.

17 giugno 2024
Inaugurata l’opera di Agostino Iacurci: Fiori diversi al naturale | Premio Ermanno Casoli XXII edizione

Sabato 15 giugno è stata inaugurata nella sede di Airforce a Cerreto d’Esi (AN), Fiori diversi al naturale, l’opera d’arte site-specific realizzata da Agostino Iacurci per la XXII edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli.

L’opera è stata realizzata attraverso una serie di azioni che hanno coinvolto attivamente l’intera popolazione aziendale di Airforce – circa 100 persone con profili professionali eterogenei, senza alcuna distinzione organizzativa – trasformando un’ampia porzione dello stabilimento, finora utilizzata solo come area di transito, in un luogo di sosta e incontro.

Il risultato è un’opera sorprendente, complessa e articolata, un giardino vivente composto da piante reali e dipinte, destinato a crescere e a svilupparsi nel tempo grazie alle cure e all’impegno attivo di tutti i membri della comunità aziendale. Un modo creativo per migliorare lo spazio di lavoro e rafforzare il senso di appartenenza all’azienda, creando un ambiente ancor più coeso e solidale.

[Leggi il comunicato stampa]

[Guarda il video dell’inaugurazione]

30 maggio 2024
Il metodo FEC all’Accademia di Belle Arti di Macerata

Venerdì 31 maggio Marcello Smarrelli, Direttore artistico della FEC, sarà all’Accademia di Belle Arti di Macerata tra i protagonisti di “Time to talk #1 – Luoghi e Artisti del contemporaneo”: prima edizione di una serie di appuntamenti annuali dedicati a dialoghi e confronti sulle esperienze artistiche più significative nelle Marche dagli anni ’70 ad oggi.

Attraverso i nostri progetti più iconici, Marcello Smarrelli presenterà il Metodo della FEC con il quale portiamo l’arte contemporanea nelle aziende da oltre 20 anni.

“Time to talk #1 – Luoghi e Artisti del contemporaneo” è un progetto ideato da Lucia Cataldo e Davide Ferri, curato e condotto dalle studentesse e dagli studenti del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte, in collaborazione con il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.

L’evento si articola in una serie di interventi di protagonisti del mondo culturale della regione Marche che hanno segnato l’identità di progetti e luoghi del contemporaneo nel territorio.

L’incontro è aperto a tutti gli interessati!

Leggi il comunicato stampa e il programma della giornata.

Accademia di Belle Arti di Macerata, Auditorium Joseph Svoboda
Venerdì 31 maggio, 9:30 – 13:00 e 14:30 – 18:00

9 maggio 2024
FECincontra Agostino Iacurci

Il vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli ci racconta della sua pratica artistica, di come essa si è evoluta nel tempo e dell’importanza che ricoprono nel suo lavoro la relazione e il confronto con le persone e i luoghi.

Ci racconti della tua pratica artistica e di come si è evoluta nel tempo?
La mia pratica artistica comprende diversi media ed è cresciuta e si è evoluta man mano che ho avuto accesso a spazi, mezzi e informazioni.
Sono partito da un immaginario più esistenziale e da strumenti a me accessibili come il disegno, la pittura ed una forma di scultura rudimentale.
Negli anni, mi sono appassionato a diversi temi come l’architettura, la storia della decorazione, la botanica, il paesaggio. Nel frattempo, dal disegno sono passato alla pittura nello spazio, poi alla collaborazione con artigiani e infine a generare veri e propri spazi attraverso le installazioni.
Nel tempo l’elemento umano da soggetto dei dipinti è diventato attore degli spazi che genero, in un certo senso sono passato da organizzare lo spazio bidimensionale della tela a coreografare visioni abitabili.

Nella tua pratica artistica utilizzi pittura, scultura, disegno. Qual è il medium con il quale ti senti più libero e spontaneo di esprimerti?
Tra i medium direi il disegno o la pittura per la praticità e l’immediatezza rispetto agli altri, ma forse la parte in cui mi sento più libero e spontaneo è proprio la fase di invenzione, ideazione e la progettazione.

Che valenza ha per te realizzare grandi murales e installazioni, e in generale arte nei luoghi pubblici? 
Il murales è una delle prime forme che ha preso il mio lavoro, è avvenuto in maniera istintiva, lo trovo un mezzo molto potente perché ha la capacità di trasformare gli spazi con un gesto minimo, economico e reversibile, come stendere un velo di pittura. L’installazione per me viene da una evoluzione del murales, dalla possibilità di sviluppare un immaginario pittorico nella terza dimensione.
Trovo molto interessante misurarsi con spazi non convenzionali dell’arte, dove il lavoro deve interagire con un pubblico eterogeneo facendo a meno dell’aura sacrale che gli viene conferito dallo spazio espositivo canonico.
L’esperienza mi ha inoltre insegnato che al di là della valenza artistica, intervenire in un determinato luogo, anche solo con un gesto minimo, finisce per generare domande, dibattiti e, nei casi più fortunati, anche processi virtuosi di cura dei luoghi.

Che ruolo ha il pubblico e il dialogo con l’altro nell’ideazione e creazione delle tue opere?
Penso ai miei lavori come a degli strumenti di dialogo, del resto la mia pratica, è uno dei modi con cui mi esprimo e comunico con gli altri.
Il dialogo fa anche parte del mio metodo e dei miei processi ideativi, mi piace raccogliere informazioni e pareri da più interlocutori, confrontarmi con curatori, artigiani, pubblico, passanti. Ho realizzato diversi lavori in forma di workshop-laboratorio in cui il dialogo e le relazioni sono quasi più importanti dell’esito e della forma finale assunta dal lavoro.
Inoltre, in questa dimensione dialogica includo anche il confronto con i luoghi, l’arte e la cultura del passato, le informazioni, i suoni e le immagini che hanno informato il mio lavoro. Infine, c’è il dialogo e le relazioni che spero il lavoro siano in grado di generare autonomamente in futuro, una volta realizzato.

Sei vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli, che cosa ti aspetti da questa esperienza?
Per me è un grande onore, perché è un premio che prima di me è stato assegnato ad artisti di cui ho grande stima e rispetto. Mi auguro di fare un lavoro utile di e di riuscire a goderci la fase di realizzazione con il team della Fondazione Ermanno Casoli e tutti i dipendenti di Airforce.

15 aprile 2024
Inaugurata Straordinaria, l’installazione site-specific di we+ al Fuorisalone 2024

È aperta al pubblico Straordinaria, l’installazione site-specific promossa da ElicaFondazione Ermanno Casoli in occasione del Fuorisalone 2024, ideata dallo studio giapponese di design we+ per il Cortile d’onore di Palazzo Litta, a cura di Marcello Smarrelli.

Straordinaria si ispira alla leggerezza delle nuvole, creando un flusso continuo nell’alternanza di toni che evocano l’aria e il calore, elementi naturali e fortemente identitari per Elica. L’unione armonica di spazio e materia evoca l’idea di movimento e di conseguente trasformazione, esortando gli spettatori ad assumere un ruolo attivo esplorando e interagendo in modo coinvolgente con l’installazione.

“La sperimentazione è un valore che la FEC condivide con Elica – spiega Marcello Smarrelli – e si riflette nella volontà di cercare sempre lo straordinario nell’ordinario. L’installazione realizzata da we+ incarna perfettamente questa visione, esprimendo l’attenzione che da sempre rivolgiamo alle nuove tecnologie applicate alla ricerca estetica”.

Per saperne di più leggi qui l’intervista ai we+.

Straordinaria
Palazzo Litta – Cortile d’onore
Milano, Corso Magenta 24
Apertura al pubblico: da lunedì 15 a domenica 21 aprile, ore 10.00 – 19.30

11 aprile 2024
FECincontra we+

Lo studio giapponese di design we+, fondato a Tokyo da Toshiya Hayashi e Hokuto Ando, racconta la propria storia e come è nata “Straordinaria”, l’installazione site-specific realizzata per FEC e Elica in occasione del Fuorisalone 2024.

Ci presentate we+ e ci raccontate la vostra storia?
we+ è uno studio di design contemporaneo fondato nel 2013 a Tokyo da Toshiya Hayashi e Hokuto Ando. La nostra missione è la creazione di nuove prospettive e valori attraverso la ricerca e la sperimentazione. I nostri progetti sono il risultato di una costante ricerca sia in Giappone che all’estero. Grazie a queste esperienze, abbiamo avuto il privilegio di collaborare con diverse aziende e organizzazioni, contribuendo a progetti di ricerca e sviluppo, installazioni su commissione, branding, ideazione di nuovi prodotti, design di spazi e direzione artistica. 

Cosa contraddistingue il vostro lavoro quotidiano?
Ci contraddistingue la valorizzazione della ricerca e dell’esperimento. Integrando il pensiero logico, come l’analisi della storia e del contesto sociale del cliente, con un approccio pratico al lavoro sul campo e alla sperimentazione con i materiali, miriamo a esplorare nuove espressioni e possibilità per giungere a design alternativi.

Ci illustrate l’installazione “Straordinaria” che presenterete al Fuorisalone a Palazzo Litta?
“Straordinaria” trae ispirazione dalla delicata formazione delle ‘nuvole’ che ha origine dalla collisione di aria calda e fredda. L’installazione consiste in innumerevoli cilindri di tessuto in rete traslucida sospesi dall’alto, che creano nello spazio un flusso etereo di tenui sfumature. Questi cilindri, leggermente colorati in alcune sezioni, evocano sensazioni di ‘aria’ e ‘calore’. L’esperienza sarà simile ad una passeggiata tra le nuvole, invitando gli spettatori a immergersi nell’elegante interazione di aria e calore e a fondersi armoniosamente con l’ambiente circostante, scoprendo così un mondo di sensazioni uniche.

In che modo il pubblico potrà interagire con l’installazione?
L’installazione offre al pubblico un’esperienza coinvolgente, in cui i colori cambiano sorprendentemente in base all’angolazione di visione, alla posizione e alla distanza dall’opera stessa. Modificando questi fattori, è possibile apprezzare una varietà di espressioni. Entrare nel percorso all’interno dell’installazione, circondati dall’opera d’arte in tutte le direzioni, sarà come passeggiare attraverso una nuvola vibrante di colori.

