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Accetto i termini e condizioni della Fondazione Ermanno Casoli

13 gennaio 2010
Patrick Tuttofuoco – Long Duration Exposure Facility

S’intitola Long Duration Exposure Facility il progetto realizzato da Patrick Tuttofuoco per il padiglione mobile 2010 della Fondazione Ermanno Casoli.

Da quando è stata costituita, nel giugno 2007, La Fondazione Ermanno Casoli ha scelto di non avere una sede fissa per le proprie iniziative, ma piuttosto di promuovere l’arte contemporanea, l’architettura, il design e la cultura nei luoghi in cui opera di volta in volta. Come afferma Francesco Casoli, Vicepresidente della Fondazione: "Pensiamo che avere una sede fissa sia una soluzione per farsi guardare dentro e noi invece dobbiamo e vogliamo guardare fuori. Il talento, la scintilla possono manifestarsi ovunque. Noi vogliamo essere in quel posto dove ciò accade!"
Per questo motivo, ogni anno il direttore artistico Marcello Smarrelli invita un artista di livello internazionale a ideare un padiglione mobile capace di spostarsi sul territorio per seguire virtualmente le iniziative della Fondazione. La forma e il significato di questo padiglione, che rimarrà allo stato di progetto senza essere realizzato concretamente, rappresenteranno simbolicamente la Fondazione e la sua attività nel corso dell’anno.

Dopo Enzo Cucchi (L’UNICA nuvola, padiglione 2008) e Diego Perrone (Il perimetro del lavoro è l’ombra della sua immagine e si muove col sole, padiglione 2009), quest’anno il compito è stato affidato a Patrick Tuttofuoco, la cui ricerca artistica, attraverso l’uso di diversi media e l’impiego della tecnologia, è caratterizzata dall’interesse verso le relazioni, l’interazione del pubblico con le sue opere, lo scenario metropolitano, l’interpretazione della realtà e le strategie che le persone mettono in atto per affrontare la realtà che le circonda.
Anche in Long Duration Exposure Facility l’artista esplora il modo in cui un individuo si relaziona e si confronta con quello che ha intorno.
A descrivere il progetto e il percorso che hanno portato alla realizzazione dell’opera è lo stesso Tuttofuoco: “Ho pensato a ciò che per me caratterizza un padiglione mobile da esterno; ho cercato di concentrarmi sulla sua capacità di confrontarsi in maniera diretta con la realtà esterna e quindi in senso ampio con l’idea di mondo. Di conseguenza ho iniziato a pensare a questa forma quasi come un essere vivente la cui pelle e involucro si scontrassero con lo spazio esterno.
Partendo da queste semplici idee ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto una cosa molto interessante: tra l’inizio degli anni 80 e i primi anni 90 la NASA ha sviluppato e portato a termine un progetto che si chiamava Long duration exposure facility, si trattava di uno strano oggetto volante (un grosso prisma a base esagonale) la cui superficie era stata tappezzata di materiali che si volevano testare nello spazio. L’oggetto in questione ha volato libero nello spazio per cinque anni. Durante il periodo più teso della Guerra Fredda sono state perse le sue tracce poi miracolosamente è stato recuperato e portato a casa.
Ho iniziato a pensare al padiglione mobile della Fondazione Ermanno Casoli in relazione a questo oggetto/progetto e dopo alcune ricerche sono riuscito a trovare le immagini di molti dei moduli che rivestivano l’oggetto in questione e che riportavano tutti i segni e le erosioni derivate dalla vita nello spazio. Come ho detto prima, ho pensato al padiglione come a un essere vivente che, esattamente come un uomo, si confrontasse con la durezza della realtà, ho quindi fuso i due elementi "long duration exposure facility" ed "essere vivente" e sono arrivato al nostro padiglione.”

In allegato la biografia completa di Patrick Tuttofuoco, aggiornata al 13 gennaio 2010.