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21 dicembre 2023
Claire Fontaine, GLI ANIMALI SCAPPATI, 2023

Titolo: GLI ANIMALI SCAPPATI
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #9
Artista: Claire Fontaine
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 36 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età: 5 – 10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2023

GLI ANIMALI SCAPPATI è il titolo del workshop ideato dall’artista Claire Fontaine per la nona edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, che ha visto la partecipazione di oltre trenta bambini, figli dei dipendenti di Elica.

I bambini, guidati da Fulvia Carnevale e James Thornhill, componenti del duo artistico, sono stati invitati a disegnare e colorare in totale libertà su un grande foglio bianco i loro animali preferiti, reali e allo stesso tempo fantastici. I disegni realizzati diventeranno un’opera d’arte da allestire negli spazi di Elica.  

Il punto di partenza è stata una favola scritta dagli artisti appositamente per loro:

Un giorno d’estate in cui faceva molto caldo e il sole brillava fuori dalla finestra, un libro che si trovava nello scaffale della camera di un bambino cominciò ad agitarsi. Una discussione era iniziata tra i personaggi di un’enciclopedia di animali. Gli animali protestavano: «io sono stufa di stare chiusa in questa pagina, è più di un mese che questo libro non è stato aperto e sono anche stufa di vedere sempre e solo voi» «a chi lo dici! – gridò la scimmia – la luce del sole e delle lampadine ormai è solo un ricordo!» «E poi – aggiunse il leone – che noia stare sempre sulla stessa pagina tra questi cespugli, io vorrei incontrare altri animali» «scappiamo!» disse il falco, scappiamo tutti nelle teste dei bambini e facciamoci disegnare liberi e mettere sui muri! Così tutti ci vedranno e vedremo tutti!» «E come si fa – chiese la tartaruga – a scappare nella testa dei bambini?» «Bisogna volerlo forte» disse il serpente tra i sassi disegnati «ma io – disse la volpe – ho già provato: non c’era posto! Tutti i bambini avevano la testa piena di compiti, di cartoni animati e di videogiochi» «io ho un’idea – disse l’orso – bisogna andare nella testa di un artista: gli artisti hanno la testa sempre aperta, come una porta senza chiave, perché hanno sempre bisogno di fare entrare nuove idee, andiamo da loro e loro ci porteranno dai bambini che ci disegneranno!»

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4 agosto 2023
Marta Roberti, IN BOCCA AL LUPO!, 2022

Titolo: IN BOCCA AL LUPO!
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #8
Artista: Marta Roberti
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 32 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età: 7 – 10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2022

IN BOCCA AL LUPO è il titolo del workshop ideato dall’artista Marta Roberti per l’ottava edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, che ha visto la partecipazione di oltre trenta bambini, figli dei dipendenti di Elica.

Attraverso la figura del lupo, metafora del mondo selvatico, il workshop nasce dalla volontà di far riflettere i partecipanti sul considerarsi coinquilini del pianeta insieme a tutte le altre creature, nel rispetto e nel dialogo con gli altri esseri viventi, animali e vegetali.

Come fase preparatoria, è stato chiesto ai bambini di raccogliere testimonianze e storie che riguardano il lupo, sentite dai locali, tramandate o frutto di avvistamenti reali. È stata proposta inoltre la lettura di testi e favole che hanno come protagonista il lupo ed è stato invitato Massimiliano Scotti, direttore del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, a tenere una lezione sui lupi nel territorio marchigiano.

Durante la giornata di workshop, i bambini hanno preso parte alla realizzazione di un cartone animato, generato dal contributo di ogni partecipante. L’attività ha visto la creazione di centinaia di disegni sul lupo, colorati con pigmenti realizzati con il mallo di noce da Anna Roberti, sorella dell’artista, botanica esperta nell’estrazione del colore da elementi naturali.
I numerosi elaborati grafici prodotti, hanno dato vita ad un unico disegno in movimento del lupo, ispirato alle video trappole disperse sugli Appennini.

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7 novembre 2018
SWITCH THE RULES, 2018

Titolo: Switch The Rules
Curatore: Alessandro Dandini de Sylva
Azienda: Elica
Evento: Roma Art week
Luogo: Roma
Anno: 2018
Esposizione: Roma – Spazio Cerere, dal 25 al 27 ottobre 2018

Switch The Rules è il titolo della mostra curata da Alessandro Dandini de Sylva, in cui sono state esposte le più belle fotografie dell’omonimo contest fotografico, promosso da Elica e FEC, negli spazi del Pastificio Cerere dal 25 al 27 ottobre nell’ambito della Roma Art Week.

Il contest, ispirato alla campagna pubblicitaria Elica “Upside Down” dedicata al nuovo piano aspirante NikolaTesla Switch, ha sfidato i partecipanti a liberare la propria creatività e presentare su Instagram immagini sorprendenti, capaci di modificare gli abituali punti di vista. Migliaia i partecipanti hanno saputo cogliere in pieno l’essenza del progetto condividendo sui loro profili Instragram contenuti di grande qualità con #SwitchTheRules e @elicarianuova.

La prestigiosa giuria composta da Cristina Casoli (Presidente FEC), Francesco Casoli (Presidente Elica); Maria Claudia Clemente (architetto, Studio Labics); Fabrizio Crisà (designer); Alessandro Dandini de Sylva (Direttore artistico Fondazione Malaspina); Rä Di Martino (artista), Marcello Smarrelli (Direttore artistico FEC) hanno selezionato, per la mostra, le creazioni più interessanti e originali tra le migliaia confluite durante il contest.

Durante l’inaugurazione è stato infine proclamato il vincitore, Pietro Bucciarelli, alias @buccinson, con lo scatto dal titolo “Trovaci qualcosa”, premiato con un buono per l’acquisto di materiale fotografico.

 

15 giugno 2016
E-STRAORDINARIO

E’il progetto che dal 2008 porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa quale strumento didattico e metodologico rivolto alla formazione aziendale. Attraverso un ciclo di workshop artisti di fama internazionale lavorano alla realizzazione di un’opera d’arte con i dipendenti di un’azienda, coadiuvati da un formatore manageriale e da un curatore d’arte contemporanea.
Le opere prodotte nel corso di queste attività di formazione vanno a costituire un “museo diffuso” che coinvolge tutte le imprese che negli anni hanno collaborato con la FEC.
E-STRAORDINARIO ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Premio Cultura + Impresa 2014.

15 ottobre 2019
FRANCESCA GRILLI, HAND#4, 2019

Titolo: Hand #4
Artista: Francesca Grilli
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Prof.ssa Chiara Paolino
Committente: UNICATT – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Numero partecipanti: 25
Luogo: Milano
Anno: 2019

HAND#4 è il titolo del workshop ideato e condotto da Francesca Grilli con l’intento di far comprendere, ai 25 studenti che vi hanno preso parte, come il carattere della persona possa essere rappresentato dal corpo, stimolandone una lettura più istintiva e libera.

Strutturata come un laboratorio di lettura del corpo, l’attività ha infatti come focus l’interpretazione delle linee della mano, da cui il titolo Hand. Le mani parlano di noi: sono una delle parti del corpo più usate per comunicare, suggellano nuove conoscenze e patti, sono strumenti perfetti di lavoro. La prima parte della giornata ha coinciso con una fase pittorica in cui i partecipanti, attraverso il colore, hanno imparato a prendere l’impronta della mano per avere una visione completa di tutte le sue linee. Nella seconda fase si è passati allo studio della mano stessa puntando l’attenzione sulla forma, colore, morbidezza, sensazione al tatto, elasticità. Nella fase finale, i partecipanti si sono scambiati reciproche letture della mano: le diverse storie sono state raccolte in una traccia sonora che, accompagnata dall’impronta della mano, compongono  di suoni e immagini realizzata da artista e partecipanti.

Il workshop ha permesso agli studenti che vi hanno preso parte di lavorare sul valore del cambiamento, della rottura degli schemi e sull’importanza della comunicazione come strumento necessario per il lavoro di squadra.

HAND#4 si inserisce nel corso, completamente in lingua inglese, tenuto da Chiara Paolino, ricercatrice di Organizzazione Aziendale e autrice, con Marcello Smarrelli e Deborah Carè, del libro Innovare l’impresa con l’arte. Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli, pubblicato nel 2018 dalla Casa Editrice EGEA.

14 maggio 2018
LABICS, VISIONAIR, 2018

Titolo: Visionair
Artista: Labics (Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori)
Project leader: Andrea Di Renzo
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: Fuorisalone 2018
Luogo: Milano
Anno: 2018
Esposizioni: Università degli Studi di Milano – Cà Granda; INTERNI Exhibition House in Motion,16 – 28 aprile 2018 – Via Festa del Perdono 7, Milano

Visionair è il titolo dell’installazione realizzata dallo studio di architettura Labics (Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori) e curata da Marcello Smarrelli, presentata da Elica e FEC all’ultima edizione del Fuorisalone a Milano, parte della mostra INTERNI Exhibition House in Motion, visitabile dal 16 al 28 aprile 2018 presso la suggestiva sede dell’Università degli Studi di Milano, la Ca’ Granda, opera dell’architetto fiorentino Filarete, uno dei primi edifici rinascimentali della città di grande risonanza per lo sviluppo dell’architettura nell’Italia settentrionale.

Visionair è un ‘oggetto segnaletico’, una ‘piccola’ architettura nata da una riflessione sul tema del ribaltamento del punto di vista, concetto alla base delle recenti sperimentazioni portate avanti da Elica. Installata nel cortile della Cà Granda, di cui ne mutua la matrice geometrica e spaziale, si compone di una struttura piramidale in legno rivestita in materiale riflettente che, avvicinandosi, si rivela, lasciando percepire la presenza di uno spazio inusuale al suo interno e trasportando i visitatori in una dimensione surreale e capovolta della realtà. L’atto di varcare una soglia allude all’immaginario della casa, che accoglie e protegge; ma è anche metafora di una grande porta attraverso cui poter accedere ad un universo sconosciuto e suggestivo che prende forma grazie alla video installazione integrata, capace di coinvolgere il visitatore in un’esperienza tanto emozionante quanto originale.

All’interno di Visionair, infatti, uno spazio avvolgente – creato dal video realizzato da Giancarlo Soldi, proiettato a pavimento e riflesso sulle pareti laterali – ha accolto il grande flusso di visitatori proiettandoli in una dimensione visionaria, appunto, offrendo così un’esperienza immersiva unica. Come in un caleidoscopio le immagini video dell’interno sono state scomposte, ribaltate, ricomposte in forme nuove, generando un racconto inaspettato. La scelta di utilizzare materiali specchianti ha dato vita ad un’immagine astratta dell’esterno, mutevole come l’intensità della luce riflessa dall’esterno, sempre soggetta alle variazioni del tempo e del clima.

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18 maggio 2021
MICHELANGELO PISTOLETTO, LOVE DIFFERENCE, 2015

Titolo: Love Difference
Artista: Michelangelo Pistoletto e Love Difference
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: Natale 2015
Luogo: Headquarter Elica – Fabriano Anno: 2015 Esposizioni: 17 dicembre 2015 – 20 gennaio 2017

Elica Love(s) Difference è il un progetto concepito dall’artista Michelangelo Pistoletto e dall’associazione culturale da lui fondata, “Love Difference”, a cura di Marcello Smarrelli, presentato in occasione delle festività di fine anno da Elica e la Fondazione Ermanno Casoli.

Love Difference è un nome, uno slogan, un annuncio programmatico. Il movimento unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica e focalizza la sua attività nell’area mediterranea in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale. Da una parte la differenza tra etnie, religioni e culture è, oggi, causa di terribili conflitti; dall’altra vi è una drammatica situazione prodotta dalla supremazia dei poteri che producono l’uniformità e il livellamento delle differenze (…) Uniformità e differenza sono i due termini antagonisti che rappresentano la massima tensione conflittuale nell’attuale realtà planetaria. Una politica che porti ad “amare le differenze” è vitale per lo sviluppo di nuove prospettive nell’intera compagine sociale”. (dal Manifesto Love Difference, 2002, in “Journal 7”, Cittadellarte, Biella 2002, p. 47).

Le scritte al neon che componevano l’installazione hanno illuminato la facciata dell’headquarter dell’azienda a Fabriano per oltre un anno. I neon, tutti riportanti un’unica frase: “Love Difference”, ma in oltre 12 lingue diverse, hanno rappresentato un invito al rispetto e alla comprensione reciproca tra le diverse culture, un principio e un ideale sui quali fondare le nostre società.

Il progetto ha rafforzato e sottolineato la stretta collaborazione tra Elica/Fondazione Ermanno Casoli e Michelangelo Pistoletto/Love Difference, avviata con successo in occasione di Breathe Difference, programma di iniziative organizzate presso lo Showroom dell’azienda a Milano durante EXPO 2015.

25 settembre 2018
ELENA MAZZI, Mass age, message, mess age, 2018

Titolo: Mass age, message, mess age
Artista: Elena Mazzi
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Diego Agostini – Commitment
Azienda: Business School del Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 15
Luogo: Milano
Anno: 2018

Mass age, message, mess age è il titolo del workshop realizzato dall’artista Elena Mazzi con un gruppo di quindici studenti del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore, tenutosi presso la sede milanese in via Monte Rosa. Per questa occasione, la Fondazione Ermanno Casoli – da anni partner della Business School del Sole 24 Ore – ha proposto Mass age, message, mess age (Elica, 2018) in cui i partecipanti, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, hanno potuto sperimentare il workshop realizzato nell’azienda Elica alla base del progetto con cui l’artista si è aggiudicata il Premio Ermanno Casoli 2018.  L’obiettivo è infatti quello di far vivere agli studenti un’esperienza formativa sperimentata in ambito aziendale, analizzandone contenuti e modalità.

Mass age, message, mess age, iniziato dall’artista nel 2015 come un work in progress per mettere in luce le dinamiche sottese alle strategie di comunicazione, è un laboratorio che approfondisce le tematiche della trasmissione, ricezione, distorsione ed elaborazione dei messaggi. Il percorso di ricerca di Elena Mazzi parte dallo studio della parola “rivoluzione” nel suo significato più ampio di cambiamento radicale nelle strutture sociali, declinabile in diverse epoche storiche e in numerosi ambiti del sapere, che non può prescindere dall’analisi della comunicazione tra gli individui di una stessa comunità.

Gli studenti hanno lavorato sull’individuazione di parole tratte dal linguaggio manageriale di uso quotidiano, dalle loro esperienze personali di team building e relazioni all’interno della classe, al fine di creare un glossario da utilizzare in un secondo momento della giornata. Divisi in piccoli gruppi, i partecipanti hanno creato dei dispositivi per la comunicazione verbale attraverso l’assemblaggio, creativo ma funzionale, di oggetti costruiti con vari materiali, tra cui pezzi di recupero e riciclo che rappresentano il cuore della produzione di Elica: le cappe.

Le parole scelte e i device realizzati sono stati utilizzati per una performance ispirata al gioco del telefono senza fili, emblematico per la sperimentare cosa succede quando un messaggio viene distorto, confuso o interrotto.

 

27 agosto 2018
Alessandro Dandini de Sylva, ACCIDENTI, 2018

Titolo: Accidenti
Artista: Alessandro Dandini de Sylva
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Marella Caramazza
Azienda: Fondazione ISTUD
Numero partecipanti: 15
Luogo: Milano – Asap Hub
Anno: 2018

Accidenti è il titolo del workshop ideato dall’artista Alessandro Dandini de Sylva e realizzato con quindici partecipanti tra docenti, ricercatori e project manager dell’ISTUD – la più rilevante Business School privata italiana – coadiuvati da curatore e formatore.

Nato da un approfondimento sul fascino dell’errore fotografico, il workshop s’intitola emblematicamente Accidenti. I partecipanti, attraverso una serie di sperimentazioni con pellicole istantanee, hanno affrontato i temi del controllo e della casualità, dell’astrazione e della rappresentazione del paesaggio. Il lavoro è stato incentrato sulla semplicità del percepire visivo e su una pratica di stampa quasi artigianale, punto di partenza per una profonda riflessione sulla natura della fotografia e delle sue possibilità di manipolazione. I paesaggi astratti così realizzati, sono il frutto di un procedimento volto a forzare, rompere e capovolgere l’eterna questione del rapporto tra fotografia, realtà e rappresentazione.

Il workshop si è concluso con l’allestimento della mostra delle fotografie prodotte e incorniciate, che formano un’unica grande opera d’arte costituita da più parti, un segno duraturo che ricorderà ai partecipanti l’importanza di lavorare insieme pur mantenendo ognuno la propria focalizzazione scientifica, elemento fondamentale in un’organizzazione ad alto contenuto professionale e intellettuale come è ISTUD.

14 marzo 2017
Ettore Favini, SILLAGE, 2015

Titolo: Sillage
Artista: Ettore Favini
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Evento: Expo 2015
Luogo: Milano
Anno: 2015

Sillage è il progetto dell’artista Ettore Favini ideato per Elica e FEC in occasione di EXPO Milano 2015 e presentato all’interno del padiglione di Save the Children, a sostegno delle iniziative da loro realizzate, sull’educazione e la sicurezza alimentare.