Quali sono le vostre aspettative riguardo a questa esperienza a Milano con Elica e la Fondazione Ermanno Casoli?
Attraverso l’esperienza immersiva che abbiamo creato, ci aspettiamo che il nuovo concept di Elica risuoni in modo intuitivo nei visitatori. Inoltre, siamo entusiasti che questa collaborazione sia stata anche un’opportunità per approfondire il nostro rapporto con la Fondazione Ermano Casoli. 

4 aprile 2024
Il metodo FEC all’Accademia di Belle Arti di Palermo

Giovedì 4 aprile il Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli, Marcello Smarrelli sarà protagonista di un incontro all’interno del Corso “Mercato dell’arte” della prof.ssa Laura Barreca presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.

L’intervento di Marcello Smarrelli verterà sull’originale processo di innovazione innescato dal dialogo tra arte e impresa che caratterizza tutte le attività della FEC, evidenziando come la fondazione abbia sviluppato un approccio unico nel campo della formazione aziendale utilizzando l’arte contemporanea come catalizzatore di idee e stimolo per la creatività.

Gli studenti avranno l’opportunità di esplorare le potenzialità di questo connubio e scoprire come l’arte possa essere un fattore chiave nel promuovere la trasformazione e lo sviluppo nel contesto aziendale.

Sarà anche una bella occasione per parlare di “Innovating business with art”, volume edito da Egea che racconta il metodo FEC, una risorsa preziosa per coloro che desiderano approfondire l’argomento attraverso tanti casi studio e progetti con artisti di fama internazionale.

3 aprile 2024
Fondazione Ermanno Casoli e Elica al Fuorisalone 2024 con Straordinaria by we+

Fondazione Ermanno Casoli e Elica al Fuorisalone 2024 con Straordinaria, installazione site-specific ideata dallo studio giapponese di design we+, a cura di Marcello Smarrelli.

La Fondazione Ermanno Casoli e Elica presentano Straordinaria, un’installazione site-specific ideata in occasione del Fuorisalone 2024 dallo studio giapponese di design we+ per il Cortile d’onore di Palazzo Litta, a cura di Marcello Smarrelli.

Fondato a Tokyo nel 2013 da Toshiya Hayashi e Hokuto Ando, we+ ha un approccio creativo caratterizzato da uno spiccato spirito di sperimentazione che genera prospettive inedite.

“La sperimentazione è un valore che la FEC condivide con Elica – spiega Marcello Smarrelli – e si riflette nella volontà di cercare sempre lo straordinario nell’ordinario. L’installazione realizzata da we+ incarna perfettamente questa visione, esprimendo l’attenzione che da sempre rivolgiamo alle nuove tecnologie applicate alla ricerca estetica”.

Straordinaria si ispira alla leggerezza delle nuvole, creando un flusso continuo nell’alternanza di toni che evocano l’aria e il calore, elementi naturali e fortemente identitari per Elica. L’unione armonica di spazio e materia evoca l’idea di movimento e di conseguente trasformazione, esortando gli spettatori ad assumere un ruolo attivo esplorando e interagendo in modo coinvolgente con l’installazione.

Straordinaria
Palazzo Litta – Cortile d’onore
Milano, Corso Magenta 24
Apertura al pubblico: da lunedì 15 a domenica 21 aprile, ore 10.00 – 19.30

25 marzo 2024
FECincontra Airforce

Ruggero Pinto, General Manager, e Alberta Traballoni, HR, ci raccontano Airforce, azienda del gruppo Elica in cui l’artista Agostino Iacurci realizzerà, insieme a tutta la popolazione aziendale, un’opera site-specific nella nuova sede di Cerreto d’Esi (AN) per la XXII edizione del Premio Ermanno Casoli. Scopriamo insieme quali sono le aspettative e gli obiettivi che Airforce si propone di raggiungere attraverso questa speciale collaborazione.

– Potreste raccontarci in breve Airforce e la sua evoluzione negli anni? Ci piacerebbe conoscere cosa rende unica la vostra cultura aziendale, le trasformazioni in corso e le persone che fanno parte di questa storia.
Airforce è un’azienda italiana che nasce nel 1997 tra le colline Marchigiane nel distretto industriale dell’elettrodomestico. Sin da subito si è contraddistinta per il suo “saper fare bene” basato su valori forti e ben definiti come impegno, integrità, responsabilità ed etica.
Negli anni è diventata un’eccellenza nel mercato internazionale portando l’artigianalità e l’innovazione italiana nelle cucine di tutto il mondo. Velocità, flessibilità e innovazione sono sempre stati i tratti distintivi di Airforce che, uniti alla professionalità e alla lunga esperienza nel settore, hanno permesso di offrire prodotti personalizzati.
Nel 2022 Elica ha acquisito il 100 % di Airforce portandola ad una dimensione più manageriale, pur conservando comunque due caratteristiche autentiche: energia e senso di appartenenza che il nucleo fondativo dei dipendenti che sono in azienda da oltre 20 anni è riuscito a trasmettere a tutta la comunità.

– Quali sono gli obiettivi che Airforce si propone di raggiungere attraverso questa collaborazione con Agostino Iacurci per il Premio Ermanno Casoli?
Crediamo fortemente che questa collaborazione possa portare molti benefici ad Airforce e a ognuno di noi. Innanzitutto, l’opera d’arte diventerà parte integrante del nostro ambiente di lavoro creando un’atmosfera più stimolante per tutti. Inoltre, un’opera d’arte crea sempre bellezza e quando si porta la bellezza in uno spazio che è stato pensato e realizzato mettendo al centro esclusivamente la funzionalità, si elevano i sentimenti delle persone e si potenzia la loro sensibilità. E questo è un aspetto fondamentale di creazione del valore.

– Quali sono le aspettative di Airforce riguardo all’impatto che l’installazione artistica che sarà realizzata con il contributo di tutti i dipendenti avrà sull’ambiente di lavoro e sulle dinamiche relazionali?
Questa iniziativa ci permette di rafforzare il concetto che ognuno concorre a creare una parte che si combina e armonizza in un tutto, unendo le emozioni e la sensibilità di ognuno attraverso l’arte.
Siamo un’azienda fortemente legata al senso dell’appartenenza, un sentimento che storicamente si esprime nella condivisione di uno spazio, di un’agorà, in cui far convergere relazioni, competenze, diversità e originalità di tutte le persone.
La realizzazione di quest’opera rafforzerà la comunità di lavoro, darà più energia e più capacità di proiezione esterna. La bellezza di un’opera d’arte crea sicuramente valore.

– Pensate che il contatto diretto con l’artista e l’arte contemporanea possano contribuire al miglioramento del senso di appartenenza e all’aumento del benessere delle persone Airforce?
Certamente sì, poiché in questo tipo di esperienze l’artista assolve la figura di mediatore culturale e di crocevia emotivo; una figura terza che per autorevolezza, competenza e carisma può sintetizzare gli stati d’animo delle persone orientandoli in una direzione comune. Inoltre, la bellezza crea soggezione e rispetto, restituendo la vera dimensione delle cose e il senso del limite che sono oggettivi fattori di miglioramento dell’essere e del fare delle persone.

– Il progetto prevede una partecipazione trasversale della popolazione aziendale. In che modo pensate che questo lavoro collaborativo tra diverse figure professionali possa riflettersi nella quotidianità dell’azienda?
Crediamo che lavorare insieme in un’attività creativa possa stimolare le persone e ci permetterà di esprimere la nostra identità e la nostra cultura aziendale in modo originale e coinvolgente. Originalità e coinvolgimento migliorano il senso di coesione. Questo di fatto sarà un esercizio di cooperazione paritario in cui rivalità e competizione – sentimenti tipicamente individualistici- vengono messi in secondo piano in nome di un obiettivo condiviso e ritenuto degno di collaborazione proattiva.

Ruggero Pinto, General Manager Airforce
Alberta Traballoni, HR Airforce

14 marzo 2024
PREMIO ERMANNO CASOLI XXII EDIZIONE

La Fondazione Ermanno Casoli annuncia l’artista vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli: l’importante riconoscimento nel campo dell’arte contemporanea in Italia è stato assegnato ad Agostino Iacurci (Foggia, 1986) che realizzerà un’opera d’arte sitespecific per la sede di AIRFORCE a Cerreto D’Esi (AN), azienda del gruppo Elica. 

Come dichiara Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli: “Agostino Iacurci ha creato una sua cifra personalissima con cui rappresenta la realtà e in modo particolare il paesaggio. Oltre allo stile fortemente espressivo, un elemento fondamentale della pratica di Iacurci è l’attitudine alla relazione che lo rende felicemente incline a condividere il processo creativo con gruppi eterogenei di persone”.  

Nella sua pratica artistica Agostino Iacurci utilizza pittura, scultura, disegno, luce, suono, combinando in modo eterogeneo i vari media per creare installazioni immersive che dialogano intimamente con i luoghi, spazi visionari in cui convergono liberamente storie, ricordi personali, riferimenti letterari e racconti vernacolari. I suoi interventi pittorici su grande scala, che ne hanno decretato il successo internazionale, si configurano come interventi di pittura espansa, un‘originale rilettura della cosiddetta “architettura parlante”.  

Agostino Iacurci è stato invitato a ideare un progetto per il nuovo stabilimento di AIRFORCE che, come caratteristico del Premio Ermanno Casoli, nasce da un bisogno formativo identificato all’interno dell’azienda in collaborazione con la funzione Human Resources: dopo la completa acquisizione da parte di Elica e il trasferimento della propria sede da Fabriano a Cerreto D’Esi, per le persone di AIRFORCE era necessario ricreare la compattezza, l’energia, lo spirito di condivisione che da sempre caratterizzano l’azienda, ma anche offrire un luogo accogliente e familiare ai propri lavoratori.  

L’intervento sarà il frutto di una serie di azioni che coinvolgeranno l’intera popolazione aziendale – circa 100 tra dirigenti, impiegati e operai – senza alcuna distinzione di gerarchia organizzativa, con l’obiettivo di trasformare un’ampia porzione dello stabilimento, attualmente utilizzata come area di transito, in un luogo di sosta e incontro per i dipendenti.

Leggi il comunicato stampa.

21 dicembre 2023
GREETINGS BY CLAIRE FONTAINE

Claire Fontaine, 2023

 

“Guarda nel profondo della Natura, e allora capirai tutto meglio.” (Albert Einstein)

Con questo messaggio, che arriva dritto all’essenza delle cose, la Fondazione Ermanno Casoli insieme all’artista Claire Fontaine augura buon Natale.