Il titolo del progetto Sillage è tratto dal vocabolario dei profumi: indica la scia che il profumo lascia intorno a noi, capace di superare le barriere e di propagarsi nell’ambiente circostante. In linea con questa definizione, Sillage è stato sviluppato in diverse fasi, la prima delle quali realizzata all’interno dell’orto comunitario del Villaggio Save the Children in EXPO dove tre celebri modelli di cappe Elica (Audrey, Edith, Seashell) sono stati trasformati in vasi per piantare orzo, avena, mandorla, finocchio, anice: piante facilmente coltivabili, capaci di legarsi ai temi da sempre vicini a Save the Children e, più in generale, ai temi dell’EXPO 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Una volta cresciute, le piante sono state trasformate in essenze per creato una profumazione studiata appositamente per Marie, il diffusore di fragranze di Elica, per il quale Ettore Favini ha realizzato una cover speciale ottenuta dall’elaborazione di un’immagine di natura morta formata dagli ortaggi che compongono la fragranza.

Sillage, l’edizione limitata di Marie per Save the Children con la sua originale fragranza, è stato presentato nell’ambito di una performance a Palazzo Visconti a Milano. Parte del ricavato delle vendite è andata a sostegno della campagna Every One di Save the Children, finalizzata a combattere la mortalità infantile nelle aree più disagiate del mondo.

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15 novembre 2017
Francesca Grilli, HAND #3 – WORKING CLASS, 2017

Titolo: Hand #3 – working class
Artista: Francesca Grilli
Curatore: Marcello Smarrelli
Committente: Accademia di Belle Arti di Urbino – Dipartimento di Arti Visive
Numero partecipanti: 35 studenti di Arti Visive
Luogo: Urbino – Accademia di Belle Arti
Anno: 2017
Esposizioni: Urbino – Galleria dell’Accademia, dal 31 ottobre al 30 novembre, Faster Than Light di Francesca Grilli (2015); Urbino – Galleria dell’Accademia, dal 4 al 15 dicembre 2017, Hands di Francesca Grilli e 35 studenti.
Conferenza: Urbino – Accademia di Belle Arti, 30 ottobre 2017, Innovare l’impresa con l’arte. Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli

Hand #3 è il titolo della working class ideata e condotta dall’artista Francesca Grilli con un gruppo di trentacinque studenti di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, tenutasi presso la sede dell’Accademia e svoltasi nell’ambito del progetto Arte, tra antropologia e orientamento sinestetico avviato nel maggio del 2016 dal Dipartimento di Arti Visive e ideato dal Professore Massimo Vitangeli,  un particolare percorso educativo che ha coinvolto curatori e artisti quali Filippo Berta, Angel Moya Garcia, Andrea Nacciarriti e Eugenio Viola, in esperienze di varia natura, tutte caratterizzate dal coinvolgimento attivo degli studenti.

Divisa in due giornate, la working class è iniziata lunedì 30 ottobre con la conferenza aperta al pubblico Innovare l’impresa con l’arte. Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli, in cui il Direttore artistico Marcello Smarrelli ha presentato l’attività della FEC. Nel pomeriggio l’artista ha raccontato il suo percorso e le sue opere spiegandone la scelta poetica e tecnica per poter contestualizzare l’attività pratica proseguita l’indomani, strutturata come un laboratorio di lettura del corpo incentrata sull’interpretazione delle linee della mano, da cui il titolo HAND.

Francesca Grilli ha offerto agli studenti la possibilità di sperimentare quella parte della sua ricerca sui linguaggi che esulano la comunicazione verbale e vedono  protagonista il corpo, con l’intento di far riflettere gli studenti su come il carattere della persona possa essere rappresentato dal corpo, stimolandone una lettura più istintiva e libera. I partecipanti hanno imparato a prendere l’impronta della mano per averne una visione completa di linee, forma, colore, elasticità. In questo, l’artista è stata coadiuvata dall’esperto di archetipi Guido Rossetti che ha supervisionato e guidato gli esercizi di chirometria. Nella fase finale del laboratorio, utilizzando gli elementi di base della chiromanzia appresi durante la giornata, i partecipanti si sono scambiati reciproche letture della mano.

Le due intense giornate tra arte e formazione si sono concluse con l’inaugurazione aperta al pubblico dell’installazione video Faster Than Light (2015), opera in cui Francesca Grilli si concentra sulle fasi che delimitano l’esistenza, l’infanzia e la vecchiaia, scoprendo che esistono creature magiche che ci permettono di rovesciare la società.

Le attività didattiche sono continuate durante tutto il mese di novembre attraverso quattro appuntamenti a cadenza settimanale in cui gli studenti si sono confrontati con Francesca Grilli per effettuare le registrazioni dei loro racconti derivati dalla lettura della mano. I file audio, successivamente elaborati in cinque tracce sonore, sono andati a formare un’opera collettiva dall’evocativo titolo HANDS firmata da tutti i partecipanti e dall’artista stessa inaugurata  il 4 dicembre presso la Galleria dell’Accademia.

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14 marzo 2017
Michelangelo Pistoletto, BREATHE DIFFERENCE – Aria Nuova dal Terzo Paradiso, 2015

Titolo: Breathe Difference – Aria Nuova dal Terzo Paradiso
Artista: Michelangelo Pistoletto e Love Difference
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: EXPO 2015
Luogo: Milano
Anno: 2015
Esposizioni: Milano – Showroom Elica dal 19 al 27 giugno

Breathe Difference – Aria Nuova dal Terzo Paradiso è il progetto dell’artista Michelangelo Pistoletto e dell’associazione culturale da lui fondata, Love Difference, che in occasione di EXPO Milano 2015, Elica e FEC hanno presentato presso lo showroom Elica di Milano.

Nel 2003 Pistoletto, protagonista dell’Arte Povera, ha scritto il manifesto del Terzo Paradiso disegnandone il simbolo: il Nuovo Segno di Infinito, una riconfigurazione del segno matematico d’infinito, ideale superamento del conflitto in cui natura e artificio si trovano nell’attuale società. Per questa occasione, Pistoletto ha creato un’inedita versione del Nuovo Segno di Infinito realizzata in acciaio specchiante, che è stata sospesa all’interno dello showroom di Elica creando un suggestivo gioco di rimandi e di riflessi.

L’opera di Pistoletto ha introdotto idealmente i temi trattati nel programma di workshops e incontri dal titolo Breathe Difference diverse forme di nutrimento che, dal 19 al 27 giugno, si sono susseguiti nello showroom trasformato in un vero laboratorio di idee, con l’obiettivo di indagare il rapporto uomo, ambiente e sfruttamento delle risorse del pianeta, argomenti al centro di EXPO 2015. Le attività dei vari laboratori si sono conclusi con un’opera collettiva frutto delle giornate di lavoro a cui hanno partecipato decine di giovani intervenuti da tutte le parti del mondo grazie ad una call lanciata da Love Difference che ha coordinato tutte le attività.

 

25 maggio 2017
Francesca Grilli, HAND #2, 2017

Titolo: Hand #2
Artista: Francesca Grilli
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Business School del Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 26
Luogo: Milano – Mudec Museo delle Culture
Anno: 2017

Hand #2 è il titolo del workshop ideato dall’artista Francesca Grilli con un gruppo di ventisei studenti della Business School del Sole 24 Ore, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, tenutosi presso il Mudec – Museo delle Culture di Milano. Per questa occasione, la Fondazione Ermanno Casoli – dal 2012 partner della Business School del Sole 24 Ore – ha riproposto Hand, realizzato nel 2015 con un gruppo di  imprenditori, allo scopo di far vivere agli studenti l’esperienza formativa già sperimentata in ambito aziendale, affrontandone e analizzandone contenuti e modalità.

Il workshop era strutturato come un laboratorio di lettura del corpo con un focus  particolare sull’interpretazione delle linee della mano, da cui il titolo Hand. Le mani parlano di noi: sono una delle parti del corpo più usate per comunicare, suggellano nuove conoscenze e patti, sono strumenti perfetti di lavoro. L’attività ha previsto una prima fase pittorica in cui i partecipanti, attraverso il colore, hanno imparato a prendere l’impronta della mano per avere una visione completa di tutte le sue linee. Nella seconda parte si è svolto uno studio sulla mano stessa: forma, colore, morbidezza, sensazione al tatto, elasticità. L’intento dell’artista, coadiuvata da un esperto di chiromanzia, è stato quello di far comprendere ai partecipanti come il carattere della persona possa essere rappresentato dal corpo, stimolandone una lettura più istintiva e libera. Nella fase finale del laboratorio, attraverso gli elementi di base della chiromanzia appresi durante la giornata di lavoro, i partecipanti si sono scambiati reciproche letture della mano: le diverse storie sono state raccolte in una traccia sonora che, accompagnate dall’impronta della mano, hanno composto l’esito finale del workshop, un’istallazione di suoni e immagini realizzata da artista e partecipanti.

L’esperienza è servita a lavorare sul valore del cambiamento e della rottura degli schemi e sull’importanza della comunicazione all’interno dell’azienda come strumento necessario per il lavoro di squadra.

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15 marzo 2017
Fabio Bonelli, MUSICA DA CUCINA, 2014

Titolo: Musica da cucina
Artista: Fabio Bonelli
Azienda: Elica
Evento: Concerto – performance di Natale
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2014

Musica da cucina è il titolo del concerto-performance ideato dal musicista Fabio Bonelli e tenutosi il 18 dicembre 2014 presso la sede di Elica a Fabriano.

Il progetto, nato da un’idea di Fabio Bonelli, fondatore del laboratorio creativo People from the Mountains, a Morbegno in provincia di Sondrio,  ha preso vita dall’idea di catturare i suoni della cucina, creando un tappeto sonoro su cui chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce hanno intessuto intime melodie. Il risultato è stato una musica suggestiva e insolita, un corpo sonoro etereo e ipnotico in cui si innestano suoni familiari ed evocativi come l’acqua che scorre, il fischio del bollitore, il rumore delle posate sui piatti, il tintinnio dei bicchieri.

Il concerto-performance si è trasformato quindi in un dialogo intimo e diretto con il pubblico, che ha partecipato attivamente, trovandosi a suonare pentole e oggetti della cucina e vivendo così un’esperienza unica nel suo genere.

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15 marzo 2017
Fabio Barile e Francesco Neri, MIDDLE EARTH. A JOURNEY INSIDE ELICA, 2014

Titolo: Middle-Earth. A journey inside Elica
Artista: Fabio Barile e  Francesco Neri
Curatore: Marcello Smarrelli e Alessandro Dandini de Sylva
Evento: Fuorisalone 2014
Luogo: Milano
Anno: 2014
Esposizioni: Showroom Elica – Milano

Middle-Earth. A Journey Inside Elica è il titolo del progetto realizzato dai fotografi Fabio Barile e Francesco Neri per Elica, curato da Marcello Smarrelli e Alessandro Dandini de Sylva. Si tratta di una commissione finalizzata alla realizzazione di una campagna fotografica in tre sedi del Gruppo Elica nel mondo: Querétaro (Messico), Shengzhou (Cina) e Fabriano (Italia), con l’obiettivo di restituire la complessità di una multinazionale che va oltre la semplice definizione di “azienda”. Una realtà formata dalle persone che ci lavorano, ognuna con una propria preziosa identità, indagata senza alcuna retorica dall’obiettivo dei fotografi. Trenta scatti che mostrano i volti, gli spazi di lavoro e i paesaggi che caratterizzano i luoghi dove si trovano gli stabilimenti, documentando la continua interazione e il serrato dialogo tra i fotografi, i personaggi e l’ambiente.

Gli scatti sono stati oggetto di una mostra realizzata presso lo Showroom Elica in occasione del Fuorsisalonesalone 2014 (evento collaterale del Salone del Mobile di Milano, con un allestimento dello studio di architettura e trasformazioni territoriali stARTT) e e raccolte in un’importante pubblicazione in cui vengono accompagnate dall’intervista ai fotografi e dai testi critici firmati dai curatori.

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8 febbraio 2017
Diego Marcon, ESERCIZI DI STILE #2 , 2016

Titolo: Esercizi di Stile #2
Artista: Diego Marcon
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Luca Varvelli – Presidente Gram
Azienda: Business School del Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 36
Luogo: Milano – Hangar Bicocca
Anno: 2016

Esercizi di stile#2 è il titolo del workshop ideato dall’artista Diego Marcon con un gruppo di trentasei studenti della Business School del Sole 24 Ore, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, tenutosi presso l’Hangar Bicocca di Milano. Per questa occasione, la Fondazione Ermanno Casoli – dal 2012 partner della Business School del Sole 24 Ore – ha riproposto Esercizi di stile#1, realizzato nel 2015 con venti imprenditori marchigiani, allo scopo di far vivere agli studenti l’esperienza formativa già sperimentata in un’azienda, affrontando e analizzando contenuti e metodologie affini.

Come suggerito dal titolo, Esercizi di Stile #2  si è presentato come un esperimento di scrittura: prendendo spunto dal libro omonimo di Raymond Queneau, ai partecipanti è stato fornito un breve “aneddoto di base” dal quale sviluppare tre variazioni relative al registro linguistico, al genere letterario e al supporto fisico sul quale riscrivere il testo. Gli studenti hanno lavorato in gruppi e al termine del workshop tutti i loro contributi, rielaborati dall’artista, sono andati a formare una fanzine in formato eBook. La serie di variazioni realizzate dai partecipanti è stata letta e discussa insieme a Timothy Small, esperto di cultura pop, letteratura contemporanea e social communication, il cui intervento si è concentrato sull’analisi della forma come elemento centrale nella veicolazione del contenuto, analizzando come i differenti linguaggi e generi utilizzati per le variazioni influenzino la trasmissione dell’aneddoto e il suo stesso senso.

Il file eBook, un libro d’artista a tutti gli effetti numerato e firmato, è stato consegnato a ciascun partecipante. Infine, il trainer in formazione aziendale, ha concluso la giornata  di lavoro traducendo la metafora dell’arte in comportamenti organizzativi concreti, sottolineando il valore di questo tipo di esperienza tesa a rafforzare il pensiero innovativo.

 

20 marzo 2017
Marco Mencoboni, MANO D’OPERA, 2013

Titolo: Mano d’Opera
Artista: Marco Mencoboni
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Evento: Concerto – performance
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2013

Mano d’Opera è il titolo del concerto-performance, ideato e curato da Marco Mencoboni – musicista e direttore artistico del Cantar Lontano Festival – per il Consorzio Marche Spettacolo (CMS), con la FEC, tenutosi il 19 dicembre 2013 presso l’Headquartes Elica di Fabriano.

Al centro di questo progetto l’interazione tra musicisti e operai: una sfida inedita e visionaria, che ha visto protagonista il quartetto d’archi della Canalgrande Adriatic Baroque Orchestra e ha coinvolto, al pari dei musicisti, alcuni dipendenti di Elica. Il palco, allestito presso il centro logistico di Elica, all’interno di una linea produttiva ormai in disuso, ha trasfigurato l’ambiente portando gli ascoltatori in una dimensione teatrale e proiettata all’ascolto.

Mano d’Opera è stato realizzato con la partecipazione dell’Associazione Nuova Musica di Macerata, del Festival AdriaticoMediterraneo di Ancona, del Rossini Opera Festival e della Fondazione Symbola.

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8 febbraio 2017
Pietro Ruffo, THE WISHFUL MAP #4, 2016

Titolo: The Wishful Map #4
Artista: Pietro Ruffo
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Euler Hermes – Italia
Numero partecipanti: 40
Luogo: Roma – Centro Sportivo La Borghesiana
Anno: 2016

The Wishful Map #4 è il titolo del workshop che l’artista Pietro Ruffo ha ideato per quaranta dipendenti, tra funzionari e dirigenti, del reparto Distribution di Euler Hermes Italia, società di assicurazione crediti commerciali del gruppo Allianz, con sede a Roma.

L’artista è partito da una particolarissima proiezione del mondo (ispirata a quella che fu De L’Isle Equidistant Conic, 1745) divisa in ventiquattro spicchi. Ogni partecipante è stato chiamato a lavorare su una porzione di mondo e a scegliere un paese da analizzare secondo i cinque fattori principali di studio della valutazione del rischio: economic risk, financial risk, commercial risk, political risk e business environment risk. L’analisi effettuata tradotta in colori, è stata riportata sulla porzione del mondo presa in esame mentre alla base di ogni spicchio sono stati disegnati i caratteri simbolici fondanti della moneta in uso nel paese analizzato.

La mappa che Pietro Ruffo ha realizzato insieme ai dipendenti di Euler Hermes Italia durante i due giorni di workshop, rivisitazione artistica nella forma e negli elementi cromatici delle più comuni mappe di rischio in cui ad ogni colore corrisponde il livello di stabilità di ogni paese, rappresenta la sintesi artistica dell’universo dell’azienda.