L’invito è quello di contrastare la follia del mondo opponendovi lo sguardo trasformativo dei bambini.

I disegni sono stati realizzati dai figli dei dipendenti Elica nell’ambito del workshop “Gli animali scappati”, ideato per la nona edizione di E-STRAORDINARIO for Kids da Claire Fontaine, a cura di Marcello Smarrelli.

I piccoli partecipanti sono stati invitati in totale libertà a disegnare e colorare i loro animali preferiti, reali e allo stesso tempo fantastici, immaginando una rocambolesca fuga dai libri illustrati al grande foglio bianco passando per la testa degli artisti “sempre aperta, come una porta senza chiave”.

12 dicembre 2023
FECincontra Stefano Coletto, Curatore Fondazione Bevilacqua La Masa per il progetto “Alchimie Culturali”

Stefano Coletto, curatore della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, ci racconta “Alchimie Culturali”, progetto che crea interessanti sinergie tra il mondo dell’arte e quello delle imprese, in collaborazione con Confindustria Veneto.

 

Leggi l’intervista e scopri le affinità con il metodo FEC, esempio da imitare e raggiungere sia in fase di ideazione che nelle successive attività di divulgazione del progetto.

– Come nasce il progetto Alchimie culturali e come si è evoluto in queste prime tre edizioni?
Il progetto Alchimie Culturali nasce nel 2016 da un’idea di Confindustria Veneto di coinvolgere aziende medio piccole del Veneto per avvicinarle al mondo dell’arte contemporanea emergente attraverso una collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa, istituzione pubblica che da sempre si occupa del sostegno e della promozione dei giovani talenti. La Fondazione, infatti, cercando di superare l’idea di mera sponsorizzazione e avviando sinergie più articolate, aveva già avviato in passato iniziative simili con brand e imprese a sostegno di Atelier, il programma di residenze per artisti, unico in Italia per una istituzione pubblica.
Con il progetto Alchimie culturali, la Fondazione Bevilacqua La Masa continua questo percorso di avvicinamento tra due mondi apparentemente distinti: Confindustria Veneto individua le imprese, la Fondazione sceglie gli artisti e si occupa della curatela del progetto con mostra finale per l’esposizione delle opere realizzate. Insieme, le due realtà collaborano per le varie attività di comunicazione e formazione.
Considerando questa del 2023 la terza edizione, la struttura del progetto rimane quella iniziale: 5 o 6 aziende per 5 o 6 artisti, in modo da attivare col tempo un sistema diffuso e collaudato di buone pratiche, vitale e ricco di contenuti.

– Quali sono stati i benefici e risultati tangibili per le aziende coinvolte nel lavoro con l’arte contemporanea?
Nella maggior parte dei casi affrontati, le aziende non avevano consuetudine con gli articolati linguaggi dell’arte contemporanea. Non avevano avuto prima esperienze di collezionismo o mecenatismo significative, per cui il primo passo è stato quello di creare percorsi di avvicinamento, conoscenza reciproca e scambio.
In questo tipo di attività, le aziende contribuiscono a produrre, con le loro competenze e tecnologie, opere inusuali, inaspettate, che nascono dalla sperimentazione. L’abilitazione cognitiva, come direbbe Pier Luigi Sacco, per i distretti culturali evoluti diviene fatto concreto.
Infine, le opere prodotte vengono raccontate ed esposte negli spazi della Bevilacqua La Masa a Venezia, momento di visibilità per l’azienda stessa.

– Quali sono state le difficoltà principali che avete riscontrato mettendo in relazione arte e imprese?
Non essendoci una commissione preordinata e una consuetudine di frequentazione, il progetto richiede tempi lunghi presentazione, avvicinamento, illustrazione dei reciproci mondi e quindi ideazione, progettazione, produzione. La difficoltà ma anche la sfida, è questo partire dal basso e ottenere dei risultati, con gradi diversi di soddisfazione e qualità, ma con un’intensità del processo attivato sempre profonda. Come direbbe il Prof. Fabrizio Panozzo – che ha avviato con Ca’ Foscari progetti interessanti di ricerca su queste iniziative – questo processo comprende anche il racconto di ogni storia nata dall’esperienza.

– Quanto il metodo FEC è stato di aiuto e di ispirazione nel definire gli obiettivi del progetto?
Personalmente, quanto fatto dalla FEC è sempre stato un esempio da imitare e raggiungere. Ne abbiamo parlato spesso sia in fase di ideazione del nostro progetto che nelle successive attività di divulgazione.
L’obiettivo più alto è pensare che ogni azienda possa diventare un atelier in cui gli artisti possono incontrare maestranze, organizzazioni, persone, in grado di capire, accogliere ascoltare urgenze espressive e creative. Ogni sinergia di questo tipo crea meccanismi trasformativi condivisi e dinamiche evolute che caratterizzano la migliore innovazione.

20 novembre 2023
ARTE E IMPRESA. IPOTESI DI UNA RELAZIONE POSSIBILE | Il metodo FEC a Venezia

Mercoledì 22 novembre alle ore 16, presso Palazzetto Tito a Venezia, il nostro direttore artistico Marcello Smarrelli presenterà il metodo ideato dalla Fondazione Ermanno Casoli (FEC) per portare l’arte contemporanea nelle imprese, nato da oltre dieci anni di esperienza e sperimentazione nelle aziende. 

Attraverso il racconto della pionieristica attività della FEC, saranno presentati i temi alla base del volume “Innovare l’impresa con l’arte. Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli” (Egea, 2018): l’arte contemporanea come chiave per il rinnovamento personale e professionale, per il cambiamento dei processi di apprendimento volti all’innovazione, per la definizione di una nuova prospettiva sulla performance di impresa.  

 L’intervento si inserisce nella presentazione della seconda edizione di “Alchimie culturali”, progetto promosso dalla Fondazione Bevilacqua La Masa e Confindustria Veneto, nato con l’obiettivo – affine alla mission della FEC – di favorire la partnership tra imprese e artisti contemporanei.  

Intervengono: Mariacristina Gribaudi, Advisor Confindustria Veneto con delega alla Cultura; Bruno Bernardi, Presidente Fondazione Bevilacqua La Masa; Stefano Coletto, Curatore Fondazione Bevilacqua La Masa; Marcello Smarelli, Direttore Fondazione Ermanno Casoli; Fabrizio Panozzo, Docente di politiche culturali e critical management studies all’Università di Ca’ Foscari Venezia.

Informazioni sull’evento:
Mercoledì 22 novembre ore 16
Palazzetto Tito, Venezia, Dorsoduro 2826
Ingresso libero
041 5207797, info@bevilacqualamasa.it
www.bevilacqualamasa.it 

27 settembre 2023
La FEC apre alle visite in occasione della Diciannovesima Giornata del Contemporaneo

Sabato 7 ottobre 2023, la Fondazione Ermanno Casoli aderisce alla Diciannovesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione promossa da AMACI, con la visita straordinaria alla nuova installazione site-specific di Claire Fontaine, Il personale (2023), realizzata per la XXI edizione del Premio Ermanno Casoli e alle altre opere della collezione di arte contemporanea ospitata negli spazi di Elica a Fabriano, azienda leader globale nei sistemi di aspirazione in cucina e principale sostenitrice della FEC.

Pioniera nell’indagare le potenzialità del dialogo fra arte e impresa, la FEC si è affermata in Italia come modello di riferimento all’avanguardia nel campo della formazione aziendale attraverso l’arte contemporanea. Tutte le attività promosse dalla FEC – che trovano in Elica l’incubatore ideale in cui sperimentare processi e risultati, successivamente applicati anche in altri contesti – invitano artisti di fama internazionale a progettare e realizzare un’opera d’arte permanente in azienda, con la partecipazione attiva delle persone che vi lavorano.  

Questa particolare quanto specifica raccolta di opere è stata inserita nel volume Global Corporate Collection (2015), dedicato alle 100 più belle collezioni d’arte aziendale nel mondo. 

Saranno visibili, tra gli altri, le opere di: Francesco Arena, Bianco Valente, Fabio Barile, Francesco Barocco, Matteo Fato, Marcello Maloberti, Elena Mazzi, Francesco Neri, Perino & Vele, Jorge Satorre, Sissi, Patrick Tuttofuoco, Vedovamazzei. 

QUANDO
Sabato 7 ottobre
Le visite inizieranno alle ore 10.00, 11.00 e 12.00. 

PRENOTAZIONE
La prenotazione è obbligatoria entro e non oltre giovedì 5 ottobre, registrati qui.

DOVE
Elica Headquarters
Via Ermanno Casoli, 2
60044 Fabriano (AN)

INFO
segreteria@fondazionecasoli.org
+ 39 0732 6104257
+ 39 345 6420254 

Evento organizzato in occasione della Diciannovesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

25 settembre 2023
Inaugurata l’opera di Claire Fontaine: Il personale | Premio Ermanno Casoli XXI edizione

Domenica 24 settembre è stata inaugurata nella sede di ELICA a Fabriano, IL PERSONALE, l’opera d’arte site-specific realizzata da Claire Fontaine per la XXI edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli.

La nuova installazione luminosa di Claire Fontaine, intitolata IL PERSONALE, pensata per il luogo più iconico dell’headquarter di Elica a Fabriano, nasce dalle riflessioni scaturite durante il workshop “Lavoro femminile visibile e invisibile”, rivolto ad un gruppo di 30 donne che rivestono ruoli manageriali all’interno dell’azienda. Alla luce di alcuni concetti fondamentali del femminismo – su cui il duo artistico si interroga dai suoi esordi – le partecipanti sono state chiamate ad esprimersi sul tema dell’empowerment femminile con l’obiettivo di mettere in evidenza le loro difficoltà nel conciliare gli aspetti professionali con quelli familiari.

L’opera diventa così uno spunto di riflessione sulla condizione delle donne nel contesto lavorativo e sociale, portando alla luce il loro valore ed enfatizzando l’importanza di una visione politica più ampia per promuovere l’uguaglianza e il rispetto dei diritti delle donne come agenti trasformatori della società.

Progetto sostenuto dalla Regione Marche – Assessorato alla Cultura

[Leggi il comunicato stampa]

1 luglio 2023
TOCC – Transizione Digitale Organismi Culturali e Creativi

La Fondazione Ermanno Casoli è lieta di annunciare la realizzazione di una piattaforma virtuale dedicata alla fruizione online della sua collezione d’arte contemporanea. Il progetto, a cura di Marcello Smarrelli e sviluppato in collaborazione con Salottobuono, Studio Visuale, Metaverso Srl, è vincitore del TOCC – Transizione Digitale Organismi Culturali e Creativi, avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Progetto NGEU – Next Generation EU attraverso i fondi destinati al PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per favorire l’innovazione e la transizione digitale.

La piattaforma permetterà al pubblico di esplorare le opere in modo interattivo e immersivo, con particolare attenzione all’accessibilità grazie alla collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero.

Il Comune di Fabriano, insieme all’ISIA Urbino e all’Accademia di Belle Arti di Macerata, supporteranno la diffusione e l’utilizzo educativo del progetto.

 

13 giugno 2023
MARSHY vince la Menzione Speciale CULTURA D’IMPRESA del Premio CULTURA + IMPRESA 2022-2023

Fondazione Ermanno Casoli ed Elica hanno ricevuto la Menzione Speciale CULTURA D’IMPRESA del Premio CULTURA + IMPRESA 2022-2023 – promosso da Federculture e da The Round Table in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture e Ales / Ministero della cultura – per l’opera MARSHY, installazione site-specific permanente di Eugenio Tibaldi a cura di Marcello Smarrelli , realizzata per la XX edizione (2022) del Premio Ermanno Casoli a Castelfidardo (AN) nella sede di EMC FIME, azienda del gruppo Elica.

Ieri, lunedì 12 giugno 2023, si è svolta a Roma, presso la sede dell’Associazione Civita a piazza Venezia, la giornata di premiazione della decima edizione del Premio CULTURA + IMPRESA 2022-2023, promosso da Federculture e da The Round Table, in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture e Ales / Ministero della Cultura.

Alla presenza di autorità e istituzioni, Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli e Deborah Caré, Chief Human Resources Officer di Elica, hanno ritirato la Menzione Speciale CULTURA D’IMPRESA assegnata a MARSHY, installazione permanente realizzata da Eugenio Tibaldi in occasione della XX edizione del Premio Ermanno Casoli nella sede di EMC FIME, azienda del gruppo Elica, a Castelfidardo (AN).

L’obiettivo del Premio CULTURA+IMPRESA è ricercare, valorizzare e condividere i migliori progetti culturali che assicurano valore aggiunto comunicativo per le imprese e risorse preziose per gli operatori culturali pubblici e privati.

La Menzione Speciale CULTURA D’IMPRESA è stata assegnata a MARSHY, come miglior progetto di narrazione e valorizzazione della cultura d’impresa, insita nella natura stessa della Fondazione Ermanno Casoli, nata nel 2007 in memoria di Ermanno Casoli, amante dell’arte e fondatore di Elica. Interamente costruita attraverso il riutilizzo degli scarti di produzione aziendale, MARSHY ha visto il coinvolgimento in vari modi di tutti i dipendenti del gruppo Elica – che ha una piattaforma produttiva con oltre 3.000 collaboratori articolata in 7 siti nel mondo – dimostrando come l’arte sia strumento di crescita, formazione e cambiamento per la continua innovazione nel fare impresa.

Fondazione Ermanno Casoli ed Elica, pioniere in questo tipo di attività, ottengono dunque un ulteriore riconoscimento a conferma del successo già ottenuto con l’E-STRAORDINARIO, programma di formazione aziendale attraverso l’arte contemporanea che si è aggiudicato il 1° posto nella sezione Sponsorizzazioni e Partnership culturali del Premio CULTURA+ IMPRESA 2014.

Il Presidente di Elica, Francesco Casoli, ha dichiarato: “La Menzione Speciale assegnata a MARSHY come miglior progetto di narrazione e valorizzazione della cultura d’impresa, rappresenta per noi un grande orgoglio. La Fondazione Ermanno Casoli, intitolata a mio padre, promuove da sempre iniziative in cui l’arte contemporanea ha l’obiettivo di innescare processi di innovazione all’interno delle aziende. Questo riconoscimento conferma ancora una volta l’impegno di Elica nel promuovere la contaminazione tra arte e impresa come risorsa importante per la crescita personale.”

MARSHY, termine che in inglese si riferisce ad un ambiente palustre, è un’installazione site-specific, di grandi dimensioni, che si presenta come uno specchio d’acqua di forma circolare del diametro di 12 metri.

Tre passerelle indicano le componenti, individuate dall’artista, come caratteristiche del territorio circostante: la natura, rappresentata dall’ambiente palustre ricreato artificialmente; la storia, quindi il legame con il centro di Castelfidardo ben visibile dallo stabilimento e noto, oltre che per i fatti storici della battaglia risorgimentale, per la produzione tradizionale di fisarmoniche; il tessuto industriale, rappresentato dall’azienda EMC FIME.

Per maggiori informazioni: www.culturapiuimpresa.it

5 giugno 2023
FECincontra Claire Fontaine

Vi raccontiamo qualcosa in più sull’artista vincitrice del Premio Ermanno Casoli!

 

Chi è Claire Fontaine? Artista collettiva fondata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi, si occupa di temi politici, sociali e di femminismo e lo fa attraverso vari medium come video, scultura e neon. Le sue opere sono un manifesto e un invito a farsi domande, a interrogarsi, a mettere la realtà in discussione.

 

Cosa farà per il Premio Ermanno Casoli? Claire Fontaine è stata invitata a realizzare un’opera per l’headquarter di Elica a Fabriano che, come caratteristico del nostro Premio, sarà il frutto dell’interazione con le persone che lavorano in azienda: ispirata dal confronto sul tema dell’empowerment femminile con un gruppo di 30 donne, l’opera sarà un omaggio al valore che ciascuna di esse porta ogni giorno nella dimensione lavorativa e personale.

 

Seguiteci sui nostri social per scoprire insieme le opere più emblematiche della ricerca di Claire Fontaine.

Claire Fontaine è un’artista collettiva fondata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi. Dal 2017 vive e lavora a Palermo.

Il suo nome è uno pseudonimo che suona come il nome proprio di una donna francese. I due artisti l’hanno scelto ispirandosi all’urinale di Duchamp (Fontaine) e a una nota marca di cancelleria francese (Clairefontaine) volendo deliberatamente creare l’equivoco, affinché le loro biografie non fossero direttamente associate alle opere, in modo da poter trasformare il lavoro in uno spazio di libertà.

L’uso della citazione e del pirataggio è legato alla stessa intenzione: la pratica di Claire Fontaine non si focalizza sul genio individuale e l’eccellenza dei singoli ma ricerca l’attivazione delle forze e delle forme presenti nella storia dell’arte e sottolinea il loro contenuto politico. Per l’artista esiste un valore d’uso delle immagini che è il loro potere di mettere in movimento i nostri corpi e i nostri pensieri, di illuminare il sensibile.

Claire Fontaine usa vari medium e rifiuta l’obbligo della riconoscibilità formale nel suo lavoro, che invece considera come una ricerca sperimentale in progress, un’esplorazione continua. Utilizza il video, la scultura, i testi luminosi spesso in neon, la pittura e la scrittura sia letteraria che saggistica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo l’antologia Lo sciopero umano e l’arte di creare la libertà, Derive Approdi, 2017, tradotta in Francese per Diaphanes, 2019 e in inglese per Semiotext(e) i libri d’artista: con Some instructions for the sharing of private property, One Star Press, 2011 e Vivre, vaincre, Dilecta, 2009. 

Due monografie sono state pubblicate sull’artista da Koenig Books, Newsfloor, 2020, con testi di Anita Chari e Jaleh Mansoor e Foreigners Everywhere, 2011, con testi di L. Ragaglia, Bernard Blistène, Nicolas Liucci-Goutnikov, John Kelsey, Hal Foster.  

Una selezione di mostre personali include: Star Reply Forward Info Delete, Memphis, Linz, 2022; Siamo con voi nella notte, Museo del 900, Firenze, 2020; Your Money and Your Life, Galerias Municipais, Lisbona, 2019; La Borsa e la vita, Palazzo Ducale, Genova, 2019; Les printemps seront silencieux, Le Confort Moderne, Poitiers, 2019; #displaced, Städtische Galerie Norhdorn, Nordhorn, 2019 ; Fortezzuola, Museo Pietro Canonica, Villa Medici, Roma, 2016; Tears, Jewish Museum, New York 2013; 1493, Espacio 1414, San Juan, Puerto Rico 2013; Sell Your Debt, Queen’s Nails, San Francisco 2013; Redemptions, CCA Wattis, San Francisco, 2013; Carelessness causes fire, Audian Gallery, Vancouver 2012; Breakfast starts at midnight, Index, The Swedish Contemporary Art Foundation Stockholm 2012; M-A-C-C-H-I-N-A-Z-IO-N-I, Museion, Bolzano, 2012; P.I.G.S., MUSAC, Castilla y León2011; Economies, Museum of Contemporary Art, North Miami 2010. 

26 aprile 2023
PREMIO ERMANNO CASOLI XXI EDIZIONE

La Fondazione Ermanno Casoli annuncia l’artista vincitrice del Premio Ermanno Casoli 2023: l’importante riconoscimento nel campo dell’arte contemporanea in Italia è stato assegnato a Claire Fontaine, artista collettiva fondata a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill. 

Come dichiara Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli: “Claire Fontaine ha da sempre unito la riflessione teorica alla pratica artistica e il suo lavoro rappresenta un unicum nel mondo dell’arte contemporanea. La poetica di Claire Fontaine, sfruttando parole e immagini espressive, dialoga in maniera critica con il sistema politico, economico e culturale contemporaneo creando uno spazio di libertà che risveglia la coscienza individuale”.  

Da sempre impegnata nelle questioni dell’autorialità, del femminismo e della sovversione dell’immaginario collettivo, Claire Fontaine è stata invitata a realizzare un’opera per l’headquarter di Elica a Fabriano che sarà inaugurata in autunno e, come caratteristico del Premio Ermanno Casoli a cura di Marcello Smarrelli, sarà il frutto di una residenza da parte degli artisti e di un processo di interazioni con le persone che lavorano in azienda. 

Il momento centrale sarà un workshop rivolto ad un gruppo di 30 donne che rivestono ruoli manageriali all’interno di Elica: le partecipanti, ispirate dal confronto con Claire Fontaine e con l’aiuto di alcuni testi illuminanti del femminismo, saranno chiamate a esprimersi sul tema dell’empowerment femminile. L’intento è quello di mettere in evidenza le difficoltà e la pressione sociale delle donne che ricoprono ruoli di responsabilità, nel compito di conciliare gli aspetti lavorativi con quelli personali. 