L’opera d’arte relazionale, intitolata The Wishful Map #4,  fa parte della serie di mappe concettuali del progetto The Wishful Map – nato dalla collaborazione tra l’artista Pietro Ruffo, il trainer specializzato in formazione e sviluppo delle risorse umane Piero Tucci e la Fondazione Ermanno Casoli – che ha visto coinvolti anche gli studenti  del Master in Economia e Management dei Beni Culturali, Business School del Sole 24 Ore (2015), i dipendenti i dipendenti di ACRAF, polo farmaceutico del gruppo Angelini (2015) e della Banca di Credito Cooperativo di Bellegra (2016).

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20 marzo 2017
Francesco Arena, CANZONE (POVERA PATRIA),2012

Titolo: Canzone (povera patria)
Artista: Francesco Arena
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: Poiesis – Festival di poesia, arte, musica, cinema e teatro
Luogo: Fabriano – Chiostro del Convento di San Francesco
Anno: 2012

Canzone (povera patria) è il titolo della performance commissionata a Francesco Arena dalla FEC, invitata a partecipare con un’opera d’arte alla quinta edizione di Poiesis – Festival di poesia arte, musica, cinema e teatro, in programma a Fabriano dal 25 al 27 maggio 2012.

Nell’azione performativa un operaio, sotto “dettatura” dell’artista, ha colpito con una smerigliatrice un palo di metallo installato in un’arcata del chiostro medievale, provocando delle scintille brevi e lunghe, corrispondenti al punto e alla linea dell’alfabeto Morse. In questo modo l’uomo “ha scritto” il testo di Povera Patria, una delle canzoni più popolari di Franco Battiato, in cui l’autore rivolge all’Italia uno sguardo lucido e critico, esprimendo con parole dure il suo sdegno (“Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame…”), ma lanciando anche un chiaro messaggio di speranza e riscatto (“Non cambierà, non cambierà sì che cambierà, vedrai che cambierà”).
Lo stridore provocato dall’azione, molto familiare a chi lavora nelle officine, ha costretto gli spettatori a portare le mani alle orecchie per alleviare il fastidio generato dal rumore.

Con questa performance la FEC ha voluto rendere omaggio al lavoro, consapevole dell’importanza che questo riveste nella vita delle persone e nella costruzione di una società più giusta, ma anche riflettere su un tema che ha contraddistinto per anni l’identità di Fabriano, oggi completamente da reinventare attraverso nuovi stimoli e nuove idee.

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8 febbraio 2017
Pietro Ruffo, THE WISHFUL MAP #3, 2016

Titolo: The Wishful Map #3
Artista: Pietro Ruffo
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: BCC Bellegra
Numero partecipanti: 35
Luogo: Bellegra – Convento di San Francesco
Anno: 2016

The Wishful Map #3 è il titolo del progetto ideato dall’artista Pietro Ruffo e realizzato con trentacinque dipendenti, tra impiegati e funzionari, della Banca di Credito Cooperativo di Bellegra, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale nelle due giornate di lavoro presso il Convento di San Francesco a Bellegra (Roma).

Per la realizzazione del  workshop, l’artista è partito da una banconota degli anni cinquanta del valore di 10.000 mila lire, conservata negli uffici della banca, ridisegnata e ingrandita dai partecipanti. Sulla banconota, trasformata in una mappa, sono stati disposti diversi elementi cromatici corrispondenti a proiezioni, studi, previsioni e calcoli scaturiti dalla progettazione di un ipotetico piano di finanziamento pensato dai partecipanti per lo sviluppo e la crescita di un’azienda agricola della zona. La banconota è stata scelta da Ruffo in quanto riveste un particolare valore simbolico per la BCC di Bellegra: i trentadue soci fondatori, che diedero vita nel 1959 alla allora Cassa Rurale di Bellegra, lo fecero versando 10.000 lire ciascuno ponendo le basi per la creazione di una banca moderna, che ha saputo fare da volano alle economie dei paesi dell’alta Valle del Sacco.

L’opera realizzata è stata installata nella filiale di San Vito Romano come espressione dei valori di tutti i dipendenti della BCC di Bellegra.

The Wishful Map, è un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista Pietro Ruffo, il trainer specializzato in formazione e sviluppo delle risorse umane Piero Tucci e la Fondazione Ermanno Casoli,  con l’obiettivo di realizzare una serie di mappe concettuali capaci di rappresentare l’identità e i valori delle aziende, attraverso un’opera d’arte condivisa. Tra le aziende che hanno partecipato al progetto: Angelini Acraf spa (2015), Business School del Sole24Ore (2015), Euler Hermes Italia del gruppo assicurativo Allianz (2016).

15 marzo 2017
Sissi, ASPIRANTI ASPIRATORI, 2012

Titolo: Aspiranti Aspiratori
Artista: Sissi
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2012
Presentazioni e esposizioni: Fuorisalone 2012 – Milano; Bologna – Festival del Libro d’Arte di Bologna 2012 ; Shangai – Galleria Aike-Dellarco, dal 6 luglio al 15 agosto 2013.

Aspiranti Aspiratori è il progetto dell’artista Sissi realizzato per Elica, basato su una originale e personale teoria. Innestandosi con la sua presenza costante e con le sue azioni nel corpo dell’azienda, l’artista genera un continuo e incessante scambio osmotico, dal quale nasce un nuova identità, l’Organindustria, ovvero l’industria trasformata nel corpo stesso dell’artista.

Partendo da queste premesse, Sissi si è cimentata nel compito di ripensare il concetto di purificazione dell’aria, tema centrale nella ricerca di Elica, e per farlo si è fatta costruire il suo atelier all’interno del Laboratorio Prototipi dell’Headquarters. La Cubatrice, questo il singolare nome dato al suo spazio di lavoro,  è inteso come un luogo protetto, limitato, ma allo stesso tempo aperto a tutte le interazioni. Qui, infatti, i dipendenti dell’azienda hanno visto nascere e crescere le opere dell’artista, diventando partecipi e complici di questa genesi. Da questo delicato processo di contaminazione e di scambio sono nati disegni, collage, sculture, ma soprattutto pensieri. La storia raccontata da Sissi, che ha il sapore della mitologia, narra la genesi di una famiglia di dieci Aspiranti Aspiratori: dieci potenziali personaggi che aspirano a diventare purificatori, ciascuno con un’identità ben definita e con un nome che indica un concetto chiave, coerente con la sua forma e la sua funzionalità.

Tre dei dieci Aspiranti Aspiratori progettati sono stati realizzati ed esposti, insieme al video d’animazione Casting che racconta la loro nascitain una mostra presso lo Showroom  milanese di Elica  in occasione del Fuorisalone 2012, evento collaterale del Salone del Mobile di Milano, con un allestimento dello studio di architettura Salottobuono.

Il progetto è stato inoltre protagonista di due importanti eventi promossi dalla FEC in collaborazione con Elica: la presentazione del  libro d’artista edito da Corraini che ne documenta tutte le fasi di realizzazione, presentato al  MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, all’interno della IX edizione di Artelibro Festival di Bologna  2012; e l’omonima  mostra personale dell’artista , tenutasi presso la Galleria Aike-Dellarco di Shangai, dal 6 luglio al 15 agosto 2013.

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12 gennaio 2017
Francesco Arena, DA BAMBINO CAMMINAVO METTENDO I PIEDI SOLO SULLE MATTONELLE NERE, 2015

Titolo: Da bambino camminavo mettendo i piedi solo sulle mattonelle nere, ora che sono grande quando cammino non so più su quale colore di mattonella mettere i piedi
Artista: Francesco Arena
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Evento: Business Meets Art
Numero partecipanti: 20
Luogo: Museo del Castello – Udine
Anno: 2015

Da bambino camminavo mettendo i piedi solo sulle mattonelle nere, ora che sono
grande quando cammino non so più su quale colore di mattonelle mettere i piedi è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Francesco Arena per un’aula molto eterogenea formata da venti persone tra imprenditori, rappresentanti di istituzioni locali, giovani artisti del territorio, nell’ambito della terza edizione di Business Meets Art – manifestazione internazionale dedicata all’arte e impresa ideata dell’associazione ETRARTE.

Il workshop, che indagava il rapporto tra individuo e memoria indagando come vissuto e ricordi personali si perdano nel flusso della memoria collettiva, si è svolto attraverso tre “esercizi”. Il primo era incentrato sul il rapporto personale che ognuno instaura con la storia e con il mito, il secondo sulla relazione che si crea tra un fatto storico e lo spazio in cui questo avviene l’ultimo sul confronto tra il tempo della storia con quello personale e collettivo.

L’artista, affiancato dal curatore e dal formatore aziendale, ha interagito con l’eterogeneo gruppo stimolando la riflessione sulla collaborazione, sulla diversità di stili e di metodi di lavoro attraverso l’esperienza concreta dei partecipanti alla realizzazione di un’opera d’arte partecipata realizzata con i materiali prodotti nel corso della giornata di lavoro.

20 marzo 2017
Andrea Nacciarriti, LESS THAN AIR, 2010

Titolo: Less tha Air
Artista: Andrea Nacciarriti
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: 49° Salone del Mobile
Luogo: Milano
Anno: 2010
Esposizione: Milano – Showroom Elica dal 14 al 19 aprile

Less than air è un progetto dell’artista Andrea Nacciarriti realizzato per Elica, in occasione del Fuorisalone 2010, evento collaterale del Salone del Mobile di Milano.

L’idea nasce dal desiderio dell’artista di visualizzare l’aria, solitamente invisibile e percepibile alla vista solo attraverso gli effetti che produce quando diventa vento e la pressione delle molecole incontra la materia. Andrea Nacciarriti, insieme ai tecnici di Elica Tech Lab, il laboratorio di ricerca e certificazione del Gruppo industriale, ha effettuato una serie di esperimenti cercando di dare forma e concretezza a ciò che per natura è invisibile, di formalizzare e far diventare tangibile l’esperienza dell’aria.
Il tentativo di rendere malleabile e docile il comportamento delle molecole aeree, ha rivelato all’artista la possibilità di attivarle e sentirne prepotentemente gli spostamenti, farle funzionare quali indicatori del potenziale fisico e concettuale del “materiale” più imprevedibile e vitale, a cui nessuno di noi può sottrarsi.
Come testimonianza di questo lungo periodo di sperimentazione e ricerca sono state installate, nello Showroom di Elica di Milano, diverse opere d’arte che funzionavano come dispositivi capaci di diffondere flussi d’aria in modi diversi, spesso sorprendenti, modificando la percezione dello spazio e coinvolgendo attivamente lo spettatore.

Andrea Nacciarriti website
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12 gennaio 2017
Diego Marcon, ESERCIZI DI STILE #1, 2015

Titolo: Esercizi di stile #1
Artista: Diego Marcon
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Diego Varvelli
Evento: Cult Lab – Spin off di Impresa Culturale
Numero partecipanti: 20
Luogo: Museo della Carta e della Filigrana – Fabriano
Anno: 2015

Esercizi di stile#1 è il titolo del progetto ideato dall’artista Diego Marcon con un gruppo di venti imprenditori marchigiani, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, tenutosi presso il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano.

Come suggerito dal titolo, Esercizi di stile#1 si presenta come un esperimento di scrittura: prendendo spunto dal libro omonimo Esercizi di stile di Raymond Queneau, ai partecipanti è stato fornito un breve “aneddoto di base” dal quale sviluppare tre variazioni, relative al registro linguistico, al genere letterario e al supporto fisico sul quale riscrivere il testo. Manager di lungo corso e giovani imprenditori del territorio hanno lavorato in gruppi e al termine della giornata di lavoro tutti i contributi, rielaborati dall’artista, sono stati raccolti per formare una rivista/fanzine, un libro d’artista a tutti gli effetti, edito in serie numerata, di cui ad ogni partecipante è stata consegnata una copia. Infine, il trainer in formazione aziendale, ha concluso la giornata  di lavoro traducendo la metafora dell’arte in comportamenti organizzativi concreti, sottolineando il valore di questo tipo di esperienza tesa a rafforzare il pensiero innovativo.

Il workshop si è svolto nell’ambito di “Cult Lab – Spin off di impresa culturale”, promosso da Meccano Spa, Università di Urbino “Carlo Bo” e Università di Macerata, occasione di network fra progetti culturali e mondo delle imprese che incoraggia le opportunità di sviluppo che possono scaturire da questo incontro.

24 maggio 2017
Gaetano Pesce, Pescecappa x Pescetrullo, 2009

Titolo: Pescecappa x Pescetrullo
Artista: Gaetano Pesce
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Evento: 48a edizione del Salone Internazionale del Mobile
Luogo: Milano
Anno: 2009
Esposizione: Milano – Showroom Elica dal 22 al 27 aprile 2009; Milano – Triennale, Cucine & Ultracorpi, dal 9 aprile 2015 al 21 febbraio 2016 (Expo 2015); Roma – Ministero degli Affari Esteri, Collezione Farnesina Design, mostra permanente

Pescecappa x Pescetrullo è il titolo del progetto dell’artista Gaetano Pesce, commissionato dalla FEC e curato da Marcello Smarrelli, in collaborazione con Elica e Caterina Tognon Arte Contemporanea presentato presso lo presso lo Showroom Elica in occasione della 48a edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano 2009.

L’artista ha proposto una nuova immagine della cappa aspirante partendo dal suo predecessore: la cappa del camino. Pescecappa è infatti un prototipo di cappa aspirante, primo di un’edizione di quindici esemplari unici, numerati e firmati dall’artista stesso, ideato per la cucina del Pescetrullo, inconsueta e innovativa abitazione realizzata da Caterina Tognon nella campagna pugliese, su progetto dello stesso Gaetano Pesce. Protagonisti della cappa alcuni semplici prodotti: verdura, frutta e legumi ad esprimere il legame con la terra, conservando odori e sapori semplici ma antichi, simbolo di una concezione di vita salutare e rispettosa dell’ambiente.

La cappa realizzata da Gaetano Pesce è stata esposta alla mostra curata da Germano Celant Cucine & Ultracopri , presso la Triennale di Milano per Expo 2015 e scelta come parte della Collezione Farnesina Design esposta presso il Ministero degli Affari Esteri.

Pescecappa.it

La Triennale – Cucine&Ultracorpi

 

12 gennaio 2017
Francesca Grilli, HAND, 2015

Titolo: Hand
Artista: Francesca Grilli
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Evento: Cult Lab – Spin off di Impresa Culturale
Numero partecipanti: 34
Luogo: Montefiore dell’Aso (AP) – Polo Museale di San Francesco
Anno: 2015

Hand è il titolo del workshop ideato e realizzato dall’artista Francesca Grilli, affiancata dal curatore e del formatore aziendale, per un gruppo di trentaquattro persone, tra studenti e imprenditori marchigiani, tenutosi presso il Polo Museale di San Francesco a Montefiore dell’Aso, Ascoli Piceno.

Il workshop era strutturato come un laboratorio di lettura del corpo con un focus  particolare sull’interpretazione delle linee della mano, da cui il titolo Hand. Le mani parlano di noi: sono una delle parti del corpo più usate per comunicare, suggellano nuove conoscenze e patti, sono strumenti perfetti di lavoro. L’attività ha previsto una prima fase pittorica in cui i partecipanti, attraverso il colore, hanno imparato a prendere l’impronta della mano per avere una visione completa di tutte le sue linee. Nella seconda parte si è svolto uno studio sulla mano stessa: forma, colore, morbidezza, sensazione al tatto, elasticità. L’intento dell’artista, coadiuvata da un esperto di chiromanzia, è stato quello di far comprendere ai partecipanti come il carattere della persona possa essere rappresentato dal corpo, stimolandone una lettura più istintiva e libera. Nella fase finale del laboratorio, attraverso gli elementi di base della chiromanzia appresi durante la giornata di lavoro, i partecipanti si sono scambiati reciproche letture della mano: le diverse storie sono state raccolte in una traccia sonora che, accompagnate dall’impronta della mano, hanno composto l’esito finale del workshop, un’istallazione di suoni e immagini realizzata da artista e partecipanti.

Il workshop si è svolto nell’ambito di “Cult Lab – Spin off di impresa culturale”, promosso da Meccano Spa, Università di Urbino “Carlo Bo” e Università di Macerata, occasione di network fra progetti culturali e mondo delle imprese che incoraggia le opportunità di sviluppo che possono scaturire da questo incontro.