Inoltre, mercoledì 3 maggio 2023, alle 17.30, presso l’Auditorium di Elica a Fabriano, si terrà un talk aperto al pubblico dal titolo Lavoro visibile e invisibile. Claire Fontaine una pratica del fare. Claire Fontaine, in dialogo con Marilena Pirrelli, giornalista de Il Sole 24 Ore, ideatrice e responsabile della sezione Arteconomy, e Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli, illustrerà i temi principali della propria ricerca e le motivazioni sottese alla realizzazione dell’opera per il Premio Ermanno Casoli.

Progetto sostenuto dalla Regione Marche – Assessorato alla Cultura

Leggi il comunicato stampa.

21 aprile 2023
FECincontra Cristiana Colli, direttrice della rivista Mappe

Quando un’azienda decide di impegnarsi in settori diversi da quello strettamente legato al suo business, i risultati non possono che essere un successo!

 

Abbiamo parlato di questo con Cristiana Colli, direttrice di Mappe, rivista di architettura prodotta dall’azienda di arredamento ed edilizia Gagliardini.

 

«Una scelta pionieristica, quella dell’azienda. La rivista è un esempio di sviluppo d’impresa a traino culturale che ha messo insieme missione economica, reputazione e responsabilità sociale. Una scelta strategica, tanto che ha permesso il rafforzamento della comunità aziendale, accresciuto la formazione ed espanso lo stock cognitivo in un orizzonte professionale fatto di competenze, visioni, relazioni.»

Mappe è un progetto innovativo ed è divenuta una testata di riferimento. Con quale intento nasce e come si è reinventata negli anni per essere sempre al passo con i tempi? 

CC – Da oltre 25 anni la cultura del progetto è il centro dell’investimento culturale, stabile e incrementale, del Gruppo Gagliardini, con le riviste Progetti prima e Mappe ora, e con una serie di attività dedicate all’evoluzione della qualità architettonica nel territorio marchigiano e adriatico. Con differenti format si è valorizzata e promossa l’intera filiera del progetto – reti professionali, imprese, forme tradizionali ed emergenti di comunicazione contemporanea – e si è sviluppata un’autonoma progettualità divenuta parte integrante dello sviluppo economico a traino culturale della Regione Marche.  

Accanto alla rivista Mappe è nato Demanio Marittimo.Km-278 – e in parallelo l’omonima associazione culturale – condotto e condiviso già dalla prima edizione con un’infrastruttura di relazioni pubblica e privata, locale, nazionale e internazionale che agisce in autonomia, partecipa a bandi, lavora sui programmi culturali che interessano le metamorfosi territoriali. Nella sua evoluzione, dunque, Mappe è diventata tante cose: un attivatore stabile di interlocuzioni a diversa scala e tipologia; un progetto professionale, culturale, di comunità; un moltiplicatore del valore e un dispositivo di visibilità bottom up; una vetrina del dinamismo imprenditoriale del territorio con le sue eccellenze produttive, dall’artigianato di qualità alle produzioni industriali innovative; il luogo di uno scambio virtuoso e del networking tra comunità tecniche e comunità sociale e culturale. È un patrimonio condiviso che incarna il senso più autentico dell’impresa culturale quando mette insieme benefici individuali e ricaduta collettiva.  

Mappe racconta ed è un racconto, una lettura del paesaggio che parla la lingua tecnica della disciplina e la lingua trasversale della cultura; parla alle istituzioni, alle università, alle imprese, alle comunità locali, alle persone. Mappe è parte costitutiva e fondamentale di Mappelab, una piattaforma integrata di comunicazione del territorio, il luogo di dialoghi onlife che si sfoglia, si clicca e si visita, in continua evoluzione come lo è la cultura del progetto e la cultura d’impresa di cui è espressione. In questo senso è totalmente locale e totalmente globale.  

Quali sono i benefici per un’azienda di settore come Gagliardini nell’occuparsi di temi culturali, che differiscono dal core business aziendale? Come si riflette questo impegno sulla relazione con i dipendenti e con il successo dell’azienda? 

CC – La rivista è un esempio di sviluppo d’impresa a traino culturale che ha messo insieme missione economica, reputazione e responsabilità sociale. Il Sistema Mappelab ha garantito l’apertura e la crescita di nuovi mercati accanto a una modernizzazione professionale del capitale umano che, nelle turbolenze, ha permesso di mantenere e rigenerare la vocazione originaria. Allo stesso tempo si è valorizzata e promossa la qualità architettonica del territorio con una narrazione puntuale e disciplinare come patrimonio di conoscenza a disposizione della comunità. Mostre, convegni, eventi seminari e workshop sono stati le utili piattaforme intorno alle quali costruire e sedimentare progetti, riflessioni e azioni. Così è nata una community del progetto multiculturale e multidisciplinare – un riferimento marchigiano e adriatico delle due sponde. La scelta pionieristica, rispetto ai tempi alla dimensione e alla tipologia dell’impresa, si è rivelata strategica, tanto che il capitale umano ha condiviso sviluppo e catene del valore, ha consolidato l’appartenenza alla comunità aziendale, accresciuto la formazione ed espanso lo stock cognitivo in un orizzonte professionale fatto di competenze, visioni, relazioni. I format autonomi e interconnessi caratterizzati dall’indipendenza delle scelte editoriali e curatoriali, hanno agito in affiancamento alle politiche aziendali, e allo stesso tempo hanno favorito l‘affermarsi di forme emancipate di cittadinanza culturale. 

Oggi è fondamentale saper tessere relazioni, sia con le persone che con il territorio in cui si opera, per poter garantire sostenibilità all’impresa. Mappe ne è un esempio solido, grazie anche al suo sviluppo nel progetto culturale Demanio Marittimo. Quanto ha contribuito questo progetto-evento ad accrescere il dialogo attorno a temi come rigenerazione, innovazione, sperimentazione nel territorio, con le imprese? 

CC – L’architettura concettuale e metodologica di Demanio Marittimo.Km-278 è un format definito sin da subito, caratterizzato da un’idea originaria radicale – l’Adriatico sulla spiaggia. Sembra strano ma la spiaggia come hub culturale, spazio pubblico di cittadinanza, non era mai stato prima di noi uno statement così preciso e netto. La spiaggia come luogo eletto dell’incontro tra le identità socioeconomiche più forti del territorio, metafora, luogo di pensiero e di dialoghi, crocevia degli immaginari e delle trasformazioni urbane, luogo della natura e dello sviluppo sostenibile, paradigma di progettazione del vuoto, degli oggetti e dei manufatti sospeso tra l’antropologia del turista e quella del viaggiatore. L’Adriatico sulla spiaggia è un processo di rappresentazione delle sue comunità nazionali e transfrontaliere come mare di civiltà millenarie che si rinnovano nella modernità, con progetti, gesti e azioni di autori contemporanei.  

Quella di Marzocca – tra i sassi, le barche e gli argani, le nasse e le reti – permane come spiaggia antica e in-attuale che mantiene tracce e anticipazioni, sospesa tra la permanenza del senso e della memoria di luogo e una versione lenta della modernità. Il progetto ha nel nome l’incrocio e la sovrapposizione di infrastrutture parallele, e dal punto di vista linguistico Demanio Marittimo.Km-278 è un brand che accoglie in sé l’anonimato burocratico di una categoria – il demanio marittimo, uguale a sé stesso lungo tutto il perimetro della penisola – con una precisa identità di luogo spostata di segno. Un cortocircuito che rimanda in maniera critica, poetica e non didascalica alle tematiche del paesaggio, alle mappe cognitive e alla produzione culturale contemporanea. Si collocano in questo ambiente cognitivo le due macro direttrici concettuali: quella generazionale – la giovane progettazione di qualità in Italia e nel mondo che trova il suo apice nel contest di progettazione dello spazio pubblico con le più importanti scuole europee –  e quella geografica – a partire dalle narrazioni che si sviluppano lungo l’asse adriatico italiano e quello adriatico balcanico-mediterraneo come nuovo modello di sviluppo con forme di internazionalizzazione a medio raggio e una sorta di globalizzazione di prossimità. DMKM-278 ha costruito un’ampia coalizione pubblico/privata che partecipa e condivide lo sviluppo del progetto. Alla quale appartengono Amministrazioni e Istituzioni di diverso grado, autonomie funzionali, università, associazioni culturali italiane e internazionali dell’arte, del design e dell’architettura, musei, case editrici, centri studi, imprese di diverso tipo, gruppi media audiovisivi e digitali, società di comunicazione e social media. È una community, una rete di reti che realizza un palinsesto multiculturale e multidisciplinare, un’agorà reale e virtuale con una mappa digitale come frontiera di disseminazione nell’area adriatica, con cui si dilata la struttura del programma, si allargano il panel di ascolto e partecipazione, e la produzione di contenuti. In tutto questo un ruolo centrale è svolto dall’Associazione DMKM-278, costituita nel 2013 con l’impegno statutario di creare infrastrutture di relazione e coalizioni capaci di favorire lo sviluppo del territorio a traino culturale. Nata dalla necessaria terzietà imposta dallo sviluppo di Demanio Marittimo.Km-278 – e con una composizione articolata, pubblica, privata e istituzionale, professionale – è oggi un soggetto attivo nell’ ideazione e realizzazione di progetti culturali e territoriali complessi, come accaduto con “Terre in Movimento”, su incarico della Direzione Regionale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche nel 2018; con “Marzocca Re-Lab” nel 2022, e con “Camere con vista” nell’ambito di Strategia Fotografia, attualmente in corso di realizzazione. 

 

Per saperne di più: MappeLab – Persone Percorsi Progetti 

Leggi l’articolo dedicato a “MARSHY” di Eugenio Tibaldi a cura di Marcello Smarrelli su Mappe °18 2023. 

17 aprile 2023
MARSHY è nella Short List del Premio CULTURA + IMPRESA 2022-2023

MARSHY, l’opera realizzata dall’artista Eugenio Tibaldi per la XX edizione del Premio Ermanno Casoli a cura di Marcello Smarrelli, è stata inserita nella Short List dei Progetti finalisti del Premio CULTURA + IMPRESA 2022-2023, composta dai 22 progetti più meritevoli selezionati tra gli oltre 130 candidati. Il premio – promosso da Federculture e da The Round Table, in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture e Ales/Ministero della Culturaè dedicato ai migliori progetti in Italia che vedono la collaborazione tra istituzioni culturali e aziende nell’ambito di sponsorizzazioni, partnership e produzioni culturali d’impresa. 