 

20 marzo 2017
Ettore Favini, Verdecuratoda…voi, 2008

Titolo: Verdecuratoda…voi
Artista: Ettore Favini
Curatore: Marcello Smarrelli
Evento: Naturalmente festival – Terre del buon vivere
Luogo: Monsano – Parco del Santuario di Santa Maria
Anno: 2008

Verdecuratoda…voi è il titolo dell’installazione dell’artista Ettore Favini commissionata dalla FEC, invitata a partecipare con un’opera d’arte alla quarta edizione di Naturalmente festival – Terre del buon vivere, svoltasi presso il Parco del Santuario di Santa Maria a Monsano in provincia di Ancona nel 2008

L’obiettivo principale del festival è stato quello di promuovere la crescita dell’economia equa e solidale, approfondendo, attraverso una serie di iniziative permanenti, le tematiche connesse all’agricoltura biologica, alle energie rinnovabili e al turismo responsabile.
Verdecuratoda…voi, installazione che in questo contesto è risultata particolarmente emblematica, fa parte di un progetto più ampio per costruire la più grande scultura vegetale del mondo, individuando spazi pubblici inutilizzati e riqualificarli attraverso la piantumazione di essenze arboree. Il festival è stato l’occasione per presentare il prototipo di distributore automatico che eroga semi di piante facili da coltivare, che ognuno può prelevare e piantare segnando il punto su una mappa rintracciabile sul sito www.verdecuratoda.com . In questo caso, la quantità totale di semi all’interno delle sfere erogate dal distributore sarebbe stata sufficiente a coltivare un prato in grado soddisfare il fabbisogno giornaliero di ossigeno di un essere umano.

Il progetto prosegue ancora oggi all’interno dell’Headquarters Elica di Fabriano dove è possibile utilizzare il distributore, ma anche in altri luoghi indicati al sito www.verdecuratoda.org

8 febbraio 2017
Pietro Ruffo, THE WISHFUL MAP #2 – Pocket Museums, 2015

Titolo:  The Wishful Map #2 – Pocket Museums
Artista: Pietro Ruffo
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Business School del Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 38
Luogo: MUDEC – Milano
Anno: 2015

The Wishful Map #2 – Pocket Museums è il titolo del progetto realizzato dall’artista Pietro Ruffo insieme a trentotto studenti del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore, presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano e sviluppato a partire dai cambiamenti in atto con la riforma del Ministero dei Beni Culturali dovuti al Ministro Dario Franceschini, con i quali sono stati nominati direttori e soprintendenti per il nuovo corso del MiBACT.

L’artista, che ha guidato l’attività affiancato dal curatore e dal formatore aziendale, ha invitato ogni partecipante a scrivere un proprio statement per la direzione di uno dei ventisei musei del circuito AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani assegnatogli, utilizzando cinque concetti chiave scelti da una lista, più uno indicato da loro, su cui costruire le linee guida per la direzione dell’istituzione. Ogni partecipante ha inoltre individuato un’immagine che rappresentasse l’istituzione (un’opera della collezione, un dettaglio architettonico, il logo ecc…) e che ne diventasse il simbolo.

Per indirizzare gli studenti nella progettazione, Andrea Viliani – direttore del Museo MADRE di Napoli – è stato invitato a raccontare la sua esperienza, il modo in cui impostare un’ application per l’ipotetica direzione, le linee guida su cui costruire la programmazione culturale di un museo. Nella seconda parte del workshop, infine, ogni partecipante ha realizzato la sua “mappa simbolica” che attraverso linee e colori ha reso visibili le diverse e personali strategie applicate all’attività di direzione dei diversi musei.

Le trentotto mappe, vere e proprie opere d’arte frutto della giornata di lavoro, sono state installate nella sede del Master di Milano.

The Wishful Map, è un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista Pietro Ruffo, il trainer specializzato in formazione e sviluppo delle risorse umane Piero Tucci e la Fondazione Ermanno Casoli,  con l’obiettivo di realizzare una serie di mappe concettuali capaci di rappresentare l’identità e i valori delle aziende, attraverso un’opera d’arte condivisa. Tra le aziende che hanno partecipato al progetto: Angelini Acraf spa (2015), Banca di Credito Cooperativo di Bellegra (2016), Euler Hermes Italia del gruppo assicurativo Allianz (2016).

18 gennaio 2017
Pietro Ruffo, THE WISHFUL MAP #1, 2015

Titolo: The Wishful Map #1
Artista: Pietro Ruffo
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Angelini – Acraf spa
Numero: partecipanti: 60
Luogo: Roma – Lanificio Luciani
Anno: 2015

The Wishful Map #1 è il titolo del workshop ideato da Pietro Ruffo per sessanta dipendenti, tra dirigenti e quadri, dell’azienda Angelini Acraf spa, svoltosi presso il Lanificio Luciani di Roma ed incentrato sull’obiettivo di restituire attraverso un’opera d’arte la presenza dell’azienda nel mondo, evidenziandone la cultura e i valori fondanti.

Le due giornate di formazione guidate dall’artista, affiancato dal curatore e dal formatore aziendale, hanno avuto inizio con una riflessione sulle possibili forme attraverso cui realizzare un planisfero che ha portato alla scelta della proiezione del mondo su un icosaedro regolare con cui ricreare un atlante completo, diviso in venti triangoli equilateri. Il triangolo equilatero, esplicito riferimento al logo di Angelini, è stato il modulo di lavoro per i partecipanti divisi in gruppi che, attraverso un processo condiviso tra i vari componenti dell’aula, hanno associato un colore a ciascuna delle trenta parole chiave individuate per descrivere l’azienda e riportate ad acquerello sulla mappa. In seguito, ogni partecipante ha realizzato il ritratto a matita di uno dei colleghi partecipanti al workshop. I sessanta ritratti hanno costituito un ulteriore elemento di identità della mappa, rafforzando la convinzione che il capitale umano sia la vera ricchezza dell’azienda e il potenziale più alto per la sua crescita. Il grande planisfero, The Wishful Map #1, è stato successivamente collocato nell’androne dello stabilimento di Santa Palomba.

The Wishful Map, è un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista Pietro Ruffo, il trainer specializzato in formazione e sviluppo delle risorse umane Piero Tucci e la Fondazione Ermanno Casoli, con l’obiettivo di realizzare una serie di mappe concettuali capaci di rappresentare l’identità e i valori delle aziende, attraverso un’opera d’arte condivisa. Tra le aziende che hanno partecipato al progetto: Business School del Sole24Ore (2015), Banca di Credito Cooperativo di Bellegra (2016), Euler Hermes Italia del gruppo assicurativo Allianz (2016).

11 gennaio 2017
Ettore Favini, OGGETTI SOCIALI, 2014

Titolo: Oggetti Sociali
Artista: Ettore Favini
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: Jungheinrich
Numeri partecipanti: 15
Luogo: Villa Panza di Biumo – Varese
Anno: 2014

 

Oggetti Sociali è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Ettore Favini insieme a formatore e al curatore, a cui hanno partecipato quindici manager dell’azienda Jungheinrich – filiale italiana della multinazionale tedesca Jungheinrich AG, leader nella logistica di magazzino in Europa – tenutosi presso la Villa Panza di Biumo a Varese.

Per avviare il processo di realizzazione dell’attività formativa, nei giorni antecedenti al workshop i partecipanti hanno ricevuto una lettera nella quale si chiedeva di individuare un oggetto personale, tra quelli a loro più cari, dai quali si sarebbero dovuti separare. Gli oggetti, inseriti in un involucro che li rendeva anonimi, sono stati al centro di una lunga discussione che verteva intorno al tema dell’identità e di come questa si possa raccontare anche attraverso gli oggetti. Nella seconda fase del workshop i partecipanti hanno progettato una scaffalatura in cui esporre gli oggetti stessi, secondo un’idea di display nata dalla discussione precedente.

L’attenzione al metodo di creazione dell’opera d’arte partecipata, esito finale del workshop e successivamente collocata in azienda, insieme così alla documentazione delle dinamiche interne al gruppo filtrate dallo sguardo dell’artista, sono stati gli elementi fondanti del progetto. Oggetti Sociali  si inseriva nell’ambito del programma formativo di Jungheinrich, dal titolo Logistics Systems Build Together.

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12 gennaio 2017
Francesco Barocco, UNDERDRAWING, 2014

Titolo: Underdrawing
Artista: Francesco Barocco
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano- Hic et NunC
Azienda: Business School del Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 28
Luogo: Milano
Anno: 2014

Underdrawing è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Francesco Barocco con ventotto studenti del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24. I partecipanti, coadiuvati dal curatore e dal formatore, si sono misurati con il disegno e con l’antica tecnica della quadrettatura sotto la guida dell’artista, al fine di realizzare delle copie fedeli di disegni dei grandi maestri della pittura italiana.

La prima fase del workshop consisteva in una vera e propria lezione di disegno, con l’obiettivo di permettere agli studenti di fare esperienza su cosa significa tracciare un segno su un foglio, di acquisire una maggiore consapevolezza delle tecniche e degli strumenti base del fare arte. La seconda fase, invece, è stata finalizzata alla creazione di una copia: ad ogni partecipante è stato consegnato un piccolo ed essenziale kit – matita, foglio, gomma – e alcuni modelli di disegni da riprodurre, in modo che ognuno potesse scegliere il suo, assecondando la propria sensibilità.

I disegni realizzati sono stati rielaborati e fotografati dall’artista facendo dello scatto fotografico la matrice che ha consentito di stamparne un esemplare, per ciascuno dei partecipanti, di quella che è stata a tutti gli effetti un’ “opera a quattro mani”, testimonianza dell’esperienza vissuta.

 

11 gennaio 2017
Marinella Senatore, WORKING IS NETWORKING, 2013

Titolo: Working is Networking
Artista: Marinella Senatore
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Angelini – A.C.R.A.F. spa
Numero partecipanti: 22
Luogo: Palazzo Cavalli Fraschetti – Venezia
Anno: 2013

Working is Networking è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista e filmmaker Marinella Senatore, a cui hanno partecipato ventidue dipendenti di Angelini  A.C.R.A.F spa – società del gruppo internazionale Angelini, leader nel settore della salute e del benessere –  tenutosi presso Palazzo Cavalli Fraschetti, a Venezia.

I partecipanti al workshop, divisi per gruppi, coadiuvati dal curatore e dal formatore, hanno realizzato un cortometraggio in cui hanno messo in scena la propria visione del lavoro con le problematiche e le prospettive future ad essa collegate. Affrontate tutte le fasi della lavorazione – dalla scrittura alla ripresa fino alla regia e al montaggio finale – artista e dipendenti hanno condiviso le proprie competenze per acquisirne di nuove. In questa attività tipicamente di outdoor, ai partecipanti sono state proposte una serie di attività collaterali volte alla conoscenza del ricco patrimonio artistico di Venezia.

Il progetto ha voluto stimolare la capacità di indirizzare l’impegno individuale verso un obiettivo comune, dove le aree di intervento di ciascun componente sono  gestite in favore della collaborazione e del lavoro di squadra.

 

 

11 gennaio 2017
Margherita Moscardini, CONDOMINIUM, 2013

Titolo: Condominium
Artista: Margherita Moscardini
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – Hic et NunC
Azienda: Business School Sole 24 Ore
Numero partecipanti: 37
Luogo: Milano
Anno: 2013

 

Condominium è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Margherita Moscardini, con trentasette studenti del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore, coadiuvati dal formatore e dal curatore. Per questa occasione, la Fondazione Ermanno Casoli – dal 2012 partner della Business School del Sole 24 Ore – ha riproposto un progetto dal titolo Condominium (Or the Merck Index), già sperimentato insieme a dieci dipendenti dell’azienda MSD Italia nel 2012, con lo scopo di far vivere agli studenti del Master un’esperienza realizzata per un’azienda, affrontando e analizzando contenuti e metodologie affini.

L’artista ha avviato una riflessione sugli ideali utopici adottati in ambito aziendale, partendo dall’idea di standard come modello a cui tendere per migliorare la vita quotidiana, individuando come esempio concreto di moderno “Villaggio ideale del lavoro”, il Villaggio Crespi d’Adda, costruito a fine Ottocento dall’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi. Muovendo dalla domanda “Quale sarebbe oggi un modello abitativo che venga incontro alle esigenze dei dipendenti di una grande azienda”, ogni dipendente ha realizzato uno o più disegni in rilievo di un ambiente ideale, che corrispondesse e sintetizzasse al massimo le loro esigenze abitative o la loro idea di spazio pubblico.

I disegni prodotti durante il workshop sono stati raccolti  e rilegati per comporre un volume di immagini in rilievo, metafora di un condominio, un vero e proprio libro d’artista di cui sono state prodotte tre edizioni firmate e numerate.

9 gennaio 2017
Ettore Favini, CONDIVIDERE E’ CONNETTERE, 2012

Titolo: Condividere è connettere
Artista: Ettore Favini
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Bricocenter srl
Numero partecipanti: 10
Luogo: Milano – Cinisello Balsamo
Anno: 2012

Condividere è connettere è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Ettore Favini con dieci dipendenti di Bricocenter Srl – la più grande catena di bricolage in Italia – tenutosi presso il punto vendita aziendale di Cinisello Balsamo, Milano. I partecipanti sono stati scelti tra coloro che nei due anni precedenti avevano seguito un percorso intitolato Vision, per immaginare insieme come l’azienda avrebbe voluto essere nel 2020 e, dunque, per lavorare ogni giorno alla realizzazione di questa “visione aziendale” a lungo termine.

I partecipanti, coadiuvati da curatore e formatore, sono stati invitati a condividere una serie di parole rappresentative del modo in cui hanno costruito la prospettiva futura dell’azienda. Questi termini sono stati successivamente inseriti all’interno di un software utilizzato per la network analysis, dove sono stati isolati dal contesto di origine: ogni racconto è diventato un disegno, un’astrazione che i collaboratori hanno riconosciuto come parte di se stessi e che hanno riprodotto con i materiali commercializzati dall’azienda. I singoli contributi hanno permesso il raggiungimento di un obiettivo comune: rendere materialmente visibili i contenuti e le emozioni scaturiti dal percorso Vision, i temi e le riflessioni affrontate durante il lavoro con l’artista. Infine, tutte le fasi del workshop sono state documentate in un sito web creato dall’artista con l’ausilio dei dieci collaboratori.

L’intervento di Ettore Favini ha inteso raccogliere le esperienze e le emozioni maturate durante questo progetto, restituite attraverso un’opera d’arte partecipata in grado di rappresentare l’apporto di ciascun individuo come ricchezza collettiva per l’azienda.

Guarda il video

 

9 gennaio 2017
Tomaso De Luca, DRAWING AFTER ARQUITECTURE, 2012

Titolo: Drawing After Architecture
Artista: Tomaso De Luca
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: MSD Italia
Numero partecipanti: 10
Luogo: Roma
Anno: 2012

Drawing After Architecture è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Tomaso De Luca con dieci dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD, leader nella produzione di farmaci, tenutosi presso gli spazi aziendali della sede romana.

Per la realizzazione del suo progetto, l’artista ha scelto di utilizzare come mezzo didattico la pratica del disegno – alla base della sua produzione artistica – perché in grado da sempre di materializzare e rappresentare concetti astratti e idee, dando visibilità a ciò che è impercettibile. De Luca ha infatti condiviso con i dieci dipendenti partecipanti, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, alcune particolari tecniche, come il “disegno cieco” o il “disegno impedito”, suggerendoli come metodo per tradurre in segni grafici la relazione che intercorre tra loro e lo spazio dell’azienda.

L’intenzione è stata quella di invertire la pratica dell’architetto che parte da un progetto/disegno bidimensionale per giungere successivamente ad un risultato tridimensionale. In questo modo l’artista ha fatto emergere il disegno solo alla fine del processo, come risultante, e non come presupposto, della costruzione dello spazio.

E-STRAORDINARIO per MSD si è strutturato in tre giornate di workshop e ha coinvolto trenta dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD Italia e tre artisti: Tomaso De Luca, Margherita Moscardini e Alberto Tadiello. Ciascuna delle tre giornate ha visto protagonisti uno dei tre artisti e dieci dipendenti della società, provenienti da diverse funzioni aziendali.

 

9 gennaio 2017
Margherita Moscardini, CONDOMINIUM (OR THE MERCK INDEX), 2012

Titolo: Condominium (or The Merck Index)
Artista: Margherita Moscardini
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: MSD Italia
Numero partecipanti: 10
Luogo: Roma
Anno: 2012

Condominium (or The Merck Index) è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Margherita Moscardini, affiancata dal curatore e dal formatore, con dieci dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD, leader nella produzione di farmaci, tenutosi presso gli spazi della sede romana dell’azienda.

L’artista ha avviato una riflessione sugli ideali utopici adottati in ambito aziendale, partendo dall’idea di standard come modello a cui tendere per migliorare la vita quotidiana, individuando come esempio concreto di moderno “Villaggio ideale del lavoro”, il Villaggio Crespi d’Adda, costruito a fine Ottocento dall’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi. Muovendo dalla domanda: “Quale sarebbe oggi un modello abitativo che venga incontro alle esigenze dei dipendenti di una grande azienda?”, ogni dipendente ha realizzato uno o più disegni in rilievo di un ambiente ideale, che corrispondesse e sintetizzasse al massimo le loro esigenze abitative o la loro idea di spazio pubblico. I disegni prodotti durante il workshop sono stati raccolti e rilegati per comporre un volume di immagini in rilievo, metafora di un condominio, un vero e proprio libro d’artista di cui sono state prodotte tre edizioni firmate e numerate.

E-STRAORDINARIO per MSD si è strutturato in tre giornate di workshop ha coinvolto trenta dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD Italia e tre artisti: Tomaso De Luca, Margherita Moscardini e Alberto Tadiello. Ciascuna delle tre giornate ha visto protagonisti uno dei tre artisti e dieci dipendenti della società, provenienti da diverse funzioni aziendali.

 

9 gennaio 2017
Alberto Tadiello, THINGS GO ON WITH MISTAKES, 2012

Titolo: Things Go On With Mistakes
Artista: Alberto Tadiello
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: MSD Italia
Numero partecipanti: 10
Luogo: Roma
Anno: 2012

Things Go On With Mistakes è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Alberto Tadiello, con dieci dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD, leader nella produzione di farmaci, tenutosi presso gli spazi aziendali della sede di Roma.

Tutti i partecipanti, coadiuvati dal curatore e dal formatore aziendale, hanno  ricevuto vari materiali con cui inventare degli strumenti, sfruttando meccanismi di funzionamento molto semplici di rotazioni, attriti e frizioni, che hanno generato suoni o rumori. Ogni singolo partecipante ha sviluppato un piccolo e personalissimo lavoro di ricerca per creare un’entità sonora da cui è nata un’azione collettiva composta da un insieme di elementi che hanno funzionato allo stesso tempo come una piccola orchestra in miniatura composta da tutti i pezzi prodotti. Il progetto dell’artista, il cui titolo fa riferimento ad una traccia contenuta in un album nato dalla collaborazione tra due band americane (“In The Fishtank”, The Black Heart Procession + Solbakken), ha avuto come obiettivo la creazione di elementi sonori come base e stimolo per la cooperazione fra i partecipanti.

E-STRAORDINARIO per MSD si è strutturato in tre giornate di workshop e ha coinvolto trenta dipendenti dell’azienda farmaceutica MSD Italia e tre artisti di importanza internazionale: Tomaso De Luca, Margherita Moscardini e Alberto Tadiello. Ciascuna delle tre giornate ha visto protagonisti uno dei tre artisti e dieci dipendenti della società, provenienti da diverse funzioni aziendali.

 

9 gennaio 2017
Marinella Senatore, FILMING THE PROCESS #2, 2012

Titolo: Filming the process #2
Artista: Marinella Senatore
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – Hic et NunC
Azienda: Business School del Sole24Ore
Numero partecipanti: 35
Luogo: Milano
Anno: 2012

Filming the process #2 è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Marinella Senatore, con trentacinque studenti del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore, coadiuvati dal formatore e dal curatore. Per questa occasione, la Fondazione Ermanno Casoli – dal 2012 partner della Business School del Sole 24 Ore – ha riproposto un progetto dal titolo titolo Filming the process #1, già sperimentato insieme a venti dipendenti di Biotronik Italia spa nel 2011, con lo scopo di far vivere agli studenti del Master un’esperienza realizzata per un’azienda, affrontando e analizzando contenuti e metodologie affini.

Focus del workshop è stato innescare e alimentare processi di partecipazione e di aggregazione attraverso l’uso della pratica cinematografica, modalità espressiva prediletta dall’artista per la sua struttura corale. Gli studenti sono stati coinvolti nella realizzazione di un breve audiovisivo in cui, divisi per gruppi, hanno coperto tutte le fasi della lavorazione, dalla scrittura alla ripresa fino alla regia e al montaggio finale.

Il progetto ha voluto stimolare la capacità di indirizzare il proprio lavoro verso un obiettivo condiviso e di un pensare collettivo, dove le aree di intervento di ciascun componente e le singole competenze fossero gestite in favore della collaborazione e del lavoro di squadra.

17 ottobre 2023
CLAIRE FONTAINE, Il personale, 2023

Artista: Claire Fontaine
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica spa
Numero partecipanti: 30
Luogo: Elica – Fabriano
XXI Edizione

IL PERSONALE è l’opera d’arte site-specific realizzata da Claire Fontaine, artista collettiva vincitrice della XXI edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli.

La nuova installazione luminosa, pensata per il luogo più iconico dell’headquarter di Elica a Fabriano, nasce dalle riflessioni scaturite durante il workshop “Lavoro femminile visibile e invisibile”, tenuto da Claire Fontaine e rivolto ad un gruppo di 30 donne che rivestono ruoli manageriali all’interno dell’azienda. Alla luce di alcuni concetti fondamentali del femminismo – su cui il duo artistico si interroga dai suoi esordi – le partecipanti sono state chiamate ad esprimersi sul tema dell’empowerment femminile con l’obiettivo di mettere in evidenza le loro difficoltà nel conciliare gli aspetti professionali con quelli familiari.

Le sfide emotive emerse durante l’incontro, hanno ispirato l’attivazione luminosa della potente citazione, “Il personale è politico”, tratta dal saggio dell’attivista e femminista statunitense Carol Hanish, “The personal is political” pubblicato nel 1970. Hanisch con questo testo ha creato una pietra miliare del femminismo confutando l’idea che la sessualità, l’apparenza fisica, l’aborto, la cura dei bambini e la divisione del lavoro domestico siano problemi personali privi di dignità politica.

L’opera diventa così uno spunto di riflessione sulla condizione delle donne nel contesto lavorativo e sociale, portando alla luce il loro valore ed enfatizzando l’importanza di una visione politica più ampia per promuovere l’uguaglianza e il rispetto dei diritti delle donne come agenti trasformatori della società.

Come di consueto nel lavoro di Claire Fontaine, le parole escono dal loro uso abituale e diventano altro, mutando percezione e significato dei contesti in cui si trovano. In questo caso, infatti, nella frase in italiano “il personale è politico” persiste un’ambiguità non presente in inglese, che può farla comprendere come un’affermazione rivolta al ruolo dei collaboratori di un’azienda come Elica – in cui le strategie di Diversity & Inclusion e di Gender Equality sono oggetto di attenzioni particolari che ne valorizzano l’importanza tanto nel contesto professionale che in quello sociale.

Oltre a confermare l’importanza del linguaggio all’interno della ricerca di Claire Fontaine, l’opera reitera anche la sua posizione rispetto all’appropriazione. Infatti, lo stesso titolo del libro “The personal is political”, non è stato rivendicato da Carol Hanish che lo ha attribuito ad altre femministe che a loro volta interrogate sulla questione lo hanno decretato frutto dell’intelligenza anonima e collettiva degli slogan.

Progetto sostenuto dalla Regione Marche – Assessorato alla Cultura

11 gennaio 2023
EUGENIO TIBALDI, MARSHY, 2022

Artista: Eugenio Tibaldi
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: EMC FIME
Numero partecipanti: 3200 circa
Luogo: EMC FIME – Castelfidardo (AN)
XX Edizione

MARSHY è l’opera d’arte ambientale site-specific ideata da Eugenio Tibaldi, vincitore della XX edizione del Premio Ermanno Casoli 2022.

Dopo un periodo di residenza nelle Marche l’artista ha deciso di realizzare il suo progetto nella sede di EMF FIME, azienda del gruppo Elica, a Castelfidardo (AN), nell’area verde posta tra due stabilimenti fino a poco tempo fa concorrenti e la strada provinciale Jesina. Uno spazio di confine non utile alla produzione e alla mobilità, eppure molto evocativo, soprattutto se si considera la vista che da questa posizione si gode sul centro storico di Castelfidardo.

MARSHY, termine che in inglese si riferisce ad un ambiente palustre, si presenta come uno specchio d’acqua di forma circolare del diametro di 12 metri, con tre passerelle che indicano tre direzioni nello spazio e si riferiscono ad altrettante componenti, individuate dall’artista, come caratteristiche del territorio in esame: la natura, la storia e l’industria.

Emerge dall’acqua una vegetazione caratteristica di un ambiente palustre: arbusti, bambù, fiori, popolata da una colonia di 200 volatili; il tutto costruito interamente attraverso il riutilizzo degli scarti della produzione aziendale e il coinvolgimento per la prima volta non solo i dipendenti di quella sede, ma tutto il mondo Elica che ha una piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, con oltre 3.200 lavoratori.

La scelta della palude non è casuale: solitamente considerata come un territorio misto fra terra ed acqua, zona liminare e complessa, questa rappresenta un’anomalia del paesaggio, ritenuta poco utile, mai usata per gli insediamenti a meno di non essere prima bonificata, di fatto sempre “scartata”. Eppure le paludi presentano uno dei più alti tassi di biodiversità al mondo, risultano fondamentali nei processi evolutivi e per la sopravvivenza dell’ecosistema generale.

Con MARSHY Eugenio Tibaldi intende aggiungere un nuovo tassello alla sua pluriennale ricerca sul confine ricreando uno spazio ispirato al più marginale degli ambienti naturali. Un luogo di sospensione in cui ogni definizione di ciò che vediamo e proviamo è allo stesso tempo rassicurante e fuorviante, capace di accogliere una molteplicità di letture. Un luogo in cui il reale non è chiamato in causa e lo si può comprendere solo attraverso la percezione, nell’esperienza immersiva dell’attraversamento, dove i messaggi si incrociano e si accavallano rispondendo alle personali esperienze culturali del pubblico.

Completa l’installazione un inserto sonoro che richiama alla mente il canto degli uccelli, ideato dall’artista con il musicista Andrea Naspi e realizzato con la fisarmonica grazie alla collaborazione con la storica azienda di Castelfidardo Pigini Fisarmoniche. Una scelta che sottolinea ulteriormente lo strettissimo legame di questa opera d’arte con il territorio, rafforzata dall’inserimento della sua inaugurazione tra i principali eventi del programma del PIF (Premio Internazionale Fisarmonica).

Guarda il video-documentario.

Progetto sostenuto dalla Regione Marche – Assessorato Beni e attività culturali.

11 gennaio 2017
Cesare Pietroiusti, AGÌTA, 2012

Titolo: Agìta – Istruzioni per un’azienda non funzionale
Artista: Cesare Pietroiusti
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Confindustria Ancona
Numero partecipanti: 15
Luogo: Jesi – Pinacoteca Civica e Ancona – Confindustria
Anno: 2012/2013

Agìta – Istruzioni per un’agenda non funzionale è il titolo del progetto ideato e condotto dall’artista Cesare Pietroiusti in due fasi diverse con quindici partecipanti, coadiuvati dal curatore e del formatore aziendale, tra imprenditori e manager del settore meccanico della Provincia di Ancona e funzionari del settore cultura della Pubblica Amministrazione.

Nella prima fase, tenutasi presso la Pinacoteca Civica di Jesi, si è svolto un workshop condotto dall’artista in cui si è lavorato sull’eliminazione dei blocchi, razionali ed emotivi, che frenano la creatività. Nella seconda fase, avvenuta presso la sede di Confindustria Ancona, ai partecipanti è stato consegnato un libro d’artista tirato in trenta copie, numerate e firmate, dal titolo Agìta, in cui sono stati raccolti i contenuti emersi e prodotti durante la precedente giornata di lavoro. Pietroiusti ha posto l’attenzione sui pensieri fulminei e superflui che attraversano la nostra mente in svariati momenti della giornata, difficili da ricordare e slegati da qualsiasi azione, definiti dall’artista “Pensieri non funzionali” e che per anni  ha raccolto nel sito pensierinonfunzionali.net creato appositamente per fissarli nella memoria.

Agìta, un’agenda non funzionale, vuole essere lo strumento con il quale annotare, nello spazio dedicato, i propri “pensieri non funzionali” come presentato nella sezione finale dell’agenda in cui sono documentati, attraverso i mezzi e le modalità che i partecipanti hanno ritenuto più idonei, i “pensieri non funzionali” sorti durante il workshop e scelti tra quelli raccolti da Cesare Pietroiusti nel corso degli ultimi trent’anni.

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9 gennaio 2017
Marinella Senatore, FILMING THE PROCESS #1, 2011

Titolo: Filming the process #1
Artista: Marinella Senatore
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: Biotronik
Numero partecipanti: 20
Luogo: Milano – DOCVA
Anno: 2011

Filming the process #1 è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista e filmmaker Marinella Senatore con venti dipendenti di Biotronik Italia spa, coadiuvati dal formatore e dal curatore, tenutosi a Milano presso il DOCVA – Documentation Center for Visual Arts organizzato dalle associazioni Careof e Viafarini all’interno della Fabbrica del Vapore.

Focus del workshop è stato innescare e alimentare processi di partecipazione e di aggregazione attraverso l’uso della pratica cinematografica, modalità espressiva prediletta dall’artista per la sua struttura corale. I partecipanti sono stati coinvolti nella realizzazione di due cortometraggi in cui, divisi per gruppi, hanno coperto tutte le fasi della lavorazione, dalla scrittura alla ripresa fino alla regia e al montaggio finale.

Il progetto ha voluto stimolare la capacità di indirizzare il proprio lavoro verso un obiettivo condiviso e di un pensare collettivo, dove le aree di intervento di ciascun componente e le singole competenze fossero gestite in favore della collaborazione e del lavoro di squadra.

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9 gennaio 2017
Sissi, TITOLATI VESTITI, 2011

Titolo: Titolati vestiti
Artista: Sissi
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Giovanni Boano – HiC et NunC
Azienda: Artsana Group
Numero partecipanti: 20
Luogo: Grandate – Como
Anno: 2011

Titolati vestiti è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Sissi con venti dipendenti della multinazionale Artsana Group, con venti stiliste specializzata nel campo dell’abbigliamento e dei prodotti per bambini, tenutosi nella sede aziendale di Grandate a Como.

L’artista, coadiuvata dal formatore e dal curatore, ha condotto le partecipanti ad analizzare gli indumenti da loro disegnati e ai quali fossero particolarmente legate, individuato in ognuno una qualità caratterizzante. Questo ha permesso di creare una classificazione dei capi e, soprattutto di dare loro un nuovo significato e un nuovo nome, in pratica di re-intitolarli. Nella seconda parte del workshop, alcune parti degli abiti analizzati sono state tagliate e unite secondo nuovi criteri, così da avviare un processo di ibridazione che ha dato origine a qualcosa di nuovo: le singole parti dei vestiti nuovamente titolate sono state cucite insieme a formare un unico abito, simbolo di un nucleo famigliare, amicale o di lavoro, composto da identità diverse fra loro che, pur non scegliendosi e non somigliandosi, sono allacciate e unite da un forte legame.

Il workshop è servito a innescare un processo di creazione in cui i partecipanti si sono sentiti liberi di riconsiderare la realtà e di rinominarla, scardinando concetti precostituiti e stimolando idee verso soluzioni innovative.

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13 gennaio 2022
JORGE SATORRE, Pelusa, 2021

Artista: Jorge Satorre
Curatore: Francesco Pedraglio e Marcello Smarrelli
Azienda: Elica spa – ElicaMex
Numero partecipanti: 70
Luogo: ElicaMex -Quéretaro
Presentazione progetto: Museo della Città di Quéretaro 7 dicembre 2021; Galleria Labor – Città del Messico 19 gennaio 2022
XIX Edizione

Il vincitore della XIX edizione del Premio Ermanno Casoli – la prima a svolgersi presso la sede ElicaMex di Querétaro (Messico) – è l’artista Jorge Satorre (Città del Messico, 1979). Satorre entra nel mondo di Elica con il progetto Pelusa, a cura di Francesco Pedraglio e Marcello Smarrelli, con un percorso articolato che, partendo dal disegno e sviluppatosi attraverso l’incisione e la scultura, ha coinvolto oltre settanta dipendenti di ElicaMex.
Interessato alla dialettica tra produzione industriale e artistica, Satorre riflette sulla natura della traccia lasciata dal lavoratore sui prodotti che contribuisce a creare. Gli oggetti realizzati in linea di produzione, contrariamente alle opere d’arte, sono standardizzati e seguono rigidi criteri legati alla funzionalità e al design. L’artista si è focalizzato sulla contrapposizione tra espressione personale e regola, tra istintualità e controllo di qualità, tra proposta soggettiva e standard di funzionalità. Il titolo del progetto – Pelusa, (lanugine) – sottolinea l’interesse di Satorre su ciò è considerato “scarto”, “avanzo” e utilizzarlo come punto di partenza per interpretare il processo produttivo e sviluppare il suo progetto artistico.
Attraverso la pratica del disegno dal vivo, nel corso di lunghi periodi di residenza presso lo stabilimento di ElicaMex, Satorre ha documentato una serie di stampi usati per realizzare le cappe da cucina, matrici diventate inutilizzabili a causa dell’usura e delle mutate esigenze di mercato. Affascinato da questo archivio di oggetti preziosi ma ormai inutili, l’artista ha trasformato i disegni in una serie di 19 incisioni usando come matrici lastre metalliche di scarto risultanti dalla lavorazione delle cappe.
Sul tema centrale del progetto – oggettività e soggettività nei processi di produzione industriale – l’artista ha realizzato un workshop con i lavoratori di ElicaMex focalizzando la sua attenzione sulla parte del sistema WCM (World Class Manufacturing) che permette ai lavoratori di proporre miglioramenti all’ambiente di lavoro, all’uso e al funzionamento dei macchinari. I “suggerimenti”, che possono arrivare anche tramite l’uso del disegno, hanno ispirato Satorre a realizzare un corso di disegno dal vivo, mostrando ai dipendenti le potenzialità narrative di questa tecnica.
Per esporre le 19 incisioni, l’artista ha realizzato quattro sculture in metallo di grande formato su cui ha allestito anche una selezione di “suggerimenti” provenienti dal WCM. Le sculture sono state integrate in maniera mimetica all’interno della fabbrica, progettate come il proseguimento delle strutture preesistenti: scale, recinti di protezione, pilastri. Queste strutture, prolungate e ingigantite, diventano residui formali di dispositivi tecnici che hanno definitivamente perso la loro funzionalità.
A conclusione del percorso durato oltre un anno, dilatato e amplificato dalla pandemia, Satorre ha raccolto i risultati dell’intero processo in un libro ibrido, a metà tra catalogo e libro d’artista, che ripropone le 19 incisioni affiancate ad un percorso fotografico nella fabbrica documentando la presenza delle sculture. Un archivio sui generis che imita nel formato e nell’impaginazione un tradizionale libro d’incisioni, suggerendo un’ulteriore chiave di lettura del progetto che può essere individuata nel rapporto personale ed emotivo creato dall’artista con le opere realizzate, lo spazio della fabbrica e le persone che la vivono.