MARSHY, realizzata nella sede di EMC FIME, divisione motori del gruppo Elica, a Castelfidardo (AN) – è stata selezionata tra i migliori progetti finalisti per la sezione “PRODUZIONI CULTURALI D’IMPRESA”, riaffermando il sodalizio tra Elica – azienda leader mondiale nella produzione di sistemi aspiranti da cucina – e la Fondazione Ermanno Casoli, che prende il nome del fondatore. 

Francesco Casoli, Presidente di Elica ha dichiarato: “Per noi è motivo di grande prestigio essere tra i migliori progetti arte-impresa in Italia, segno di quanto il Premio Ermanno Casoli, insieme al sostegno di Elica, diventi di anno in anno punto di riferimento e modello da esportare per tutte le aziende che mirano a fare dell’arte e della cultura uno strumento di innovazione e crescita”. 

MARSHY, termine che in inglese si riferisce ad un ambiente palustre, si presenta come uno specchio d’acqua del diametro di 12 metri, popolato da arbusti, bambù, fiori e da una colonia di 200 volatili. Il tutto costruito interamente attraverso il riutilizzo degli scarti della produzione aziendale e il coinvolgimento in varie fasi di tutto il mondo Elica, che ha una piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, con oltre 3000 lavoratori. 

Dal più marginale degli ambienti naturali, la palude diventa luogo di sospensione capace di accogliere una molteplicità di letture, che rispondono alle personali esperienze di coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione e dei visitatori. 

“Si è voluto realizzare un progetto che fosse particolarmente significativo – dichiara Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli – e la scelta di Eugenio Tibaldi non è stata casuale: la sua capacità di analisi e di definizione degli scenari sociali e economici, la facilità di relazionarsi con le persone e le organizzazioni, la sua attenzione al concetto di margine, ci hanno convinto che fosse l’artista perfetto per creare un’opera site-specific che parlasse di questo particolare momento in cui, usciti dal lungo isolamento forzato, c’era la volontà di ripartire con un nuovo bagaglio di valori e consapevolezze.” 

Il 12 giugno 2023 verranno assegnati tre Primi Premi corrispondenti alle tre Sezioni del Premio CULTURA + IMPRESA e le Menzioni Speciali dedicate a tematiche di particolare interesse. 

Per maggiori informazioni sul Premio CULTURA + IMPRESA: www.culturapiuimpresa.it 

1 marzo 2023
Il metodo FEC all’Accademia di Belle Arti di Bologna

Mercoledì 8 marzo il Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli, Marcello Smarrelli sarà ospite al ciclo di incontri Panopticon | Rivisitazioni a cura del Professore Simone Pellegrini presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

 

Il progetto vede la partecipazione di professionisti del settore artistico che forniranno agli studenti e agli interessati punti di vista, strategie, modalità di attivazione e registrazione della contemporaneità.

L’intervento di Marcello Smarrelli verterà sull’originale processo di innovazione innescato dal dialogo tra arte e impresa che caratterizza tutte le attività della FEC. 

Sarà anche una bella occasione per parlare di Innovating business with art, volume edito da Egea che racconta il metodo FEC attraverso tanti casi studio e progetti con artisti di fama internazionale. 

Durante l’incontro interverrà anche Chiara Paolino – professoressa associata di Organizzazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e docente di Leadership, Organization e HR presso SDA Bocconi School of Management – tra gli autori del libro insieme a Marcello Smarrelli e Deborah Carè. 

 

PANOPTICON | Rivisitazioni
Accademia di Belle Arti di Bologna | Aula Magna
8 Marzo 2023 h 15-17
Evento aperto al pubblico
Clicca qui per seguire l’incontro da remoto.

Maggiori dettagli sul sito www.ababo.it

23 febbraio 2023
FECincontra Chiara Paolino

Intervista a Chiara Paolino, una delle tre firme del volume della Fondazione Ermanno Casoli Innovating Business with Art, edito da Egea. 

 

“Il fatto che l’artista possa esprimere un lavoro complesso, legato alla sua produzione e poetica in modo autentico e che questo lavoro non si fermi entro le mura dell’impresa ma scateni una relazione tra impresa, organizzazioni del territorio e sistema dell’arte. Credo sia questa la cifra distintiva del metodo della FEC.” 

Cosa spinge una professoressa a scrivere un libro sull’innovazione in azienda? Quale obiettivo ha il libro? 

Studiare l’interazione tra gli artisti, le opere d’arte e le organizzazioni consente di far nascere domande importanti su che cosa sia il lavoro e come si possano strutturare le organizzazioni oggi e, forse, di elaborare qualche considerazione di risposta. Mantenere vivo il domandarsi se possono esistere modi più inclusivi, giusti, sostenibili, nuovi di lavorare: credo ci sia questo alla base del desiderio di analizzare in un libro come l’artista e la sua opera interagiscono con il contesto organizzativo.  

Che la presenza dell’arte nei contesti di lavoro potesse avere un ruolo per la generazione di idee, per implementare in modo nuovo lo scambio di conoscenza, generare il creative thinking, non è cosa nuova e si tratta di un concetto elaborato ben prima degli anni 2000, proprio grazie al fenomeno del collezionismo d’impresa. Tuttavia, come l’artista, con la sua pratica, i suoi oggetti, possa trasformare materialmente e immaterialmente i luoghi di lavoro è domanda più recente e più importante, perché include nella discussione non più solo il prodotto dell’arte, ma anche chi lo ha pensato, la sua storia, gli studi e la ricerca attraverso cui l’artista è arrivato ad elaborare una certa pratica. 

L’artista porta sui luoghi di lavoro una visione estetica degli stessi, dove ‘estetica’ implica la considerazione non solo del sapere deduttivo e della prestazione in sé per sé come processi e obiettivi dell’impresa, ma anche dei sentimenti, delle sensazioni, delle intuizioni attraverso cui le persone in azienda possono arrivare a certi obiettivi. L’artista e la sua pratica possono sviluppare una visione più orientata allo stesso tempo alla storia e al futuro di un’impresa, cosa che il management fa più fatica a fare; possono portare una visione della creatività e dei processi di collaborazione non solo come finalizzati ad un risultato, ma come modalità di costruire delle relazioni di lavoro più ampie e durature. Anche nella fattispecie di un intervento artistico che suscita disapprovazione o sentimenti negativi tra i lavoratori che vi partecipano, rimane comunque l’idea di essersi confrontati con una persona il cui portato culturale è talmente ricco e diverso (così come lo sono le modalità attraverso cui ha dovuto tradurle per l’impresa) che comunque ciò che rimane è una discussione meno finalizzata ad un risultato incrementale e più proiettata verso l’altro e verso il futuro. 

Indagare questi aspetti consente di porsi delle domande su quanto, nei luoghi di lavoro, per esempio siamo in grado di non ripetere sempre gli stessi processi, alla stessa maniera, su quanto lo facciamo tenendo in considerazione il contesto in cui come lavoratori siamo inseriti (dentro e fuori l’impresa), non solo pensando all’obiettivo di breve che vogliamo conseguire. 

Scrivere un libro su questi temi consente di incontrare artisti, management, lavoratori, di visitare studi e uffici e di porre queste domande alle persone che direttamente vivono modalità più o meno tradizionali di lavorare. Consente di riflettere e di tentare di elaborare delle pratiche e modalità e di condividerle con comunità professionali diverse. 

In cosa si distingue il metodo della FEC? 

Il fatto che l’artista possa esprimere un lavoro complesso, legato alla sua produzione e poetica in modo autentico, e che questo lavoro non si fermi entro le mura dell’impresa ma scateni una relazione tra impresa, organizzazioni del territorio e sistema dell’arte. Credo sia questa la cifra distintiva del metodo della FEC. Per quanto, dati i limiti di risorse che in tutti i contesti di lavoro esistono, il lavoro artistico si può esprimere in azienda solo entro una certa cornice temporale e spaziale, il metodo della FEC è in continuità con la produzione dell’artista o ne sviluppa alcuni tratti, e si allarga al coinvolgimento di musei, istituzioni, municipalità, producendo tanto cataloghi quanto materiale di comunicazione. 

Questo approccio all’artista e alla sua arte può essere la premessa di una relazione più sfidante, nuova, meno scontata tra artista e lavoratori.  

Cenni biografici 

Chiara Paolino è Professore Associato di Organizzazione Aziendale e Gestione del Personale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove coordina i programmi di Arts Management e Gestione dei Beni Culturali. Nella sua attività accademica e professionale, negli ultimi anni si è occupata di inclusione sui luoghi di lavoro, in particolar modo secondo una prospettiva di genere e delle persone con disabilità. All’inclusione, ha affiancato il tema della necessità della gestione delle persone, secondo i principi della giustizia organizzativa, della creatività e dell’estetica organizzativa. In questo ultimo filone, si collocano i suoi studi sul ruolo dell’arte e degli artisti per le imprese e le comunità intorno ad esse; l’analisi sulle Corporate Collection in Italia e la partecipazione al progetto internazionale Erasmus+ sul ruolo degli artisti nei processi di apprendimento degli adulti (“Artists Led Learning”) fanno riferimento a questo stream di ricerche e interventi.

Il libro è disponibile in tutte le librerie e su www.egeaeditore.it

13 febbraio 2023
L’AMORE BRULICA: FABRIZIO SARTORI x FEC per celebrare l’amore

La Fondazione Ermanno Casoli presenta L’amore brulica, un progetto realizzato dall’artista Fabrizio Sartori per i canali social della FEC, per celebrare quel sentimento fondamentale che ci tiene in vita, la più grande forza motrice dell’universo: l’amore.

A partire dal 14 febbraio, giorno di San Valentino, e nei giorni seguenti, sugli account della Fondazione saranno pubblicati dei brevi video creati dall’artista in cui un flusso di coscienza rapido e spontaneo elenca e definisce i “moti” che l’amore produce, tutto quello che l’amore fa.

Seguiteci sui nostri profili Instagram e Facebook per scoprirli.

La Fondazione Ermanno Casoli presenta L’amore brulica, un progetto realizzato dall’artista Fabrizio Sartori per i canali social della FEC, per celebrare quel sentimento fondamentale che ci tiene in vita, la più grande forza motrice dell’universo: l’amore.

Viviamo in un periodo storico caratterizzato da avvenimenti straordinari che ci inquietano e ci destabilizzano, tutti sentiamo la necessità di parole e gesti che ispirino calma e serenità, pace interiore, amore verso il prossimo.

Questo progetto è un piccolo ma significativo contributo della FEC per ribadire il valore della persona, delle diversità, dei processi d’inclusione, del rispetto per l’ambiente.

Siamo convinti che, e lo raccontiamo quotidianamente nelle aziende, da punti di vista differenti possano nascere idee più coinvolgenti e innovative, nuovi modi di interpretare la realtà, capaci di migliorare le nostre vite e il mondo. L’amore brulica è anche un invito ad accogliere ogni forma di diversità e a riconoscerne il valore.

A partire dal 14 febbraio, giorno di San Valentino e nei giorni seguenti, celebreremo la settimana dell’amore con i contributi video realizzati da Fabrizio Sartori.

> Seguiteci sui nostri profili Instagram e Facebook per scoprirli.

Per saperne di più, ecco alcune parole dell’artista sul lavoro che ha creato per noi:

Ho realizzato dei brevi video dove in un flusso di coscienza rapido e spontaneo elenco e definisco i “moti” che l’amore produce, tutto quello che l’amore fa.
Solo una parola con l’articolo – l’amore – ed un verbo.
Alcune definizioni sono giocose, divertenti, altre più serie, altre ancora sono inventate, nate da giochi di parole o addirittura sgrammaticate.
L’amore non ha regole, razza, colore o sesso.
L’amore esiste e si propaga, fa fare le cose più belle e più assurde, ma niente di brutto può portare il suo nome.
L’amore è la forza più grande che muove l’universo.
L’amore brulica.

20 dicembre 2022
GREETINGS BY EUGENIO TIBALDI

Eugenio Tibaldi, Marshy, 2022

 

We wish you a Marshy Christmas!

 

Marshy è un luogo di metamorfosi e trasmutazioni che parla di spazi liminari, aree di confine, di materia instabile e vibratile, delle infinite e imprevedibili potenzialità di tutto ciò che dovrà ancora essere.

Marshy ribalta l’immagine dello stagno e della palude, metafora dell’immobilità, esaltandone la natura di spazio germinale per antonomasia, generatore di biodiversità uniche.

Marshy induce a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, su come si evolve e cambia, sulla necessità di rispettare le diversità, portandoci a considerare in modo inusuale i concetti legati allo scarto, al riuso e al riciclo.

Marshy è uno spaccato della società ma non chiama in causa il reale. Decidendo di lasciarsi trarre in inganno e immergendosi, anzi sprofondando in quest’acqua si può scorgere una verità che ci proietta al di là delle convenzioni.

We wish you a Marshy Christmas!

22 novembre 2022
IRIDE DI GIANLUCA MALGERI ALL’IIC DI TOKYO PER I 20 ANNI DI ARIAFINA

Giovedì 24 novembre alle ore 11.30 si terrà presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo un evento promosso dalla Fondazione Ermanno Casoli per celebrare il ventesimo anniversario di Ariafina, joint venture tra Elica e Fuji Industrial.
Per suggellare questa relazione, che travalica i confini del business, Elica e la Fondazione Ermanno Casoli hanno commissionato un’opera all’artista Gianluca Malgeri, a testimonianza di come l’arte contemporanea sia sempre più un valore fondante per l’azienda fabrianese e di come la Fondazione riesca a sviluppare proficui percorsi culturali per promuovere i nostri artisti anche fuori dai confini nazionali.

Giovedì 24 novembre alle ore 11.30 si terrà presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo un evento promosso dalla Fondazione Ermanno Casoli per celebrare il ventesimo anniversario di Ariafina, joint venture tra Elica e Fuji Industrial, una delle unioni più longeve, dal punto di vista commerciale, tra Italia e Giappone.

Per suggellare questa relazione, che travalica i confini del business, Elica e la Fondazione Ermanno Casoli hanno commissionato un’opera all’artista Gianluca Malgeri, a testimonianza di come l’arte contemporanea sia sempre più un valore fondante per l’azienda fabrianese e di come la Fondazione riesca a sviluppare proficui percorsi culturali per promuovere i nostri artisti anche fuori dai confini nazionali.

È nata così Iride, un dittico composto da due mappe geografiche sulla cui superficie è delineato un doppio percorso che unisce Italia e Giappone. La prima rotta ripercorre l’itinerario del Raid Roma-Tokyo, il volo compiuto nel 1920 da due giovani piloti italiani rimasto negli annali della storia dell’aviazione; la seconda, sottolinea il legame tra Fabriano e Tokyo, celebrando la ventennale collaborazione tra Elica e Fuji Industrial.
“Quando Francesco Casoli mi ha chiamato per discutere dei contenuti dell’opera da produrre – racconta Malgeri – mi ha parlato più che del rapporto professionale, del legame di affetto e di stima che intercorre con la famiglia Kashimura. Per questo, sin dalle prime ricerche condotte ho avuto come obiettivo quello di creare un’opera che rispecchiasse soprattutto questo coinvolgimento emotivo”.
La composizione ricorda idealmente due occhi, una doppia visione, un obiettivo comune e condiviso, la metafora di questo legame professionale e affettivo.

Durante l’evento Francesco Casoli donerà una parte del dittico a Kosuke Kashimura, Presidente della Fuji Industrial. Le due parti che compongono l’opera, infatti, sono state concepite in modo che, unite o separate, possano essere sempre in relazione l’una con l’altra, indipendentemente dalla distanza e dal luogo dove si troveranno una volta divise.

La scelta dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo per celebrare questo anniversario non è casuale. L’istituzione è impegnata a diffondere la storia, la cultura e la creatività italiana in Giappone e l’edificio in cui ha sede, disegnato da Gae Aulenti, è uno dei simboli più significativi delle salde relazioni tra le due nazioni. D’altronde, la joint venture Ariafina, coniugando la bellezza del design italiano con la funzionalità impeccabile della tradizione industriale giapponese, è un esempio eccellente di come due universi apparentemente distanti possano dialogare anche grazie al linguaggio universale dell’arte.

3 ottobre 2022
INAUGURATA MARSHY di Eugenio Tibaldi | Premio Ermanno Casoli 2022 | XX edizione

Domenica 2 ottobre 2022 è stata inaugurata MARSHY, opera d’arte ambientale permanente di Eugenio Tibaldi, vincitore della XX edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli. Un progetto site specific realizzato per EMC FIME di Castelfidardo (AN), azienda del gruppo Elica, che ha visto coinvolti non solo i dipendenti della divisione motori, ma anche tutto il mondo Elica con la sua piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, per un totale di oltre 3.200 lavoratori.

MARSHY, termine che in inglese si riferisce ad un ambiente palustre, è stata collocata dall’artista in un terreno posto tra i due stabilimenti fino a poco tempo fa concorrenti e la strada provinciale Jesina. Uno spazio di confine non utile alla produzione e alla mobilità, eppure molto evocativo, soprattutto se si considera anche la vista che da questa posizione si gode sul centro storico di Castelfidardo.

MARSHY è la metafora di un luogo di trasformazioni e mutamenti, il riflesso di un habitat primordiale in cui si genera la vita, ma è anche l’immagine di una comunità espansa e variegata che convive all’interno di un nuovo ecosistema, in cui la diversità fra gli elementi rappresenta il valore più prezioso, che si apre al dialogo con lo spazio circostante attraverso la complessità delle sue componenti.

MARSHY nasce dalla ricerca di Eugenio Tibaldi sul ruolo dello scarto nelle macro e micro economie, aggiungendo un nuovo tassello alla sua pluriennale ricerca sul confine, attraverso la creazione di uno spazio ispirato al più marginale degli ambienti naturali. Un luogo di sospensione in cui ogni definizione di ciò che vediamo e proviamo è allo stesso tempo rassicurante e fuorviante, capace di accogliere una molteplicità di letture. Completa l’installazione un inserto sonoro che richiama il canto degli uccelli, composto con il musicista Andrea Naspi e realizzato con la fisarmonica grazie alla collaborazione con la storica azienda di Castelfidardo Pigini Fisarmoniche.

Una scelta che sottolinea ulteriormente lo strettissimo legame di questa opera d’arte con il territorio, rafforzata dall’inserimento della sua inaugurazione tra i principali eventi del programma del PIF (Premio Internazionale Fisarmonica) che si è svolto a Castelfidardo da mercoledì 28 settembre a domenica 2 ottobre 2022.

Clicca qui per il video racconto di Marshy

5 settembre 2022
E-STRAORDINARIO for kids #8 con Marta Roberti

Giovedì 8 settembre 2022 torna E-STRAORDINARIO FOR KIDS, il workshop curato da Marcello Smarrelli e organizzato dalla Fondazione Ermanno Casoli in collaborazione con Elica, leader globale nella produzione di cappe e piani aspiranti da cucina, dedicato ai bambini dai 7 ai 10 anni, figli dei dipendenti dell’azienda marchigiana.

IN BOCCA AL LUPO è il titolo del workshop ideato da Marta Roberti. Il lupo è uno degli animali che maggiormente si rintraccia nelle fiabe occidentali dove compare come rappresentazione simbolica del male: pericolo da cui guardarsi e tenersi alla larga. Ugualmente diffuso anche in altre culture dove appare come un animale totemico a rappresentazione della forza interiore.

Simbolo spirituale e ricettacolo di paure irrazionali, il lupo occupa un posto speciale nel nostro immaginario.

Da sempre il suo rapporto con l’uomo è complesso, fatto di paura e di ostilità, ma anche di sorprendenti affinità se consideriamo la sua organizzazione all’interno del branco. Inoltre un sentiero di lupo corre sempre sul cammino meno difficoltoso: ecco perché un essere umano seguirà spontaneamente un sentiero animale e talvolta proverà un’indistinzione momentanea tra sé e gli altri animali.

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23 agosto 2022
FECincontra Marcello Smarrelli

Intervista a Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli e una delle tre firme del nuovo volume Innovating Business with Art, edito da Egea.