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2 dicembre 2020
MATTEO FATO, Gentile come un ritratto, 2020 (circa)

Artista: Matteo Fato
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica spa
Numero partecipanti:159
Luogo: Elica – Fabriano; FIME Elica Motors Division – Castelfidardo
XVIII Edizione

Matteo Fato vince la XVIII edizione del Premio Ermanno Casoli con il progetto Gentile come un ritratto, titolo che richiama volutamente il presunto autoritratto che il pittore Gentile da Fabriano (Fabriano 1370 ca., Roma 1427) avrebbe realizzato nel suo polittico l’Adorazione dei Magi (1423), oggi agli Uffizi.

Quella dell’artista è stata una sfida su più livelli: partire da un capolavoro del passato, legato al genio e all’eccellenza del territorio marchigiano, per concepire un’opera collettiva che parli del presente passando dall’autoritratto di Gentile al ritratto attuale di Elica. Si crea così un collegamento ideale che unisce, con un corto circuito temporale, la bottega rinascimentale dello storico pittore con l’azienda che da Fabriano, grazie alla passione del suo fondatore Ermanno Casoli, si è distinta nel mondo nell’ambito dell’industria e del design.

In un momento particolarmente difficile, in cui anche la dimensione relazionale del lavoro è messa a dura prova, il progetto proposto da Fato è stato scelto per la sensibilità e l’efficacia con cui è riuscito ad affrontare questo aspetto. L’artista ha deciso di aprire la sua autorialità ad un’operazione collettiva, traducendo il gesto pittorico, cifra distintiva del suo lavoro che “accade” nel silenzio e nella solitudine del suo studio, in un “fare insieme”, ricreando un senso intimo e profondo di vicinanza con l’altro. L’opera, che nella sua pluralità e astrazione è capace di rappresentare tutti quelli che hanno contribuito a realizzarla, è il risultato di un atelier temporaneo di pittura, durato una settimana, allestito negli spazi aziendali delle sedi Elica di Fabriano e Castelfidardo, condotto da Matteo Fato, a cui hanno partecipato 159 dipendenti invitati a lasciare il proprio segno su un’unica tela. Durante il workshop, i partecipanti hanno avuto la possibilità di confrontarsi, uno alla volta, personalmente con l’artista, riflettendo insieme sulla natura del ritratto come forma espressiva che rappresenta non solo un’individualità, ma l’epoca che la caratterizza. Per ritrarre un soggetto è infatti necessario poter giungere a una “familiarità” con il contesto storico, culturale e sociale che lo circonda. Con questa consapevolezza ogni partecipante ha ricevuto dall’artista la chiave per lasciare il proprio segno, alla ricerca di una somiglianza fondata sul proprio vissuto e sulla propria quotidianità. Il ritratto, come di consuetudine nel modus operandi dell’artista, diventa parte di una più articolata installazione, composta da altri dispositivi legati al suo processo di lavoro. Da questa azione collettiva sono state prodotte altre tele, ricavate dai panni utilizzati per la pulizia dei pennelli a ogni cambio di mano e di colore, a loro volta intelaiati e incorniciati all’interno delle rispettive casse da trasporto.

“Il titolo iniziale del workshop, nella sua messa al mondo come installazione definitiva, assume una pluralità necessaria: Gentili come un ritratto. Questa modifica alla prima e forse più importante parola del titolo, si mostra indispensabile per omaggiare gli occhi e le mani gentili, che ci hanno donato la loro storia; una storia preziosa che è divenuta ritratto di paesaggio del nostro tempo”. Matteo Fato

Gentili come un ritratto entra quindi a far parte di Elica Corporate Collection, una speciale collezione che raccoglie tutte le opere realizzate da artisti e dipendenti dell’azienda durante le attività promosse dalla Fondazione Ermanno Casoli.

Il progetto è parte delle celebrazioni per il 50° anniversario della nascita dell’azienda Elica, realizzato nell’ambito di E-STRAORDINARIO – il programma di formazione con l’arte contemporanea che, da oltre un decennio, contraddistingue l’attività della FEC.

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30 luglio 2019
PATRICK TUTTOFUOCO, THE RELAY, 2019

Artista: Patrick Tuttofuoco
Curatore: Marcello Smarrelli
Anno: 2019
Luogo: Serra San Quirico
Esposizione: Museo Premio Ermanno Casoli 1998-2007
Edizione Speciale 20 anni

The Relay è il titolo dell’opera site specific realizzata da Patrick Tuttofuoco, a cura di Marcello Smarrelli, per celebrare il ventennale dall’istituzione del Premio Ermanno Casoli.

La grande installazione luminosa realizzata dall’artista con il neon, affronta gli argomenti caratteristici del suo lavoro: le relazioni familiari e lo scambio generazionale, i meccanismi e i legami che uniscono e caratterizzano le comunità. Il titolo fa esplicito riferimento ad una disciplina olimpionica, la staffetta, unica specialità nell’atletica leggera che si configura come sport di squadra e non individuale, in cui i componenti devono correre passandosi una bacchetta: il testimone. Le mani, che si sfiorano, si toccano, si passano il testimone, sono le vere protagoniste di questo lavoro: sono una delle parti più importanti del corpo, ci permettono di socializzare, di lavorare, di stringere relazioni e contatti, di manifestare i nostri sentimenti. Nel lavoro di Tuttofuoco il semplice gesto di stringere una forma nella propria mano viene dilatato e riproposto in tutte le sue fasi, dando una dimensione spaziale alla nozione di tempo. Ricevere qualcosa ed essere in grado di trasmetterla ad un altro essere umano, diventa la metafora dello scambio, del dono, del premio, ma anche del susseguirsi delle generazioni e, in definitiva, della vita stessa.

The Relay è stata donata dalla Fondazione al Museo Premio Ermanno Casoli 1998-2007, arricchendo la collezione delle circa quaranta opere acquisite nelle prime dieci edizioni del Premio, istituito da Gianna Pieralisi, moglie di Ermanno Casoli – fondatore dell’azienda Elica, amante dell’arte e artista egli stesso scomparso prematuramente – e dai figli Cristina e Francesco Casoli. L’opera, installata nel corridoio di ingresso del Museo Premio Ermanno Casoli 1998 – 2007, funge da trait d’union tra la prima fase del premio e la seconda, nata nel 2007 con l’istituzione della Fondazione Ermanno Casoli.

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22 dicembre 2018
ELENA MAZZI, MASS AGE, MESSAGE, MESS AGE (ELICA 2018), 2018

Artista: Elena Mazzi
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Diego Agostini – Commitment
Azienda: Elica spa
Numero partecipanti:20
Luogo: Headquarter Elica – Fabriano
XVII Edizione

Mass age, message, mess age (Elica 2018), è il titolo del progetto dell’artista Elena Mazzi, vincitrice della XVII edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Marcello Smarrelli, che ha visto la partecipazione attiva di venti dipendenti dell’azienda Elica.

Il progetto, parte di un work in progress iniziato nel 2015 con l’obiettivo di indagare e mettere in luce le dinamiche sottese alle strategie di comunicazione, ha previsto un talk aperto al pubblico e un workshop, nell’ambito di E-STRAORDINARIO, riservato ai dipendenti di Elica, che hanno avuto luogo a Fabriano presso l’headquarter aziendale. Il percorso di ricerca dell’artista parte dallo studio della parola “rivoluzione” nel suo significato più ampio di cambiamento radicale nelle strutture sociali, declinabile in diverse epoche storiche e in numerosi ambiti del sapere, che non può prescindere dall’analisi della comunicazione tra gli individui di una stessa comunità.

Coerentemente con gli obiettivi di tale ricerca Elena Mazzi, coadiuvata dal trainer specializzato in formazione aziendale Diego Agostini, della società di consulenza Commitment, ha invitato i 20 partecipanti al workshop a fare esperienza diretta delle condizioni di interruzione e distrazione in cui un messaggio può incorrere quando deve passare dal mittente al destinatario. Insieme, hanno lavorato sull’individuazione di parole tratte dal linguaggio manageriale di uso quotidiano, dalle loro esperienze personali di team building e relazioni all’interno dell’ambiente lavorativo, al fine di creare un glossario da utilizzare per la performance ispirata al gioco del telefono senza fili. Divisi in piccoli gruppi, i partecipanti hanno creato dei dispositivi per la comunicazione verbale, usati durante la performance, attraverso l’assemblaggio creativo e funzionale di materiali che caratterizzano la produzione aziendale.

Oggetti e parole sono confluiti in un’installazione dal titolo Mass age, message, mess age (Elica 2018): una scultura composta da due elementi fusi in alluminio, sintesi dei dieci dispositivi di comunicazione prodotti durante l’attività di formazione e un murales che riporta le parole selezionate e “giocate” durante la performance.

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16 settembre 2016
Andrea Mastrovito, VITRIOL, 2016

Artista: Andrea Mastrovito
Curatore: Marcello Smarrelli
Formatore: Piero Tucci – M&D
Azienda: Angelini – Acraf spa
Numero partecipanti:100
Luogo: Ancona
XVI Edizione

Vitriol è il titolo del progetto che l’artista Andrea Mastrovito ha ideato per la XVI edizione del Premio Ermanno Casoli con la partecipazione di cento dipendenti dell’azienda farmaceutica Angelini Acraf spa sede di Ancona.

L’acronimo Vitriol, dietro al quale si cela una frase latina celebre tra gli alchimisti: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem, che tradotto in italiano significa “Visita l’interno della terra e rettificando troverai la pietra nascosta”, ha ispirato l’artista nella realizzazione di un ciclo di sette interventi murali disseminati negli spazi della sede anconetana dell’azienda, dove si sono svolte tutte le attività legate al premio.

Per una settimana l’artista, insieme al corposo gruppo di lavoro suddiviso in squadre, ha realizzato il ciclo Vitriol incidendo i muri di sette luoghi prescelti nello stabilimento Angelini, estrapolandone una serie di figure emblematiche che hanno preso vita attraverso i colori preesistenti nei vari strati del muro, svelando nella stratificazione e nel passaggio del tempo, una vera e propria archeologia dello spazio. Le polveri ricavate scavando le pareti sono state raccolte ed esposte come parte costitutiva dell’opera finale, come fossero “l’anima” delle figure incise sui muri, il loro “principio attivo” – con un forte legame all’attività produttiva di Angelini.

I cento dipendenti coinvolti in questo percorso formativo di team building  guidato dal trainer aziendale Piero Tucci, hanno contribuito attivamente, insieme all’artista e al curatore, alla realizzazione di Vitriol, che sarà visibile permanentemente negli spazi dell’azienda.
L’iniziativa fa parte delle attività del progetto DCE – Distretto Culturale Evoluto della Regione Marche “La Valle della creatività”.

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20 maggio 2015
Yang Zhenzhong, DISGUISE, 2015

Artista: Yang Zhenzhong
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica Cina
Numero partecipanti: 57
Luogo: Shengzhou
XV Edizione
Selezionato per la XI Biennale di Shangai 2016

Disguise è il titolo del progetto ideato dall’artista cinese Yan Zhenzhong per la XV edizione del Premio Ermanno Casoli realizzato nell’ambito di una residenza di due mesi nel plant dell’azienda Elica di Shengzhou in Cina, dove ha lavorato a stretto contatto con più di cinquanta dipendenti realizzando con loro una serie di workshop.

Disguise, che tradotto in italiano significa ‘travestimento’, rimanda ad un’atmosfera teatrale sottolineata dalla presenza di una serie di maschere che riproducono le sembianze dei dipendenti coinvolti, realizzate attraverso l’uso della tecnica di scansione in 3D. Le maschere – esatto duplicato del volto dei dipendenti – sono state usate per una performance tenutasi all’interno dell’azienda, in cui i dipendenti le indossavano  durante lo svolgimento delle quotidiane mansioni lavorative. Le riprese video sono state utilizzate per creare una videoinstallazione su più canali che, insieme alle maschere, sono state presentate in una mostra presso lo Showroom Elica di Shangai.

“Durante il consueto turno lavorativo – racconta Yang Zhenzhong – ho fatto indossare ai dipendenti la maschera realizzata in una prima fase del workshop tramite la scansione dei loro volti. Nel video si vedono i dipendenti mentre lavorano e, allo stesso tempo, mettono in scena il processo produttivo, esprimendo una sorta di azione performativa e dinamica, nonostante siano sottoposti alle regole dei rispettivi ruoli all’interno dell’azienda. Con i volti coperti dalle maschere, i loro movimenti sono sempre legati alla catena di montaggio ma, grazie a questa metamorfosi, acquisiscono la grazia di una danza liberatoria. L’atmosfera creatasi durante i workshop non ha variato le potenzialità della produzione quotidiana, come si poteva immaginare, ma l’ha trasformata in una sorta di teatro o in qualcosa di più spirituale. Personalmente, questa intera pratica e procedura creativa è stata una nuova straordinaria esperienza”.

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4 marzo 2014
Danilo Correale, THE GAME – UNA PARTITA DI CALCIO A TRE PORTE, 2013-2014

Artista: Danilo Correale
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: ColleVilca – Colle Val d’Elsa; PR Industrial / Pramac – Casole
d’Elsa; Trigano – Poggibonsi
Numero partecipanti: 80
Luogo della performace: Stadio Gino Manni – Colle Val d’Elsa
XIV Edizione
Acquisizione opera: Museo MADRE di Napoli, collezione permanente
Esposizioni: Ancona – Festival Art più business uguale love?, dal 3 al 7 maggio 2017

The Game – una partita di calcio a tre porte è il titolo del progetto ideato dall’artista Danilo Correale, vincitore della XIV edizione del Premio Ermanno Casoli, che ha visto protagonisti oltre ottanta dipendenti di tre importanti aziende del territorio senese –  ColleVilca srl, PR Industrial Srl e Trigano Spa – impegnati nella realizzazione di una partita di calcio a metà tra evento sportivo e performance. L’artista si è basato sulle teorie del pittore situazionista danese Asger Jorn (1914-1973), che aveva usato il modello della partita di calcio a tre porte per teorizzare cosa accade quando si passa da un sistema dialettico a uno trialettico, come strumento per superare lo spirito di competizione e favorire la formazione di alleanze strategiche elastiche. In quest’ottica, The Game diventa una metafora per leggere e interpretare le relazioni umane.

In collaborazione con i dipendenti delle tre aziende, Correale ha dato forma all’identità delle tre squadre:REAL CRISTAL  (squadra di ColleVilca srl), i GLADIATORI (squadra di PR Industrial Srl), ESUBERANTI 301 (squadra di Trigano Spa) che, dopo un periodo di preparazione durato oltre sei mesi, l’8 dicembre 2013 presso lo stadio “Gino Manni” di Colle Val d’Elsa, hanno giocato la partita, arbitrata dall’artista Cristian Chironi, alla presenza delle tifoserie.

Esito finale del progetto è il film che documenta, in 70 minuti, l’intero processo creativo di The Game – una partita di calcio a tre porte, dagli incontri dell’artista con i dipendenti agli allenamenti, all’organizzazione delle tifoserie fino alla partita. Il film, oltre ad essere stato installato nelle sedi delle tre aziende coinvolte, è stato presentato al pubblico il 13 giugno 2014 a Siena, presso la sala cinematografica Nuovo Pendola e acquisito dal Museo MADRE di Napoli che lo ha inserito nella collezione permanente.

Le attività della XIV edizione del Premio Ermanno Casoli erano parte del progetto di Pier Luigi Sacco per la candidatura di Siena a Capitale Europea per la Cultura 2019.

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18 ottobre 2012
Anna Franceschini, ROCK-PAPER-SCISSORS, 2012

Artista: Anna Franceschini
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Headquarters Elica
Luogo: Fabriano
XIII Edizione

Rock-Paper-Scissors è il titolo della videoinstallazione realizzata da Anna Franceschini per la XIII edizione del Premio Ermanno Casoli.

Affascinata dalla qualità del paesaggio naturale che contraddistingue il territorio fabrianese e dalle sue implicazioni sociali ed economiche, l’artista ha scelto di trascorrervi un lungo periodo, durante il quale ha raccolto immagini e suggestioni che sono andate a comporre l’opera dal titolo Rock-Paper-Scissors, concepita secondo le regole combinatorie del gioco della Morra Cinese (conosciuto anche come Sasso – Forbici – Carta) e in cui le immagini relative ai diversi aspetti che caratterizzano l’identità del territorio si sovrappongono e si mescolano a ritmo incessante.

Per installare in modo permanete il lavoro all’interno del Centro Logistico dell’Headquarters Elica Fabriano è stato costruito un padiglione video progettato dallo studio di architettura Salottobuono, rivestito esternamente di lastre d’acciaio che rispecchiavano l’ambiente di lavoro circostante mimetizzando perfettamente la struttura.

Per i dipendenti di Elica e per tutti coloro che vivono e abitano il territorio l’artista ha creato, come parte integrante del progetto, un intervento di natura formativa incentrato sulla video arte, curando una rassegna intitolata Images Moving Images, coinvolgendo gli artisti Dina Danish, Rebecca Digne, Diego Marcon e Jean Baptiste Maitre in un ciclo di proiezioni e talk svoltosi in Ancona dal 16 al 18 novembre 2012, in collaborazione con l’associazione white.fish.tank. Questo progetto ha permesso ai partecipanti di approfondire la conoscenza del lavoro della Franceschini e degli autori presentati che, come lei, sono legati al cinema sperimentale, sollecitando un dialogo intimo permeato sugli interessi che sono oggi al centro della produzione artistica contemporanea, del suo linguaggio e del suo pensiero,  grazie al quale artisti e spettatori hanno avuto l’opportunità di confrontarsi in un dialogo aperto.

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20 luglio 2011
Francesco Barocco, I SAETTATORI, 2011

Titolo: I Saettatori
Artista: Francesco Barocco
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Headquarters Elica
Numero partecipanti: 45
Luogo: Fabriano
XII Edizione

I Saettatori è il titolo dell’opera realizzata da Francesco Barocco per la XII edizione del Premio Ermanno Casoli con  quarantacinque dipendenti di Elica e fa riferimento a un disegno di Michelangelo in cui sono raffigurati nove arcieri senza arco né dardi, trasformati in strumenti di una forza che va al di là della volontà e della coscienza.

L’artista interpreta il coinvolgimento dei dipendenti nella realizzazione di un’opera d’arte (come richiesto dal regolamento del Premio) non come partecipazione diretta, ma come condivisione concettuale ed emotiva dell’esperienza artistica. Strutturando il suo intervento su più livelli (una dimostrazione laboratoriale, una mostra di incisioni e la realizzazione di alcuni lavori site specific), Francesco Barocco ha presentato un percorso rivolto alla conoscenza del mondo di idee e di riferimenti a cui si ispirano gli artisti, condividendone la quotidianità e la ripetitività, le cadute e le risalite, i dubbi che caratterizzano il lavoro artistico e creativo, rendendolo per molti aspetti simile a tutti gli altri lavori.

La prima fase del progetto si è svolta presso il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, dove l’artista ha tenuto una serie di lezioni sull’incisione, mostrando come la conoscenza degli strumenti e la padronanza tecnica costituiscano, al pari di ogni altra professione, la base del lavoro artistico.
Francesco Barocco ha poi realizzato una mostra permanente negli spazi dell’ Headquarters Elica Fabriano composta da suoi lavori e da una selezione di incisioni di grandi maestri della storia dell’arte (da Dürer a Carol Rama), formando i partecipanti a guidare gli altri dipendenti e gli ospiti alla visita dell’esposizione. Come gli arcieri del disegno di Michelangelo che tendono un arco senza frecce e sembrano loro stessi scagliarsi con forza in avanti, il  piccolo esercito di artisti scelti da Barocco, e lo stesso artista, sembrano volersi lanciare in un viaggio nello spazio e nel tempo.

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15 giugno 2016
Premio Ermanno Casoli

Il Premio Ermanno Casoli è concepito come una commissione affidata dalla FEC ad un artista, invitato a progettare e realizzare un’opera d’arte permanente per un’azienda, con la partecipazione attiva delle persone che vi lavorano.
Il Premio segue la metodologia sperimentata dalla FEC in E-STRAORDINARIO, un progetto di formazione che mette l’artista al centro del processo formativo e considera  l’arte contemporanea come uno strumento di conoscenza della realtà e una potente metafora per lo sviluppo del pensiero innovativo.
Il Premio viene attribuito a quegli artisti che nella loro ricerca mostrano una particolare sensibilità ai temi sociali e alla condivisione del lavoro e può prevedere un periodo più o meno lungo di residenza nelle aziende coinvolte.
Per il Premio Ermanno Casoli la FEC ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

19 agosto 2009
Francesco Arena, TESTE, 2009

Artista: Francesco Arena
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Headquarters Elica
Numero partecipanti:20
Luogo: Fabriano
XI Edizione

Teste è il titolo dell’opera realizzata da Francesco Arena con venti dipendenti di Elica per la XI edizione del Premio Ermanno Casoli e si incentra sul valore del passato come  fonte d’ispirazione iconografica per gli artisti, che fin dall’antichità si sono misurati con la questione del tempo e della storia, alla ricerca costante del linguaggio più adatto a rappresentare e tramandare la memoria di certi momenti cruciali o rendere immortali quei personaggi che hanno segnato il destino dell’umanità.

Partendo da queste premesse, attraverso un lungo percorso di riflessione guidato dall’ artista, il gruppo di lavoro ha individuato sei personaggi significativi per la storia delle Marche e per ciascuno di loro è stato realizzato un ritratto scultoreo in argilla. I sei busti così ottenuti, sono stati posizionati in altrettanti punti di passaggio all’interno e all’esterno della sede Elica di Fabriano e, attraverso un originale meccanismo idraulico per la raccolta e la dispersione delle acque piovane, sono state sottoposte ad un procedimento di corrosione naturale. Una chiara metafora del tempo che scorre e della conseguente corrosione e dispersione della memoria, con un valore positivo costituito dal fatto che l’acqua piovana riporta la memoria alla terra che potrà generare nuove possibilità. A distanza di sei anni, l’artista è intervenuto nuovamente sul proprio lavoro posizionando, al posto delle sculture oramai completamente consumate, delle piccole lapidi di marmo con incisi i nomi dei sei personaggi che comparivano nella prima fase dell’opera.

Affidando il ricordo delle persone raffigurate allo scorrere del tempo, si è evidenziato con più chiarezza il contrasto tra la natura effimera della memoria e quella dell’opera d’arte che può renderla attuale e duratura.

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10 dicembre 2016
E-STRAORDINARIO for Kids

E’ un progetto dedicato ai ragazzi e alle loro famiglie, nato per i figli dei dipendenti di Elica, poi sperimentato anche in altri contesti. Come per E-STRAORDINARIO, si tratta di una serie di workshop che fanno entrare attivamente i partecipanti nel processo creativo dell’artista, nella convinzione che l’arte contemporanea possa svolgere un ruolo importante nella formazione delle giovani generazioni.

15 ottobre 2019
Bianco-Valente, IL POSTO DOVE VIVO, 2019

Titolo: IL POSTO DOVE VIVO
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #7
Artista: Bianco-Valente
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 56 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età: 6 – 10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2019

Il posto dove vivo è il titolo del workshop ideato dal duo di artisti Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente) per la settima edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, che ha visto la partecipazione di oltre cinquanta bambini, figli dei dipendenti di Elica.

Ci sono i luoghi del cuore, quelli immaginari o sognati, luoghi a cui siamo particolarmente legati in quanto scenario delle nostre vite e dei nostri sentimenti. Questo “viaggio”, alla scoperta della funzione che i luoghi esercitano dentro di noi è iniziato dalle mappe automobilistiche, turistiche o geografiche e dalle foto che i bambini avevano raccolto durante l’estate, su invito degli artisti. Durante il workshop, le immagini sono state mescolate per formare un unico materiale magmatico, una sorta di memoria collettiva dalla quale ognuno ha potuto attingere per ispirarsi nella realizzazione di un disegno e la costruzione di uno storytelling. Con le mappe tagliate e riunite in modo casuale se ne sono costruite di nuove, a testimonianza delle storie individuali di ogni partecipante, dalle quali è emerso con evidenza come il racconto della vita di ognuno di noi sia costituito dall’intreccio dei luoghi e delle esperienze fatte durante il nostro percorso, che si intrecciano a loro volta con i luoghi e le esperienze di tante altre persone.

Il risultato è stata la creazione di tre grandi mappe che, non avendo più la funzione di orientare e indicare i luoghi, rappresentano una nuova geografia dell’anima in cui si mescolano le esperienze di tutti i partecipanti.

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11 settembre 2018
Patrick Tuttofuoco, FAMILY FEELING, 2018

Titolo: FAMILY FEELING
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #6
Artista: Patrick Tuttofuoco
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 50 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età: 6 – 10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2018

Family Feeling è il titolo del workshop ideato da Patrick Tuttofuoco per la sesta edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, che ha visto la partecipazione di circa cinquanta bambini, figli dei dipendenti di Elica.

L’artista ha voluto indagare il concetto di famiglia attraverso uno dei generi più popolari della storia dell’arte classica: il ritratto. I piccoli partecipanti si sono cimentati in varie declinazioni di questo genere artistico, sperimentandone le diverse modalità, medium e tecniche: per dare corpo alla loro idea di famiglia, i bambini hanno realizzato dei ritratti partendo dalla fotografia di un familiare e di seguito, allargando questo concetto, del proprio compagno di attività. Nella seconda parte della giornata di lavoro, sono state realizzate piccole sculture ispirate a persone, oggetti e animali parte della famiglia e, a coppie, scatti istantanei hanno ritratto i partecipanti nella posa dell’antica divinità italica e romana Giano Bifronte, riflettendo tutti insieme sul concetto di identità.

Il lavoro si è concluso con la selezione di una serie di disegni realizzati durante il workshop che sono stati riprodotti dall’artista sulle scocche di un modello di cappa prodotto da Elica. Le cinque sculture così create, hanno composto una grande opera d’arte corale che rappresenta simbolicamente il ritratto della grande famiglia dell’azienda Elica, formata dalle persone che vi lavorano e dai loro figli.

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27 settembre 2017
Perino & Vele, THE BIG ARCHIVE, 2017

Titolo: THE BIG ARCHIVE
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #5
Artista: Perino & Vele
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 60 bambini, figli dei dipendenti di Elica; 20 alunni della scuola di infanzia bilingue Iris Garden di Fabriano
Età: 3-10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2017

The Big Archive è il titolo del workshop sviluppato dal duo di artisti Perino & Vele (Emiliano Perino e Luca Vele) per la quinta edizione di E-STRAORDINARIO for Kids, che ha visto la partecipazione di circa ottanta bambini tra figli dei dipendenti di Elica e gli alunni della scuola di infanzia bilingue Iris Garden di Fabriano, eccezionalmente invitati a partecipare.

Il  focus di questa giornata di formazione con l’arte contemporanea è stata la memoria, il suo funzionamento, il modo in cui viene immagazzinata e strutturata per andare a costituire la nostra identità.  Il progetto ha previsto una fase preliminare di cooperazione tra genitori e figli, invitati a raccogliere qualsiasi tipo di materiale cartaceo utile a comporre un archivio: dai quotidiani alle riviste, dalle ricette mediche alla carta del gelato, dai biglietti del treno agli scontrini della spesa fino ai fumetti o ai vecchi quaderni dei compiti. Con questa carta, sminuzzata e frammentata, i ragazzi hanno realizzato cartapesta di vari colori, utilizzata per decorare delle cassette di legno – del tipo usato per conservare frutta e ortaggi, ma anche reperti archeologici e materiali vari – che, una volta impilate, hanno rivelato un’immagine giocosa, una rappresentazione stilizzata di animali precedentemente realizzata dagli artisti, in perfetta sintonia con il mondo infantile.

L’idea è stata quella di fondere materiali diversi che raccontano sia la nostra vita quotidiana, fatta di consuetudini e gesti abituali, sia i fatti di cronaca o gli eventi di grande portata che spesso si intrecciano con le vicissitudini, nel grande racconto corale della storia. La giornata si è conclusa con l’istallazione e l’inaugurazione, alla presenza degli artisti, delle istituzioni, dei genitori dei ragazzi e di appassionati d’arte contemporanea della grande opera d’arte The Big Archive.

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10 settembre 2016
Vedovamazzei, SHAPING THE WORLD-Plasmare il mondo, 2016

Titolo: SHAPING THE WORLD – Plasmare il mondo
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #4
Artista: Vedovamazzei
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 76 bambini, figli dei dipendenti di Elica.
Età: 6-10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2016

SHAPING THE WORLD – Plasmare il mondo è il titolo del workshop ideato dal duo Vedovamazzei (Stella Scala e Simeone Crispino), in cui settantasei ragazzi tra i sei e i dieci anni, figli di dipendenti di Elica, sono stati chiamati a ripensare la fabbrica, luogo di lavoro dei loro genitori, quale spazio ideale per la creazione.

Il workshop, svoltosi presso gli spazi dell’Headquarters Elica Fabriano, è stato suddiviso in tre momenti: una fase preparatoria durante la quale i piccoli partecipanti sono stati introdotti ai temi della giornata di lavoro e all’uso del materiale al centro dell’esercitazione: l’argilla. Nella seconda fase, i bambini sono stati impegnati nella progettazione e nella creazione della loro fabbrica ideale e della divisa più adatta per accedervi. Il gruppo di lavoro è stato diviso in coppie a ciascuna della quali è stato dato un camice bianco sul quale riprodurre le decorazioni precedentemente disegnate sotto la guida degli artisti.

Successivamente, a tutti i ragazzi è stato fornito un blocco d’argilla da manipolare, dando libero sfogo alla fantasia. Le opere così ottenute sono state allestite su un unico grande basamento a formare una grande scultura capace di rappresentare il luogo ideale dell’azione collettiva, lo spazio della vita e del lavoro che ognuno di noi può contribuire a plasmare con le proprie mani, seguendo le proprie inclinazioni. Una grande metafora di come il contributo di ognuno, quando indirizzato al bene comune, contribuisca a “plasmare il mondo”.

Durante l’inaugurazione della mostra, alla fine della giornata di lavoro, gli adulti hanno indossato i camici realizzati dai ragazzi, condizione necessaria per entrare nello spazio ideale rappresentato dalla grande scultura di argilla.

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27 aprile 2016
Chiara Camoni, IL GRANDE BACCANO (BIG BANG). OVVERO 763 STRUMENTI PER 763 BAMBINI, 2016

Artista: Chiara Camoni
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids – Edizione Speciale
Curatore: Marcello Smarrelli
Committente: Confindustria Ancona, Comune di Fabriano
Numero partecipanti: 763 alunni della scuola di infanzia e delle prime e seconde classi della scuola primaria dei tre istituti comprensivi di Fabriano
Età: 3 – 7 anni
Luogo: Fabriano
Anno: 2016 Special Edition
Luogo: Fabriano – Piazza del Comune e Pinacoteca Civica Bruno Molajoli
Esposizioni: Fabriano – Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, dal 7 al 26 maggio; Forlì – Festival Ipercorpo 2016 dal 26 al 29 maggio

Il Grande Baccano (Big Bang). Ovvero 763 strumenti per 763 bambini è il titolo del progetto che l’artista Chiara Camoni ha pensato per gli alunni della scuola d’ infanzia e delle prime e seconde classi della scuola primaria dei tre istituti comprensivi di Fabriano I.C. zona est Aldo Moro, I.C. Fernanda Imondi Romagnoli, I.C. Marco Polo, per un totale di 763 bambini.

Il progetto è nato nell’ambito di Eco Fantasy – I bambini e l’utilità del riciclo con lo scopo di valorizzare il riutilizzo degli scarti industriali prodotti dalle aziende del fabrianese. Chiara Camoni, con la collaborazione delle maestre, ha guidato i bambini per tutto l’anno scolastico nella realizzazione di una serie di strumenti a percussione, utilizzando i materiali di scarto forniti dalle aziende che hanno aderito all’iniziativa. Gli strumenti prodotti stimolando la creatività e la fantasia dei più piccoli, diversi tra loro per forma e dimensioni, colorati e rivestiti in modo originale, sono stati suonati durante una performance tenutasi il 27 aprile 2016, quando i piccoli musicisti si sono ritrovati nella Piazza del Comune di Fabriano, dando vita al Grande Baccano, un singolare e prorompente concerto diretto dall’artista. Una metafora della possibilità e della speranza di rinascita di un territorio fortemente in crisi, come quello fabrianese, attraverso l’investimento culturale sulle giovani generazioni.