 

Da storico dell’arte non potevo non considerare come il ruolo di formatore sia insito nella natura stessa degli artisti, dove il più esperto introduce i più giovani ai rudimenti di un mestiere che prevede grandi doti imprenditoriali, straordinaria manualità ed immensa cultura“.

 

Cosa spinge un curatore a scrivere un libro sull’innovazione in azienda? Quale obiettivo ha il libro?

Quando nel 2007 sono stato chiamato da Francesco Casoli a ricoprire il ruolo di direttore artistico della neonata Fondazione Ermanno Casoli, che a tutt’oggi ha sede nell’headquarter Elica di Fabriano, mi sono chiesto che cosa potesse fare l’arte per il mondo aziendale piuttosto che, come spesso avviene, il contrario. Studiando la situazione, ho scoperto quanto la formazione fosse importante per le aziende e in quanti modi diversi si possa fare. Da storico dell’arte non potevo non considerare come il ruolo di formatore sia insito nella natura stessa degli artisti, dove il più esperto introduce i più giovani ai rudimenti di un mestiere che prevede grandi doti imprenditoriali, straordinaria manualità ed immensa cultura.

Il libro nasce da questi quindici anni di esperienza e si propone di diffondere buone prassi nell’organizzazione di interventi artistici nelle imprese, discutendo gli approcci teorici più attuali sul rapporto tra arte e azienda. Un testo che si rivolge sia alla comunità manageriale che a quella artistica, con l’intento di attivare un dialogo autentico e di collaborazione, superando la logica dell’impiego dell’arte in azienda come semplice evento one-spot con fini promozionali. Inoltre, è stata analizzata l’applicazione del metodo messo a punto dalla Fondazione Ermanno Casoli negli anni, all’interno di importanti multinazionali, confrontandola con simili esperienze in ambito internazionale.

In cosa si distingue il metodo della FEC?

La nostra attività di formazione attraverso l’arte contemporanea si può considerare un unicum per il tipo di coinvolgimento degli artisti all’interno di percorsi formativi da noi ideati, che vedono la presenza, con ruoli equivalenti, di tre figure professionali: artisti, formatori aziendali e curatore. L’obiettivo principale delle nostre attività è la realizzazione di un’opera d’arte a più mani. Siamo stati i primi a produrre opere con questo metodo, successivamente acquisite dai musei pubblici per le loro collezioni o inserite in grandi manifestazioni internazionali. Due esempi per tutti: The Game – Una partita di calcio a tre porte di Danilo Correale realizzato con i dipendenti di ColleVilca, Pramac e Trigano acquisito dal Museo Madre di Napoli; Disguise di Yang Zhenzhong, realizzato con i dipendenti di Elica Cina, presentato alla XI Biennale di Shangai 2016.

Negli anni, grazie a tutte le opere d’arte prodotte con questo metodo, con la partecipazione degli artisti e dei dipendenti di decine di aziende sparse nel mondo, abbiamo costruito una collezione molto speciale che ha trovato una sua prima lettura critica nel testo Global Corporate Collections edito da DAAB Media (2015).

Alla base delle attività promosse dalla Fondazione Ermanno Casoli c’è la convinzione che l’arte contemporanea, in quanto attivatrice di pensiero, contribuisca a rompere i paradigmi tradizionali del sapere comune, permettendo alle persone che si avvicinano ad essa di prendere confidenza con uno stato mentale ed emotivo che porta al manifestarsi di una possibilità inattesa. Con l’arte contemporanea si possono attivare percorsi formativi fortemente democratici e questo la rende uno strumento particolarmente adatto a creare contesti esperienziali aperti e innovativi che innescano originali processi d’innovazione, rafforzando la creatività e la coesione sociale.

Cenni biografici

Storico dell’arte e curatore, ha collaborato regolarmente con le principali riviste di settore, ha curato numerosi progetti d’arte pubblica e mostre in spazi pubblici e privati. Membro e presidente di giuria di molti premi nazionali e internazionali per l’arte contemporanea, è ideatore e curatore del Premio 6Artista. Dal 2007 è direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli, dal 2011 della Fondazione Pastificio Cerere, dal 2015 Curator at large presso la Fondazione Memmo Arte Contemporanea, dal 2016 è Consigliere artistico della Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive Pesaro. Nel 2014 il progetto E-STRAORDINARIO, il format ideato per la Fondazione Ermanno Casoli, basato sulla cooperazione tra artisti e impresa per la formazione aziendale, si è classificato primo al Premio Cultura+Impresa.

Il libro è disponibile in tutte le librerie e su www.egeaeditore.it

5 agosto 2022
PREMIO ERMANNO CASOLI XX EDIZIONE

Il vincitore della XX edizione del Premio Ermanno Casoli è Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) che realizzerà MARSHY, un progetto site specific per EMC FIME di Castelfidardo (AN), azienda del gruppo Elica, e vedrà coinvolti non solo i dipendenti della divisione motori ma anche tutto il mondo
Elica, che ha una piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, e che annovera oltre 3.200 lavoratori.

L’opera, a cura di Marcello Smarrelli, sarà inaugurata nell’autunno 2022.

“Da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo – spiega Marcello Smarrelli, curatore del Premio – Eugenio Tibaldi, per il progetto MARSHY, porta avanti una ricerca che verte sul concetto e sul ruolo dello scarto nell’economia e nella realtà quotidiana. Il difetto e il conseguente tentativo di miglioramento sono visti dall’artista come parte dell’evoluzione, in una tensione volta al controllo, all’efficienza e alla precisione. Nei progetti che realizza in diverse parti del mondo, teorizza un senso del margine inteso più come condizione mentale che
geografica. Attraverso questa pratica l’artista attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, fa emergere forme di estetica alternativa alle pratiche tradizionali”.

30 giugno 2022
FECincontra Deborah Carè

Intervista a Deborah Caré, una delle tre firme del nuovo volume della Fondazione Ermanno Casoli Innovating Business with Art, edito da Egea.

 

“Un risultato che abbiamo sperimentato, portando gli artisti in azienda, è che l’arte contemporanea contribuisce a scardinare i paradigmi di un modo di fare e pensare precostituito, permettendo alle persone di sviluppare un pensiero nuovo e originale.”

Cosa spinge una manager a scrivere un libro sull’innovazione in azienda? Quale obiettivo ha il libro?

La cultura può aiutare le aziende ad essere più innovative? In che modo la cultura può contribuire a sviluppare business? Questo dibattito è aperto da sempre e da sempre si cerca di dimostrare con numeri alla mano l’efficacia di un dialogo tra due mondi così apparentemente distanti. Da manager, nei miei dieci anni di direzione della FEC, ho provato sin da subito a misurare i risultati ottenuti in Elica grazie alla collaborazione tra la Fondazione e l’azienda. Confrontando alcuni indicatori nei cinque anni precedenti alla nascita della FEC e nei cinque anni successivi, abbiamo rilevato risultati sorprendenti: il numero di brevetti ornamentali quadruplicato, il numero dei brevetti tecnici raddoppiato, netto il miglioramento del clima aziendale certificato da survey esterne e migliorate anche le performance dei dipendenti misurati su dimensioni quali innovazione e intraprendenza. La ricaduta degli investimenti culturali nelle aziende la si può osservare solo avendo a disposizione investimenti e un lungo periodo di osservazione. Io ho avuto il privilegio di avere entrambi e ho sentito dunque l’esigenza di condividere tutto questo con tanti altri miei colleghi HR che non avendo questa possibilità potrebbero utilizzare il libro per sostenere il valore di investire in un tipo di formazione innovativa, orientata a tematiche che stimolano la fantasia, la creatività e il pensiero laterale.

In cosa si distingue il metodo della FEC?

Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli si distingue per il coinvolgimento degli artisti direttamente all’interno delle aziende. A quest’ultimo viene commissionato un lavoro da realizzare insieme a chi lavora in azienda. Il risultato è che l’artista produce un lavoro che entra in una collezione permanente e i dipendenti coinvolti sviluppano senso di appartenenza, fantasia e affezione per l’arte contemporanea. L’arte è una metafora potente per favorire processi di cambiamento, innovazione e integrazione dei saperi, intesi come sapere intellettuale e sapere manuale. Nelle aziende, specialmente in quelle manifatturiere, quest’ultimo è un tema particolarmente delicato, spesso irrisolto, in cui tra chi fa e chi ha il compito di pensare alle strategie intercorrono delle difficoltà di dialogo attivo. L’arte, o meglio l’artista, rappresenta entrambi questi saperi poiché la realizzazione pratica dell’opera non può prescindere da una riflessione sui contenuti, sul messaggio che si vuole comunicare e sull’impatto che questo messaggio si prefigge di avere. Questo è uno dei motivi per cui gli artisti possono essere utili alle aziende nell’ambito della formazione.

Un altro risultato che abbiamo sperimentato, portando gli artisti in azienda, è che l’arte contemporanea contribuisce a scardinare i paradigmi di un modo di fare e pensare precostituito, permettendo alle persone di sviluppare un pensiero nuovo e originale. Per tutte queste ragioni penso che l’arte sia uno strumento particolarmente adatto a creare contesti esperienziali aperti e votati all’innovazione.

Cenni biografici

Laureata in matematica, dopo anni di esperienza in ambito HR, nel 2006 entra a far parte del Gruppo Elica come People & Knowledge Manager implementando politiche di gestione delle risorse umane che hanno contribuito a farne “l’azienda italiana in cui si lavora meglio” sia in Italia che in Europa, vincendo il Great Place to Work Award dal 2008 al 2013. Dirige la Fondazione Ermanno Casoli dal 2009 al 2017 ricoprendo anche il ruolo di Elica Brand Communication Manager. Oggi è Chief Human Resources di Elica Cooking.

Il libro è disponibile in tutte le librerie e su www.egeaeditore.it

8 giugno 2022
INNOVATING BUSINESS WITH ART

La Fondazione Ermanno Casoli presenta il volume Innovating Business with Art, versione inglese del libro Innovare l’impresa con l’arte. Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli, edito da Egea.

 

“Le loro scoperte  arricchiscono la nostra comprensione e offrono nuove strade per il lavoro futuro, in cui spero sinceramente che la prossima generazione di ricercatori camminerà con coraggio e curiosità al fianco di artisti, operai, manager, organizzazioni impegnate come quelle descritte in questo libro. Possano anche loro avere la fortuna di lavorare con un partner generativo e lungimirante come la Fondazione Ermanno Casoli”. Ariane Berthoin Antal