La documentazione audiovisiva della performance, insieme agli strumenti creati dai bambini, hanno dato vita ad un’installazione presentata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano.

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11 settembre 2016
Elisabetta Benassi, PROTOTIPI, 2015

Titolo: Prototipi
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #3
Artista: Elisabetta Benassi
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica e Fileni
Partecipanti: 90 bambini, figli dei dipendenti delle aziende Elica e Fileni
Età: 6 -10 anni
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2015

Prototipi è il titolo del workshop ideato da Elisabetta Benassi per la terza edizione di E-STRAORDINARIO for Kids che ha coinvolto un gruppo di novanta ragazzi composto dai figli dei dipendenti di Elica e dai figli dei dipendenti di Fileni – altra importante azienda del territorio.

La giornata di formazione ha visto l’artista e i partecipanti impegnati a reimpiegare e “customizzare” in maniera immaginifica i prodotti realizzati da Elica. Con l’aiuto costante della “consulenza tecnica” dei prototipisti e dei progettisti dell’azienda, Elisabetta Benassi e i ragazzi si sono trasformati in “prototipisti” per un giorno, fornendo così un nuovo punto di vista sui modelli, le funzioni e i possibili impieghi delle cappe prodotte. Durante il workshop, infatti, i ragazzi hanno appreso il funzionamento della cappa aspirante, hanno ricreato un loro ideale libretto di istruzioni e infine hanno lavorato con l’artista alla realizzazione di una scultura collettiva.

Risultato finale: un’installazione di grandi dimensioni ottenuta tramite l’assemblaggio di diversi modelli e parti di cappe ad uso domestico che è stata completata con un atto artistico liberatorio e spettacolare, ispirato alla famosa tecnica del dripping, resa celebre dall’artista Jackson Pollok, in cui i ragazzi hanno espresso pienamente la loro energia creativa.

L’iniziativa è stata inserita tra le attività del progetto DCE – Distretto Culturale Evoluto della Regione Marche “La Valle della creatività”.

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12 settembre 2014
Marcello Maloberti, MINI ITALIA KOBRA, 2014

Titolo: Mini Italia Kobra
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #2
Artista: Marcello Maloberti
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 50 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età: 6 -10 anni
Luogo: Fabriano – Pinacoteca Bruno Molajoli, Centro Storico della Città
Anno: 2014

Mini Italia Kobra è il titolo della performance ideata da Marcello Maloberti per E-STRAORDINARIO for Kids #2 e realizzata dall’artista insieme a cinquanta bambini, figli dei dipendenti di Elica, per le vie del centro storico della città di Fabriano.

La fase propedeutica al workshop ha previsto una visita alla mostra “Da Giotto a Gentile” presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano, seguita da un laboratorio pratico in cui i piccoli partecipanti hanno realizzato  degli speciali “zainetti”, ricavati da scatole di cartone decorate con collage di immagini raccolte da riviste e giornali, ritratti di personalità, disegni di oggetti, opere d’arte, monumenti e paesaggi tipici dell’immaginario collettivo italiano, tratti da un archivio preparato dai ragazzi insieme alle famiglie nei mesi precedenti al workshop.

Al termine del laboratorio si è svolta la performance collettiva nel centro storico della città: un colorato e allegro corteo che ha animato le vie e le piazze in cui i bambini, accompagnati dalla banda musicale di Fabriano, hanno sfilato con gli zainetti/archivio da loro creati portando una bandiera lunga più di 20 metri, decorata con il tricolore nazionale e la texture a scacchi bianco rossa, tipica delle tovaglie che vediamo sulle tavole italiane. L’attività ha rappresentato un momento di riflessione sul patrimonio culturale italiano, sia nella sua storia “alta” che nelle sue tradizioni popolari, potente collante ed elemento identitario trasversale a tutte le generazioni.

Attraversate le vie del centro storico, il festoso corteo ha percorso una parte di via Dante fino allo stabilimento di Elica, momento che ha sancito l’inaugurazione del tratto di strada intitolato a Ermanno Casoli, fondatore di Elica.

L’iniziativa è stata inserita tra le attività del progetto DCE – Distretto Culturale Evoluto della Regione Marche “La Valle della creatività”.

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9 gennaio 2017
Grzegorz Drozd, ON TOUR IN POLAND, 2010

Titolo: Opera
Artista: Grzegorz Drozd
Curatore: Marcello Smarrelli e Stach Szablowski
Formatore: Monica Schwertner
Azienda: Elica Polonia
Numero partecipanti: 30
Luogo: Jelcz – Laskowice
Anno: 2010
Esposizioni: Varsavia – Galleria 2 dal 17 al 31 agosto

Opera è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Grzegorz Drozd con trenta dipendenti di Elica, coadiuvati dal formatore e dai curatori, svoltosi  presso il plant Elica di Jelcz-Laskowice in Polonia.

Il progetto, basato sulla valorizzazione di ogni singolo intervento all’interno di un’azione collettiva, ha messo in evidenza la potenzialità creativa della comunità composta dai lavoratori introducendo degli elementi insoliti nella vita quotidiana dello stabilimento, pur mantenendo il metodo e l’organizzazione del lavoro. Dopo essere entrato nella vita della fabbrica attraverso un’auto-presentazione, l’artista ha realizzato una performance musicale con i partecipanti, utilizzando strumenti giocattolo. Così come avviene nell’ambito aziendale, dove ogni individuo è parte di un sistema più ampio e complesso e l’azione congiunta di tutti è finalizzata ad un obiettivo comune ovvero la produzione, ciascun dipendente si è impegnato a svolgere la propria parte per il raggiungimento di uno scopo condiviso: generare un’opera d’arte collettiva di cui ognuno è autore e protagonista.

Come risultato finale del workshop, Drozd ha realizzato un video utilizzando le riprese realizzate durante l’esecuzione della performance, mentre gli strumenti musicali suonati sono stati devoluti in beneficenza.

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6 settembre 2013
Mario Airò, LE MEMORIE DELL’ELEFANTE, 2013

Titolo: Le memorie dell’elefante
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids #1
Artista: Mario Airò
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 40 bambini, figli dei dipendenti di Elica
Età : 6 -10 anni
Luogo: Fabriano – Museo della Carta e della Filigrana, Headquarters Elica
Anno: 2013

Le memorie dell’elefante è il titolo del workshop che ha visto protagonista l’artista Mario Airò insieme a quaranta ragazzi tra i sei e i dieci anni, figli dei dipendenti di Elica.

L’obiettivo del workshop è stato quello di far conoscere ai partecipanti, attraverso il gioco, alcuni elementi chiave dell’identità e della storia fabrianese e si è articolato in diverse parti: la prima più didattica, in cui i partecipanti sono stati accompagnati in una visita guidata alla scoperta del Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, che ha previsto anche un laboratorio con un mastro cartaio, per facilitare la comprensione delle fasi produttive e l’intervento creativo dei ragazzi nella fase di realizzazione del foglio.

Nella seconda parte Mario Airò, partendo dal foglio di carta su cui ogni partecipante ha realizzato sagome libere ispirate ai bestiari medievali, ha condotto i ragazzi a elaborarle ulteriormente, facendo riferimento sia all’ars combinatoria storica che a quella presente nei cartoni animati, intervenendo con i colori e le tecniche del frottages e del grattages.

Nella fase conclusiva del workshop, Airò e i ragazzi hanno creato una scultura con tutte le sagome di carta prodotte, fissandole su uno scheletro di legno di balsa, liberamente ispirata alla maestosa complessità della statua crisoelefantina dello Zeus di Olimpia, celebre opera dello scultore ateniese Fidia, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. L’opera d’arte, frutto del lavoro di squadra, è stata allestita negli spazi dell’Headquarters Elica Fabriano.

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2 dicembre 2016
Ettore Favini, INTERVALLO, 2011

Artista: Ettore Favini
Edizione: E-STRAORDINARIO for Kids – Edizione Speciale
Curatore: Marcello Smarrelli
Istituto: Liceo Artistico E. Mannucci – Fabriano
Numero partecipanti: 70 studenti del Liceo
Luogo: Fabriano – Liceo Artistico E. Mannucci
Anno: 2011 Special edition

Panorama – Mostra collettiva
Artisti: Ettore Favini, Andrea Nacciarriti, Giacomo Fava, Giorgia De Robertis, gli studenti del Liceo Artistico E. Mannucci
Curatore: Marcello Smarrelli
Luogo: Fabriano – Ex Magazzini Latini
Data: 19 – 23 maggio 2011

Intervallo è il titolo di E-STRAORDINARIO for Kids realizzato dall’artista Ettore Favini per settanta studenti del Liceo Artistico E. Mannucci di Fabriano il cui titolo fa riferimento non solo al momento di ricreazione a scuola, ma anche all’Intervallo RAI, storico intermezzo televisivo che riempiva la pausa fra una trasmissione e l’altra, presentando immagini-cartolina raffiguranti panorami di città italiane e paesaggi.

L’artista ha incentrato l’intervento sul rapporto spesso conflittuale tra uomo e natura declinandolo attraverso una riflessione sul paesaggio, sulle sue diverse definizioni e su come culture diverse abbiano differenti percezioni e letture del paesaggio. Gli studenti sono stati stimolati ad elaborare una personale riflessione su questo tema e a proporre delle forme di rappresentazione del paesaggio, scegliendo tra i linguaggi della contemporaneità (disegno, fotografia, grafica, musica, ecc..) quello a loro più congeniale. Il workshop ha voluto centralizzare l’attenzione sull’importanza della formazione e delle forme alternative di apprendimento nel percorso di crescita delle nuove generazioni, nonché della funzione dell’arte come strumento di lettura della realtà e dei contesti sociali.

I lavori realizzati durante il workshop sono stati esposti presso gli Ex Magazzini Latini di Fabriano, riaperti eccezionalmente per l’occasione. La mostra, intitolata Panorama, oltre ai lavori realizzati dagli studenti, comprendeva opere di Ettore Favini e Andrea Nacciarriti e un’istallazione realizzata dall’architetto Giacomo Fava con la dj Giorgia De Robertis. Il titolo della mostra, giocato sull’ambiguità della parola panorama legata sia al tema del paesaggio che a uno dei maggiori settimanali italiani, è stato anche il titolo dell’opera site specific realizzata da Nacciarriti e Favini in cui le vetrine degli Ex Magazzini Latini, simbolo del passato benessere economico e del potente sviluppo industriale della città di Fabriano, sono state completamente ricoperte con le copertine della rivista Panorama, suggerendo così uno sguardo d’insieme sulla bellezza ricca di storia ma anche di contraddizioni che caratterizza il nostro Paese.

15 dicembre 2015
Francesco Arena, RICORDARE È CONOSCERE, 2009

Titolo: Ricordare è conoscere
Artista: Francesco Arena
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 22
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2009

Ricordare è conoscere è il titolo della serie di workshops ideati e condotti dall’artista Francesco Arena con ventidue dipendenti di Elica, coadiuvati dal curatore, coinvolti in un percorso di riflessione sulle modalità e sui meccanismi che regolano la memoria, tenutosi presso gli spazi dell’Headquarters Elica a Fabriano e realizzato attraverso tre opere collettive.

Oggetti legati all’11 settembre 2001 momentaneamente riuniti su un pallet è il titolo del primo lavoro, un’ opera temporanea legata al ricordo dell’11 settembre 2001 per raccontare quella giornata storica attraverso un oggetto scelto, per sottolineare come nessun gesto si disperde e che ogni azione, ogni pensiero si uniscono e contribuiscono a creare il grande racconto della storia.
Con Alla stessa altezza degli occhi, l’artista ha affrontato il tema del ritratto, dello sguardo che rivolgiamo agli altri e di come questo torni a noi deformato, ampliato e cristallizzato in concetti e storie. La galleria di immagini nata da questo laboratorio è tuttora esposta negli spazi dell’Headquarters Elica Fabriano.
Per Ritratto di gruppo in un interno, l’idea del ritratto è stata affrontata mettendo in relazione il singolo individuo con le dinamiche interne di un gruppo di lavoro. I partecipanti sono stati invitati a realizzare una scultura utilizzando tutti lo stesso materiale – un blocco di creta da 25 chili, lo stesso strumento – un asse di legno e lo stesso tempo – 11 minuti.

Le opere d’arte realizzate durante questo percorso propedeutico a Teste l’opera realizzata da Francesco Arena per la XI edizione del Premio Ermanno Casoli, hanno evidenziato come semplici elementi quotidiani possano diventare strumenti capaci di fermare un ricordo, contribuendo a re-interpretare il presente.

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14 dicembre 2016
Cesare Pietroiusti, L’INTELLIGENZA DEL CASO, 2009

Artista: Cesare Pietroiusti
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 57
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2009

 

 

L’intelligenza del caso è il titolo del workshop ideato e condotto dall’artista Cesare Pietroiusti con cinquantasette dipendenti di Elica, coadiuvati dal curatore, realizzato presso gli spazi aziendali dell’Headquarters Elica di Fabriano.

Il workshop, strutturato in due giornate di lavoro, ha voluto approfondire due temi: l’errore determinato dal caso da cui può generarsi una risorsa inaspettata e i meccanismi connessi allo scambio economico. L’artista ha coinvolto i partecipanti dapprima in una riflessione sulle tematiche proposte per poi passare, nella giornata successiva, alla realizzazione di duemila disegni utilizzando fumo di candela (elemento al centro della produzione di cappe aspiranti) e vino (Rosso Conero, tipico delle Marche), elementi che provocano sulla carta (eccellenza di Fabriano) effetti inaspettati, imprevedibili e non controllabili. Duemila disegni da portare via è il titolo della grande installazione realizzata nell’Headquarters Elica e destinata a disperdersi progressivamente. Tutti sono invitati a prendere un disegno impegnandosi a rispettare le istruzioni date dall’artista e dai partecipanti: chi prenderà un disegno fatto col vino dovrà ricollocarlo nello stesso luogo entro un anno, dopo avergli fatto compiere un’esperienza di cui il foglio porterà traccia; chi prenderà un disegno fatto col fumo di candela, dichiarato come un’opera incompiuta, dovrà bruciarla, la cenere sarà l’opera d’arte compiuta.

L’obiettivo del workshop è stato quello di riconoscere e utilizzare creativamente il caso, l’effetto collaterale, l’errore e di riflettere sulla rigidità e l’immutabilità dei paradigmi e dei metodi propri dei processi economici, intesi come scambio di beni e denaro, tipici sia del mondo del business che di quello dell’arte.

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24 novembre 2016
FEC for Factories

Un’ originale modalità di interazione tra arte e impresa che porta l’arte contemporanea nel vivo dei sistemi produttivi. Gli artisti vengono invitati a confrontarsi con le fasi che precedono la realizzazione di un prodotto industriale, condividendo il percorso progettuale con designer, ingegneri, specialisti del marketing, prototipisti e operai specializzati. In questo modo si incentiva la creatività e la possibilità di inventare nuovi linguaggi, processi produttivi e sistemi di comunicazione.

10 marzo 2008
Ettore Favini, Christian Frosi e Nico Vascellari, DAL PROGETTO ALL’OGGETTO, 2008

Artista: Ettore Favini, Christian Frosi, Nicola Vascellari
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica
Numero partecipanti: 30
Luogo: Fabriano – Headquarters Elica
Anno: 2008
Esposizioni: 28 giugno – 31 luglio 2008, Headquarters Elica Fabriano; 1 – 30 settembre 2008 presso Elica Mergo (AN) ; 1 – 31 ottobre 2008 presso Elica Serra S. Quirico (AN)

Dal progetto all’oggetto è il titolo del workshop ideato e condotto da tre artisti: Nico Vascellari, Ettore Favini e Christian Frosi, con trenta dipendenti di Elica, tenutosi presso l’Headquarters Elica a Fabriano.

L’iniziativa, nata con l’obiettivo di riflettere sul complesso processo che trasforma lo status di un oggetto a volte banale in opera d’arte ha visto gli artisti, ognuno secondo le proprie modalità di lavoro e la propria poetica, sviluppare il tema comune alla produzione industriale e a quella artistica: il ruolo del progetto e dell’elaborazione teorica nella realizzazione di un oggetto.

Ettore Favini ha scelto di ricreare insieme ai partecipanti un micro modello di sistema dell’arte con critici, gallerie e artisti. Christian Frosi ha realizzato un percorso più astratto ed emozionale chiedendo ai partecipanti di raccontare una parte intima di sé attraverso uno o più oggetti personali. Nico Vascellari, infine, ha progettato un intervento decisamente dirompente che radicalizza la riflessione sul rapporto progetto – oggetto, proponendo un’esperienza slegata dalla produzione materiale.
I risultati di questi interventi sono stati esposti in una mostra nell’ Headquarters Elica di Fabriano, nello stabilimento di Mergo (An) e in quello di Serra San Quirico (An).